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La pioggia cadeva a capofitto. Ogni lampo era una pugnalata allo stomaco del piccolo pulcino. Le sue ali gridavano pietà per quell’immane sforzo. Era stanco. Il suo viaggio avanzava con gran fatica su quella distesa blu scuro in tempesta. Di tanto in tanto cadeva giù nell’ignoto. Poi con le piume e le penne zuppe d’acqua riusciva sempre a sfuggire alle onde che si levavano come tanti grandi predatori. Aprivano le fauci liquide e cercavano di addentare un pezzo di lui. Magari il becco, così che smettesse di chiedere.
Dietro quelle tigri d’acqua, oltre le dense nubi nere, i lampi nascondevano una terra.
“Sono salvo!” esultò sollevato. “Ancora un piccolo sforzo e sarò salvo! Troverò un albero su cui appollaiarmi, userò le foglie per asciugarmi e farmi un bel nido e mangerò i prelibati frutti che troverò!” continuò fiducioso.
Ma restò abbagliato da un lampo improvviso e il tuono che ne seguì gli fece perdere i sensi. Il pulcino stremato stava cadendo. Di nuovo.
Non so dirvi che cosa lo risvegliò. Forse l’acqua che gli bagnava le penne della coda. Forse il dolore lancinante alla testa o alle piccole ali. Forse era la fame che gli contraeva lo stomaco. Secondo me, il piccolo pulcino fu risvegliato da quella strana cosa che scendeva copiosa dal cielo, solida e fredda, ma che a contatto con il suo corpo si trasformava immediatamente in acqua.
Neve. Era la prima volta che la vedeva. Ne aveva sentito parlare, ma non l’aveva mai toccata.
Era infreddolito, paralizzato. Dove era capitato? Il mondo davanti a lui era sì vasto, ma piatto. Per quel poco che riusciva ad intravedere in quella “tormenta, sì è così che la chiamano”, non coglieva nulla di rilevante. Ghiaccio, soltanto ghiaccio in ogni direzione. Qualche roccia qua e là, frantumata o meno. Ma nient’altro.
“Deve esserci qualcosa!” pensò spaventato e rabbioso. “Non posso aver fatto tutta questa strada per trovare questo!”. Il panico iniziò a impossessarsi di lui.
Così cominciò a zampettare in avanti alla disperata ricerca di qualcosa. All’orizzonte gli era parso di vedere degli alberi. Con una nuova fiducia in corpo, si mosse il più veloce possibile. Ma la speranza fu subito sostituita dalla disperazione e da un forte senso di abbandono. Gli alberi erano totalmente di ghiaccio e la vita se ne era già andata.
Il panorama era desolante. Sembrava che non ci fosse nulla. Nessuna forma di vita. Niente di niente. Una distesa piatta senza fine. Poi nell’oscurità della notte in tempesta, gli parve di vedere una strana luce rossa che fluttuava incurante di tutto.
“Aspetta!” gridò senza risultato il piccolo pulcino infreddolito. Così si mise a rincorrerla. Ogni tanto la perdeva di vista in quella violenta tormenta. Quel bagliore rossastro sembrava però aspettarlo. Lo invogliava a inseguirlo. Il pulcino era curioso, ma soprattutto desideroso di trovare qualcuno.
A un certo punto il bagliore si fermò e parve dissolversi. Il pulcino arrivò sul posto esatto. Restò sgomento per quello che aveva di fronte. Davanti si ergeva un palazzo gigantesco. Aveva una decina di piani, sembrava molto vecchio. L’edificio pareva essere stato sventrato. Mancavano qua e là delle finestre, pezzi di parete, le ampie scale del ballatoio risultavano esposte alle intemperie esterne. Da alcune finestre fuoriuscivano fogli di carta, sporgevano vecchi mobili. Era morto. Era ciò che restava di chissà quale mondo. La tormenta non gli dava tregua.
Il pulcino guardò in alto e si accorse che il misterioso bagliore rosso era ricomparso su un vecchio balcone pericolante. Il pulcino si fece coraggio, raccolse le poche forze rimaste e si alzò in volo. Sbatteva le ali più veloce che poteva per non precipitare. Doveva sapere. Saliva i piani. Saliva. Ci stava quasi riuscendo. C’era riuscito. Stremato abbassò lo sguardo e riprese fiato. E sentì caldo.
Davanti a lui, c’era il bagliore rosso. Emanava una luce fortissima, ma non accecante. Splendeva. Illuminava l’oscurità. Poi si accorse che dietro quella bellissima emanazione c’erano due zampe possenti. Alzò un pochino il becco e notò un corpo magnifico, possente. Rassicurante. Per arrivare alla testa. Il becco era lungo e appuntito, ma non sembrava minaccioso. Gli occhi erano penetranti e lo sguardo trasmetteva al pulcino un profondo senso di sicurezza. Però quegli occhi lo facevano sentire piccolo piccolo e impotente. Il manto rosso era avvolto dalle fiamme che ferivano la tormenta.
Davanti a lui, in tutto il suo splendore, c’era la fenice.
“Non avere paura. Non sono qui per farti del male” lo rassicurò il gigante. “Sono qui per mostrarti una verità”. La sua voce era possente e maestosa.
“Perché mi hai condotto da te?” proferì il pulcino con una profonda rabbia che celava la paura.
“Per aiutarti a capire”.
Il pulcino chinò gli occhi per nascondere le lacrime. “Perché vivi in questa landa desolata? Non hai paura che la tua fiamma si spenga?”
“Non tutte le domande hanno una facile risposta e non sempre tutto è evidente. Per quanto ti sforzerai nel tuo viaggio non sempre riuscirai nell’impresa. Ma trova la forza di andare oltre le apparenze. Ovunque c’è bellezza e una voce, anche dove meno te lo aspetti”. Spalancò l’ala destra e illuminò oltre la vetrata del balcone. “Guarda dentro” disse spingendo il pulcino verso la finestra.
C’era una famiglia. Allora anche su quella terra estranea e tormentata c’era vita. Il pulcino scorgeva una madre stesa sul divano mentre stringeva a sé il corpo della figlioletta. Il padre muoveva qualche passo verso di loro festoso. Dietro c’era un caminetto con un fuoco ardente che riscaldava l’ambiente. Giocavano tra di loro. Totalmente incuranti della desolazione del mondo che li circondava. Erano felici. Erano a casa.
Il pulcino si voltò verso la fenice. Ma la fenice era scomparsa. Il pulcino rimase da solo nel buio, illuminato dalla debole luce oltre il vetro. Si appollaiò e aspettò. Chiuse gli occhi e dormì.
©aMe
L’ispirazione del brano è la canzone The frozen world di Emilie Simon, per il film La Marcia dei pinguini.
Bellisima storia, molto evocativa ed emozionante!! Grandissimo
Grazie mille per aver lasciato un commento e anche per i complimenti! La fiamma cerca sempre di non spegnersi mai e di guardare avanti! 🙂
Vogliamo il seguito, vogliamo il seguito 😛
P.S: bello bello 🙂
Sono contento che vi sia piaciuto 🙂 Il seguito arriverà, non so dirvi quando, ma ci sarà 🙂