Questa è la storia di Andrea. Un altro Andrea, non io, la cui vita è finita tristemente all’età di 15 anni. Un giorno, tornato dal suo liceo romano, ha preso la sciarpa e si è impiccato, davanti al fratellino. E lì se ne è andato.
Andrea pare fosse gay e oggetto di costante derisione. Era preso in giro dai compagni, da chi gli stava intorno. Avevano costruito una pagina facebook appositamente per ridicolizzarlo. Una realtà troppo pesante per essere sopportata da un ragazzo di appena 15 anni.
Andrea amava vestirsi di rosa, metteva lo smalto, era eccentrico. A suo modo era diverso. Cercava una voce con cui esprimersi e trovare se stesso. In quella fase della vita in cui tutti cambiamo e cerchiamo la nostra identità.
Sono stati incolpati i compagni di classe e i professori per atteggiamenti omofobi, da loro ritrattati in una lettera aperta (la potete leggere qui). Hanno dichiarato che il ragazzo era sì stravagante, ma “Non era omosessuale, tantomeno dichiarato, innamorato di una ragazza dall’inizio del liceo”. La pagina Facebook invece non lo offendeva, ma nasceva per raccogliere i momenti felici di quel ragazzo. Andrea era insomma un bravo ragazzo, amato da tutti.
La famiglia chiede giustizia per il figlio vittima di bullismo e calunnia. Si sta ancora indagando sulla questione, ma la deputata Paola Concia, dopo un veloce incontro di due ore con i compagni di classe e con i professori, si sente già di assolverli. Sono sconvolti e rattristati per la perdita. La scuola non è omofoba, anzi è aperta alla diversità. Anzi il ragazzo “aveva oggettivamente dei problemi familiari” (qui le dichiarazioni).
Questi sommariamente i fatti.
Permettetemi di dire questo. A me non interessa se Andrea era omosessuale o meno. Lo sapeva lui e non è il colore di un vestito o l’originalità di una persona a dirmi il suo orientamento, né mi crea un problema il gusto sessuale di una persona. Non posso però che essere rattristato da quanto successo. Andrea è prima di tutto una persona, questo è ciò che conta. Una persona prima ancora del suo orientamento, del suo vestiario, del suo comportamento. Un ragazzo che a 15 anni ha deciso di farla finita. Questo è ciò che mi mette tristezza dentro.
Non amo la santificazione o la demonizzazione delle parti in causa. Né voglio che Andrea sia trasformato in martire da parte della comunità omosessuale. Andrea è un individuo.
Rifiuto di credere alle affermazioni dei compagni che improvvisamente amano tutti follemente il loro coetaneo deceduto, arrivano ad affermare che la pagina incriminata altro non era che un gioco scherzoso a cui lui stesso partecipava. Trovo ridicolo quando affermano che lui non era omosessuale, tantomeno dichiarato. Andrea sapeva i suoi gusti e il resto non conta.
Andrea era troppo sensibile, non è stato forte a sufficienza per affrontare questo mondo da solo. A 15 anni viviamo una fase molto difficile della nostra vita, transitoria, in cui tutto si mette in discussione, si rimodella, si anima di nuove esigenze. Ma è un cambiamento duro per tutti, non facile da digerire.
Andrea è soltanto l’ennesima vittima di un sistema che non accetta il diverso. Se non sei uguale agli altri sei sbagliato. E se sei un uomo non ti devi mostrare sensibile, il rosa è frufru e l’omosessuale non è un uomo. Questi pensieri sono frutto di una società ignorante. Si parla costantemente di progresso. Il mondo cambia, evolve. Diventa più intelligente. L’età media cresce e la medicina trova soluzioni a nuove malattie.
Eppure ancora non riusciamo ad accettare una persona che si comporta fuori dagli schemi o lo giudichiamo sulla base di un gusto sessuale. Davanti a ciò, come si fa a parlare di progresso? Come si fa a parlare di progresso quando Andrea altro non è che l’ennesimo adolescente che ha trovato nella morte la sua salvezza?
Mi spaventa l’Italia. Si rivela un paese fortemente retrogrado e obsoleto. Mentre i paesi occidentali iniziano a riconoscere i diritti alle coppie di fatto, omosessuali, riconoscono l’esigenza di tutelare quella comunità che non è una semplice nicchia, ma è una realtà che in quanto tale va tutelata, l’Italia resta dietro a tutti. Abbiamo una classe politica malata, pregiudizievole, sporca e omofoba. E la legge antiomofobia persiste a non essere approvata, si posticipa non essendo per loro un problema serio. Si incentivano atteggiamenti omofobi e aggressivi, complice la presenza della Chiesa romana.
Credo che chiunque di noi possa essere religioso, ma la religione non può nel 2012 restare un modello finalizzato allo status quo. Utile a mantenere la paura e l’ignoranza. Si può essere religiosi, accettando il diverso. Del resto al carissimo mondo cattolico che tanto parla di moralità e di correttezza mi viene da rispondere:
Non giudicare se non vuoi essere giudicato. Dio ama tutti incondizionatamente.
In Italia si tacciono su questi crimini. E la prima cosa che tutti si sono sentiti di dire era che Andrea non era omosessuale, anzi era normalissimo!
Ho a volte veramente paura di questo mondo e soprattutto di questo paese. È retrogrado e lo resterà ancora a lungo.
Mi auguro sempre che ci possa essere un cambiamento di mentalità all’interno di ognuno. E la storia ci insegna che a volte è possibile. Dal movimento delle suffragette a quello nero. E chissà che un domani anche la comunità LGTB avrà essa stessa il proprio riconoscimento. Forse è una mera utopia. Mi auguro di no.
Tornando ad Andrea, spero con tutto il cuore che adesso abbia trovato la pace, abbia trovato quell’armonia di cui sentiva il bisogno. Spero che, se esiste un Dio lassù, lo abbia voluto con sé per un disegno più grande.
Ma l’amarezza mi pervade. Non si può terminare una vita a 15 anni…
@aMe
Direi che hai detto tutto quello che c’era da dire…
Tanta rabbia in corpo…
No comment! Non ho nemmeno voluto finire di leggere quelle lettere. Come disse la mitica Littizzetto, cominciavano a spuntarmi le squame!
Ma dico: ci prendono per fessi?
Il gesto tragico non basta a spiegare la disperazione di questo povero ragazzo?
Quale persona sana di mente si giustificherebbe di fronte a tanta evidenza?
Dovrebbero starsene zitti anziché sparare c******. Sarebbe quantomeno più rispettoso.
Invece no, la raccontano cosi, come se fosse una favola (finita male peraltro) in cui lui era praticamente il giullare delle scuola, che divertiva tutti e che era simpatico e amico di tutti e con tutti…
Voglio solo dire solo una cosa: queste non sono persone. sono delle m****, se io fossi a Roma metterei le mani addosso a quei maledetti. Professori, se così possiamo definirli, compresi. È ora di dire basta al bullismo e a questo sistema in cui chi dovrebbe fare qualcosa, non solo non fa nulla, interferisce. Se servisse bisognerebbe ripagarli con la loro stessa moneta, ma in questo sistema del menga si finisce ancora dalla parte del torto.
Capisco la tua rabbia e il tuo sfogo, ma credo che la legge del taglione non sempre sia la cosa migliore.
Non in questo caso.
I reali colpevoli pagheranno nella loro vita per quanto hanno fatto, perché ciò che si semina si raccoglie.
La mia più grande speranza è che si faccia giustizia sulla vicenda, qualunque sia la reale motivazione del gesto di questo ragazzo. Anche se, in ogni caso, soltanto lui sa esattamente che cosa gli è balenato in testa.
Il bullismo è una piaga e bisogna assolutamente fare qualcosa per fermarla. Andrea non è il primo né sarà l’ultimo, ahimè. E l’omofobia è un altro male che bisogna combattere, come il razzismo perché questa è soltanto una nuova forma di razzismo.
Nel mio piccolo ho voluto fare la mia parte, raccontando questa storia, nella speranza di aiutare a non dimenticare.
Complimenti per il post, hai scritto un mucchio di cose amare, fredde e prospettiche, come è giusto che siano, per svelare il marcio che sta dietro certi atteggiamenti di facciata anche di fronte a tragedie come queste. La cosa che mi fa pensare è che nonostante il progresso, questi atteggiamenti non siano cambiati. Anzi, forse grazie al progresso ai mezzi di informazione siamo a conoscenza in misura maggiore rispetto al passato di queste tragedie che altrimenti resterebbero nascoste; però al tempo stesso il progresso amplifica questi problemi, vedi appunto l’uso di facebook ed anche le notizie che oggi a mesi di distanza dal tuo post, ancora ci colpiscono al cuore. La verità è che l’essere umano è così e le storie si ripeteranno sempre. E che bisogna cercare comprensione e speranza nell’esistenza di quella cerchia di persone che non fa gruppo ma che esiste al mondo, persone che la pensano in modo non volgare e non omologato alla massa. E, soprattutto, riuscire ad essere abbastanza forti da non farsi ferire da pregiudizi inutili; per esempio il machismo oppure il concentrarsi in modo ossessivo sul sesso, anche da parte di donne; spesso quando ciò accade è solamente per invidia nei confronti degli altri e delle loro reali potenzialità; questa è una cosa che ho imparato solo ultimamente, ma bisogna vedere che in realtà chi offende o chi giudica è solo un debole che ha trovato una persona fragile di cui approfittarsi. Se la vedi così tutto si ribalta, i deboli sono gli altri, tu sei il forte!
Ciao Marco, grazie per questo tuo splendido commento. Lo leggo con piacere, anche se ho dovuto rileggere il contenuto di questo post che non ricordavo più in maniera molto dettagliata. Personalmente mi sento sempre molto legato al movimento LGTB perché lo considero un cambiamento del nostro tempo, così come appunto lo furono quello nero, quello femminile prima. Oltre che cerco di apprezzare e sostenere la diversità all’interno della società. Sono convinto a volte, che in un futuro spero prossimo piuttosto che distante, anche questa comunità abbia i suoi riconoscimenti, ma mi domando spesso quale sarà la prossima comunità ad esplodere e insorgere. Nel senso, la storia è piena di ricorsi, di cicli a ripetersi. E pare quasi si cerchi sempre un capro espiatorio su cui far ricadere le colpe per tutto (tu non hai idea di quanti gruppi militanti religiosi accusino gli omosessuali di essere la causa dei tornadi che hanno colpito i paesi statunitensi per esempio). Quello che tu dici sugli altri e sul modo di pensare altrui lo ritengo molto veritiero. Usiamo tutti meccanismi di difesa: è meglio omologarsi e confondersi nel gregge piuttosto che trovare la propria strada e la propria identità (cosa di cui ti avevo accennato anche a voce), piuttosto che proiettare sugli altri le proprie paure e debolezze per il solo gusto di sentirsi più forti e i giusti e via dicendo. Personalmente disprezzo gli estremismi, in ogni direzione, cerco sempre di vedere individui a tutto tondo, anche se non sempre ci riesco…
No a me sembra che riesci a disprezzare l’estremismo, a volte la critica e l’indignazione possono fare diventare estremisti, ma se si prende un’idea in modo estremo non è un male, basta che si rispettino gli altri.
Sul tema non saprei dirti, ho conosciuto una trans e sicuramente come dicevi anche in un altro post credo che sia ammirevole il coraggio e la determinazione dei “diversi”; nei singoli casi poi siamo tutti esseri umani con una loro storia da rispettare e da amare.
A livello di comunità e di diritti il discorso per me è più complicato, perché sono sempre stato molto scettico su manifestazioni di esibizione e di costume che si trasformano in qualcosa di falso a livello collettivo; questo è anche un cavallo di battaglia del discorso a sinistra ma per me in quanto a diritti viene prima il diritto collettivo al lavoro e alla salute, poi tutti i diritti civili e individuali!
E poi tutto il discorso per me si ferma quando si parla di adozione, la questione del concepimento è fondamentale: è un limite che non si può superare, e giustamente anche, io sono contrario alle adozioni da parte di omosessuali.
Trovo interessante affrontare la questione e sentire diversi punti di vista. Infatti mi hai fatto venire in mente qualche idea per post futuri. Giustamente basta rispettare gli altri poi chiunque è libero di manifestare le proprie opinioni, anche se difficile a volte supportare la libertà al 100% (intendo uno che mi venisse a santificare Hitler non riuscirei a priori a giustificarlo o a rispettarlo per fare un esempio per l’appunto molto estremo).
Sul discorso dei diritti, rispetto le tue opinioni anche se mi trovo in disaccordo per una volta. Se per talune manifestazioni esibizionistiche (non so esattamente a cosa ti riferivi, a me è venuto in mente per esempio il Gay Pride) sono tendenzialmente contrario perché lì prevale l’aspetto goliardico più che umano, su altre ritengo siano da valorizzare. La lotta dei diritti civili e individuali non può essere secondaria a quella della salute e del lavoro. Ma devono correre su binari paralleli. Sull’adozione la mia posizione è piuttosto travagliata e non credo nello spazio di un breve commento a dare la giusta motivazione, anche se in generale sono a favore delle adozioni purché esista amore alla base del nucleo familiare. Magari potrebbe essere l’oggetto per un articolo futuro.
Sono sempre molto triste quando accadono questi drammi….ho sempre detto che la propria vita appartiene ad ognuno di noi che ha il diritto sacrosanto di viverla come meglio crede….chi siamo noi per decidere come questo debba essere?
Ciao Lucia, piacere di conoscerti. Grazie per questo tuo commento e appoggio totalmente il tuo pensiero! Chi siamo noi per dire agli altri se è giusto o sbagliato o come vivere qualcosa? Possibile che un gusto di un colore, un orientamento sessuale, religioso o quant’altro continui a essere motivo di discriminazione? Dobbiamo essere liberi di vivere come meglio vogliamo, ma soprattutto come meglio ci sentiamo!
Un saluto
Andrea