Nonostante abbia solo 23 anni, mi trovo spesso a chiedermi se esiste Dio.
Per me Dio è un qualcosa di indefinito, ma di vitale importanza nei momenti di sconforto.
Credo che derivi dalla mia istruzione e dalla mia provenienza. Sono nato in un paese profondamente cattolico e sono cresciuto da cattolico. Battesimo, comunione, cresima, passando per un gruppo parrocchiale e l’essere un chierichetto.
Poi nel corso degli anni, imparando a interrogarmi sul contenuto e centralità di questi sacramenti e soprattutto della chiesa, quella con la c maiuscola e minuscola, ho iniziato ad allontanarmi dal cattolicesimo. Non mi riconosco in questa religione, né in nessun’altra. Ma la mia visione della vita oramai è talmente tanto influenzata da questa mentalità che mi condiziona tutt’oggi.
Così nella mia testa, seppure non sia un credente praticante, non mi considero neanche del tutto libero dall’idea di un Dio sopra di noi. Tuttavia, ho imparato a modellare questo immaginario e a esplorare inconsciamente le altre religioni.
In ognuna si parla di un’entità superiore a cui è dato un nome diverso. Ogni religione prevede una serie di regole che vengono imposte ciecamente dalle istituzioni, spesso in maniera totalmente errata o aprioristica. Molte di queste tradizioni hanno radici in motivazioni prettamente pratiche, legate alla terra e al tempo in cui nascevano. Se non per ragioni esclusivamente politiche o diplomatiche. Oggi sono però coercizioni insensate nella maggior parte dei casi.
Per questi e altri motivi, più complessi, ma non credo di vostro interesse, ho abbandonato il culto di una specifica religione, cercando di vedere il meglio di ogni fede. E cercando di rispettare chiunque abbia credi diversi, purché essi non si trasformino in preconcetti e in atteggiamenti di povertà umana.
Nonostante ciò, mi ritengo profondamente religioso perché ho la necessità di credere in un qualcosa di alto e magari indefinito. Forse, allora, sarebbe più giusto dire spirituale.
L’idea di un Dio che vigili su tutto, nella mia testa, trascende dalla necessità di credere nel creazionismo o nel fatalismo, anzi sono concetti ben distinti. La convinzione di un Dio è forse la mia spontanea visione di avere fiducia che esista qualcosa che possa dare una spiegazione a qualcosa di profondamente insensato.
La natura umana è pur sempre animale, ma contrariamente alla quasi totalità del regno animale è spinta (anche) dalla naturale richiesta di porsi interrogativi esistenziali. La vita umana è a suo modo folle e immotivata, guidata da concetti artificiosi ottimisti o negativi, ma poche volte estremamente dettati dal volere di Madre Natura.
Nel momento in cui non riusciamo a ottenere risposte a tali questioni, ci aggrappiamo alla nostra ultima possibilità. Convincerci che esista qualcosa di più elevato e inimmaginabile pronto a risponderci su nostra richiesta.
La mia parte razionale ha tentato di rispondere così alla domanda se esiste un Dio. Secondo me, Dio diventa un nostro bisogno per dare senso a qualcosa che, nel profondo, non dispone di un senso. Dio è la persona cara che non ci tradirà e che ci seguirà in ogni nostro piccolo passo. Buono o brutto. Che ci guarderà cadere lungo la strada o ergerci a vincenti.
Poi c’è la possibilità che Dio non sia necessariamente qualcosa di elevato. Magari, come canta Joan Osborne in One of Us, è un qualcosa di ancora più astratto e involontariamente concreto. Chi ci dice che non sia una presenza, uomo o donna, adulto o bambino, che ci sta accanto in questo momento? Perché non può essere il nostro sconosciuto vicino sull’autobus?
A volte guardo il cielo stellato. E mi rendo conto di quanto piccolo io sia in realtà. E di quanti misteri ci siano ancora da svelare. E di come la nostra vita sia solamente un granello di polvere in uno spazio infinito…
@aMe
Andrea Magliano
Ciao, piacere di fare la tua conoscenza, ti rispondo qui, perchè Dio è nell’incontro, di te con te, di te con gli altri che sono sempre te, in questo incontro scoperta Dio è, comprendilo e lo hai trovato 🙂 auguri di buon anno 2013
Innanzitutto ricambio il piacere e anche gli auguri per il nuovo anno! Trovo molto illuminante il tuo commento e ti ringrazio per questo. Purtroppo sono una persona ipercritica, perché lo sono principalmente su di me, per cui molti miei problemi partono da me in quanto individuo. Così sto cercando di intraprendere questo percorso spirituale di cui tu parli, con tante e rovinose cadute lungo la strada, ma cerco di non demordere e guardare avanti! 🙂
🙂 se già cerchi, hai trovato. Non è un modo di dire, ma la considerazione che quando intraprendi un percorso, per quanto possa essere difficoltoso e lungo, la tua scelta di comprendere stessa ti guiderà, basta stare a braccetto con la verità da un lato e l’amore dall’altro. Un grande in bocca al lupo 🙂
Crepi il lupo 🙂 E ancora grazie per le belle parole di incoraggiamento. Ho diciamo un mio angelo custode che mi aiuta in questo percorso facendomi restare sulla giusta strada 🙂
Grazie per la qualifica, immaginami più come una mamma 🙂 ho una figlia della tua età. 🙂
🙂