Tutte le recensioni che ho letto su questo film iniziavano tutte nello stesso identico modo: è o non è il prequel di Alien? Per rispondere, partiamo dal magnifico teaser trailer, uscito lo scorso dicembre che ricalca nello stile il ben più famoso film di Ridley Scott.
Prima di descrivere la trama, preciso ciò che Prometheus è secondo me, cioè sia un prequel sia una storia totalmente separata. In concreto, l’idea di partenza è quella di sviluppare l’universo del film del 1979 e di porvi numerosi punti in contatto. Il film vira però su temi nuovi e ancor più pretenziosi. Se Alien è il classico sci-fi horror in cui un mostro uccide membro dopo membro l’equipaggio di un’astronave mercantile, Prometheus cerca di affrontare l’annosa domanda su chi siamo e da dove veniamo.
Una coppia di scienziati, tra cui Noomi Rapace, scopre alcune pitture rupestri che raffigurano una sorta di mappa stellare. Secondo loro si tratta di un invito dei nostri lontani creatori. La Weyland mette a disposizione un equipaggio composto da scienziati con cui intraprendere questo viaggio volto alla ricerca dei nostri avi, chiamati Ingegneri. Ma quando arrivano su quel pianeta scoprono che nulla è come sembra.
Premetto subito una cosa, il mio giudizio sul film. Se devo valutare il lungometraggio come opera individuale, lo considero comunque un prodotto mediamente buono, consapevole, ahimè, della scarsità delle ultime pellicole uscite. Se lo si vuole però confrontare con l’opera distante più di trenta anni, nonostante le allora limitazioni tecniche, ne esce con le ossa rotte.
Perché Alien nella sua apparente linearità riusciva a delineare i personaggi psicologicamente e introdurre temi delicati e affascinanti (la serie è infatti una sorta di decalogo sulla donna e sulla femminilità, complice l’incubo di Giger, creatore degli alieni). Prometheus ha dalla sua un’ottima regia, un’ottima stereoscopia, alcuni buoni attori, ma cade su uno dei perni centrali: la sceneggiatura.
Inizialmente affidata a Jon Spaihts, poi a Damon Lindelof, famoso autore proveniente da Lost, presenta un forte pressapochismo per tutto il film che gradualmente naufraga nella follia pura. Ottimo materiale per gli autori di Scary Movie.
Vi propongo alcune delle chicche più divertenti:
- In Alien la Nostromo, nave mercantile, conta un equipaggio di meno di una decina di personaggi. Qui siamo con un team di quasi venti anime, di cui molte non vengono presentate. Non si capisce chi muore, come, quando e perché.
- Sulla Prometheus l’equipaggio è formato da scienziati, oserei dire della peggior specie, i quali scoprono il motivo della spedizione quando la nave è pronta ad atterrare sul pianeta alieno. Capisco i motivi logistici/produttivi della sceneggiatura, ma sarei curioso di sapere chi accetterebbe nella realtà un incarico senza neanche porsi una domanda. E per un film che vuole essere esistenzialista è molto grave.
- Parliamo di due scienziati, il biologo e il geologo/addetto alle mappe, tra cui è sotteso tra l’altro un leggerissimo rapporto omoerotico. Perché ormai l’omosessualità è la moda del momento. Questa coppia è capace di perdersi. Direte: ma come? Lui è l’addetto alle mappe e si perde? Inoltre il biologo, lì proprio per nuove forme di vita, è il primo a fuggire quando vede il cadavere di uno degli Ingegneri. Più tardi tuttavia offrirà un arto a un serpente dalla bocca a vagina (perché le allusioni sessuali di Alien tornano prepotentemente) in una scena chiamatissima.
- Il personaggio di Noomi Rapace, novella Ripley, utilizza una macchina medica all’avanguardia tarata per operazioni maschili per subire un parto cesareo! Non contenti della profonda incongruenza, l’apparecchio, capace delle più moderne operazioni, non dispone di un raggio laser per ricucire la paziente, che viene letteralmente graffettata! Ancora non contenti, la Rapace esce dalla capsula, faticando a muoversi. Cambia l’inquadratura e cammina perfettamente come niente. Nuova sequenza ed è lì a correre mentre un’astronave le precipita addosso…
- … e se un’astronave precipita molto lentamente cosa fanno per fuggire lei e la Theron? Vi corrono sotto, nella zona d’ombra, non cercando di spostarsi ai lati dove si salverebbero facilmente.
Queste sono solo alcune delle stupidaggini. Per altre vi rimando alla parodia della serie How it should have ended che mostra, anche, come sarebbe potuto finire collegandosi direttamente ad Alien. Perché la verità è questa: Prometheus nasce volutamente per essere un prequel di un altro prequel per poi sfociare in Alien. Insomma quando Hollywood è totalmente priva di idee…
Eppure il film non è tutto da buttare. A partire dalla scena iniziale. In un mondo inviolato, un Ingegnere beve una strana pozione. In quel momento il suo corpo si frantuma e si scioglie nell’acqua. E qui il suo DNA inizia un nuovo corso. Gli Ingegneri, fisicamente simili a noi umani, sono i nostri creatori avendo lo stesso DNA. Scott, tuttavia, non ha mai specificato che quel pianeta fosse il nostro. Nella sua idea gli Ingegneri viaggiano nello spazio per creare nuovi ecosistemi.
Tutti hanno focalizzato la loro attenzione su quest’immagine per dare credito alla teoria del creazionismo. Trascendendo tuttavia su due punti fondamentali. Assodata l’idea della panspermia, se noi fossimo figli degli Ingegneri, chi sarebbero a loro volta i loro padri? Inoltre, il mondo su cui atterrano appare come immacolato e il sacrificio confluisce direttamente nell’acqua, da cui parte la vita sulla Terra. È possibile allora sottendere come l’evoluzione possa avvenire in modo naturale e non controllato dopo l’intervento di una mano divina, qui rappresentata da un’altra forma di vita più intelligente?
Un’altra atavica domanda è quella di chiedersi che cosa succederebbe se padri e figli di questo processo si incontrassero? La visione di Ridley Scott è fortemente pessimista. A cominciare dal nome dell’astronave, la Prometeo, che nasconde secondo la mitologia una storia tragica.
Gli Ingegneri non sono contenti della visita degli uomini. L’equipaggio scopre difatti degli esseri sì evoluti, ma violenti e in procinto di tornare sul nostro pianeta per scagliare una piaga e distruggere la stessa umanità da loro creata. Quella piaga rappresentata da una stiva di cilindri colmi di un liquido nero e pulsante, capace di mutare il suo ospite. E che è l’origine dello xenomorfo di Alien.
Così, da una domanda a cui hai appena risposto, scaturisce un nuovo quesito. Perché il creatore dovrebbe disprezzare la propria creatura al punto di volere sterminarla? Che cosa è andato storto in questo ipotetico loro esperimento da cercare la sua fine?
Inoltre, ancora prima di cogliere il senso della stessa distruzione, quale dovrebbe essere il motivo alla base della nostra creazione ? Il pessimismo cosmico dell’autore traspare da uno dei pochi personaggi ben costruiti, l’androide David, interpretato da un eccezionale Michael Fassbander. Nel dialogo con il marito della Rapace, parlando proprio di questo risponde secco:
Forse vi hanno creato perché potevano farlo, come voi siete stati capaci di creare me.
La risposta è di una brutalità disarmante. Noi nasciamo senza uno scopo reale, ma come semplice manifestazione di un’intelligenza superiore che ci ha usato come esperimento. Noi siamo un progetto, nulla di più.
Il film si chiude senza certezze e con un finale aperto al sequel. Termina con l’immagine di un’astronave che parte verso un nuovo pianeta per ottenere queste risposte. L’emblema di una visione di vita. Viviamo perché vogliamo ricevere risposte e la nostra sete di conoscenza è ciò che ci caratterizza come esseri umani. Ma chi ce le può dare? E soprattutto le otterremo mai?
Chiudo osservando questo. Nel film i vari personaggi si possono classificare in due gruppi: la fede e la ragione. La seconda categoria perde nettamente contro la prima e i sopravvissuti, coloro che hanno fede, partono verso il nuovo viaggio. Perché la speranza non va mai persa. Forse è questo il senso della vita.
@aMe
Andrea Magliano
Bell’intervento! Per fortuna nel sequel, se mai verrà realizzato, Damon Lindelof non avrà il permesso di rovinare un ipotetico capolavoro.
Grazie mille 🙂 Speriamo appunto che non ci sia più Lindelof alla sceneggiatura! Lo hanno confermato, ma a Hollywood sono sempre in tempo a cambiare idea!
Film che, come ho scritto da me, mi ha deluso molto: lascia troppe domande senza risposte, e alcune trovate come la genesi dell’alieno sono davvero troppo cervellotiche. peccato perchè all’inizio mi aveva preso molto, ma poi il film si è perso quasi subito, come purtroppo capita a troppe pellicole di scott. un saluto!
Piacere di conoscerti e grazie mille per il feedback! Sono contento del tuo commento e in parte lo condivido in pieno! Tante premesse buone, ma poi il film cade nel ridicolo involontario e sulla genesi dell’alieno idem. Infatti sono curioso di capire come si ricollegheranno all’originale Alien a questo punto…
Per quanto riguarda le domande alla fine la trovo una scelta in parte giustificata o meglio giustificabile… Alla fine la nostra vita è fatta di domande senza risposta o da cui scaturiscono altre domande ancora. Personalmente credo sia una mera utopia arrivare a rispondere al mistero della vita, della creazione/evoluzione e credo che il film voglia suggerirci anche questo, però ripeto è un parere molto personale 🙂