Molta gente ha la convinzione che il pop solamente perché popular sia necessariamente un genere futile rivolto a menti poco elevate culturalmente. Vi svelo una piccola verità. Il pop è la società in cui viviamo e spesso è capace di descriverla in maniera molto più significativa di arti ritenute più nobili. Naturalmente ciò non giustifica che tutto ciò che è pop è culturalmente interessante, mi sembra ovvio.
Questa critica mi dà lo spunto per parlare di Hollywood, la Mecca prediletta e sudata per chi vuole essere un’artista cinematografico. Per chi vuole vivere di celebrità ed ebbene sì anche di pornografia. A quanto pare talmente tanta gente vuole sfondare nel cinema americano che chi non ce la fa spesso ha la possibilità di reinventarsi nell’industria pornografica.
Luglio 2003. Il mondo fa la conoscenza del terzo singolo di Madonna, Hollywood, e naturalmente scoppiano di nuovo varie polemiche. Prima delle accuse di turno, vi mostro il videoclip così potrete farvi una vostra opinione e magari condividerete il mio pensiero o probabilmente ve ne distaccherete.
Partiamo dalla canzone in sé. La critica musicale fornisce un giudizio contrastante, dichiarando che se la melodia è abbastanza originale e nella sua essenza affascinante, del testo non si può dire lo stesso. La canzone effettivamente non mostra chissà quale profondità né prova a cercarla. Il testo è l’ennesima esaltazione della celebrità hollywoodiana.
Everybody comes to Hollywood. They wanna make it in the neighborhood. They like the smell of it in Hollywood. How could it hurt when it looks so good?
Tutti vogliono andare a Hollywood. Inutile, chi ama il cinema, o vuole sfondare, o vuole dire al mondo che esiste, spesso gente senza arte né parte, ha quella come meta. Hollywood, dove tutti vogliono farcela e in cui tutto ciò che conta è l’apparenza. Del resto come può far male quando tutto appare così bello?
Shine your light now. This time it’s gotta be good . You get it right now ‘cause you’re in Hollywood.
Risplendi, perché forse è la volta buona. Forse ce la farai seriamente. Perché questa non è soltanto l’America, dove chiunque può auto realizzarsi. Qui siamo a Hollywood, la fabbrica dei sogni..
I lost my memory in Hollywood. I’ve had a million vision bad and good.
I’ve lost my reputation bad and good. I’m bored with the concept of right and wrong.
I tried to leave it but I never could.
Ma qual è il prezzo da pagare? C’è sempre il rovescio della medaglia quando tutto appare perfetto e pulito. Hollywood ti può trascinare nel baratro, ti può risucchiare e distruggerti. Annienta chi eri per creare una nuova immagine senza passato e morale e senza una stabilità emotiva. Come ci si può tirare indietro di fronte a tutto ciò? Di fronte a tale bellezza perfetta, patinata e plastificata? In quanti si sono persi nella semplice ricerca di quell’agognato obiettivo di fama auto celebrativa?
Come vedete il testo non è per nulla impegnativo. Non introduce niente di originale, anzi. Non serviva Madonna nel 2003 per dirci che il successo è bello e brutto allo stesso tempo e che uno su mille ce la fa, giusto per citare Morandi.
Allora da dove arriva lo scandalo? Proprio in quel videoclip che vi ho mostrato. Madonna è la celebrità per eccellenza. Ma dopo aver attaccato la filosofia americana, bigotta e consumista, nel precedente singolo, arriva a colpire l’industria dell’intrattenimento e lo star-system accusandolo di vanità, autocelebrazione e alla fine di una profonda vacuità. Questo è un secondo affronto all’America che l’America non può accettare. Madonna diventa il nemico. Da questo momento in poi, grazie ad American Life e Hollywood, Madonna diventerà personaggio sgradito e anche le radio decideranno di realizzare una sorta di embargo che durerà fino a oggi. I nuovi singoli non saranno più inseriti in rotazione musicale o comunque non verrà data loro un’elevata visibilità.
Il secondo scandalo è contenuto sempre nel video. Madonna fa parlare sdoganando nuovamente un argomento che verrà trattato e ridicolizzato in lungo e in largo negli anni successivi: il botox. La cantante è ripresa mentre si fa iniettare diverse dosi sulle labbra e sul volto per renderlo perfetto, privo di impurità o rughe del tempo. Quel semplice gesto a quanto pare ha scatenato un putiferio in America costringendo i network a ritirare il videoclip dai canali televisivi. E pensate che pochi giorni dopo la release del singolo partiva il telefilm Nip/Tuck che, ambientato a Miami, rappresentava un saggio d’autore sul ruolo della chirurgia estetica nella società occidentale.
Hollywood si rivela in breve un altro mezzo fiasco in termini di vendita e non riesce a supportare l’album.
Assodato il bigottismo profondo di un mondo che mi affascina e mi spaventa, che cosa amo di questo videoclip? Intanto perché mi riconosco in questa filosofia da amante del cinema. Non posso non essere attratto dalle mille luci del red carpet, anche se la mia meta ideale più che Los Angeles è New York. Sono per me un po’ come il giorno e la notte. Preferisco la notte, più originale e dotata di quel fascino misterioso. Però una delle cose che più mi spaventa della celebrità è proprio questa: sarò capace di non venire a compromessi per il mio successo e anche laddove succedesse, perché ahimè la vita è un compromesso, avrò la forza e il coraggio di non cambiare ciò che sono o sarò anche io una pedina di quel sistema che ha già fatto vittime illustri? Sì, non diventerò mai una celebrità di fama mondiale, probabilmente non sfonderò in questo settore, ma la fama attrae e spaventa contemporaneamente.
Poi, guardate chi è Madonna in questo video. Non mi interessa il personaggio che è, ma come si presenta al pubblico. Allora non sapevo chi fosse. Questa era la terza canzone con cui mi sono avvicinato a lei. Quando mi chiesero come Madonna fosse fisicamente, non sapevo francamente rispondere. È bionda, nera, rossa di capelli? Sono lisci, ricci, voluminosi? È snob o volgare? Si apre un mondo di identità che coesistono in una stessa persona. Tante identità. Madonna è camaleontica, si cuce addosso varie immagini a seconda di quella che le viene più utile in quel momento. A seconda di cosa vuole esprimere. Il corpo diventa esso stesso mezzo di espressione.
Il video è poi aggressivo. È arrogante nel suo essere imperfetto perché stona l’intera composizione visiva. Ha un sapore vintage quando il vintage nel 2003 non andava ancora così di moda. Contrasta l’immagine di Madonna/nobildonna che tocca il mento della sua cameriera giovane di belle speranze. La scena è sempre tagliata, se mostro il televisore taglio il volto, se mostro la gamba destra ti sego quella sinistra. Madonna/rossa è su un piedistallo davanti a una moltitudine di specchi (l’identità frantumata o la vanità?) e la regia traballante, mai statica, non cerca di nascondere la natura artificiale della posa. I movimenti sono imperfetti, come quando cade dalla palla.
Fate due più due. Il testo, la melodia, la composizione visiva è tutto volutamente piatto e semplice. Il messaggio che lei trasmette è questo: Hollywood appiattisce, cerchiamo tutti di essere uguali, crea monotonia (Music stations always play the same song), annulla la nostra identità. È l’elogio della banalità e della superficialità.
Fino ad arrivare alla sfida finale. Tutte le varie identità si fondono e si affrontano in una voce che tende a diventare demoniaca. Sfidano il pubblico.
Push the button. Don’t push the button. Trip the station. Change the channel.
Hai visto che cosa è lo star-system. Accetti o non accetti questa sua condizione? Nel video, Madonna fa la sua scelta, pur ipocrita trattandosi pur sempre di una persona che fa parte di questo business: spegne la televisione, chiude la finestra su quel mondo. Così come Freddie chiudeva la porta, così come si chiudeva il sipario sulla compagnia teatrale per Altman. Ma alla fine, finché si è vivi e si fa parte del celebrity system, the show must go on.
@aMe
Scusa … Ma anche Madonna fa parte di questo sistema e l’ha usato x arrivare al successo… Perchè criticarlo in qst modo?
Madonna è una fan del cinema e non lo ha mai negato. A partire da una delle prime immagini assunte (la Marilyn di Material Girl), a Vogue fino ad arrivare alla sua carriera cinematografica prima come attrice, cantante e infine come regista.
All’inizio della carriera, nella stessa Material Girl, elogia un mondo superficiale di cui lei stessa fa parte e lo accetta. Da allora sono passati vent’anni, lei ha avuto alti e bassi, apprezzata e odiata e poi ha avuto una nuova fede spirituale, avvicinandosi alla Kabbalah. Per cui è facile che tutto ciò l’abbia portata a trarre le suddette conclusioni.
Contemporaneamente è opinione comune di molti Artisti avere questo rapporto di amore e odio verso la fama e la celebrità e al sistema dello star system (basti pensare alla stessa The show must go on di Freddie Mercury).
Mettere sempre in discussione tutto quanto per trovare le risposte.