Ho promesso che non mi sarei mai ripetuto. Ho promesso che avrei scritto soltanto testi nuovi. Ho promesso.
Ma ogni tanto le promesse vanno disattese. Per tanti motivi. Questo l’ho scritto nel lontano gennaio 2009 e mette in evidenza tanti aspetti della mia persona e del mio stile. Piuttosto ermetico e al tempo stesso banale.
Oggi sono un po’ nervoso. Per alcuni motivi. Sono andato a dormire tardi. Mi sono svegliato presto. Ho fatto l’albero.
Buona lettura. Almeno spero.
Tutto inizia con una nave spiaggiata in pieno deserto. Tutto è distorto. Intorno solo piante. Ma la sabbia avvolge tutto e tutto nasconde. Tu. Io. Il mio sogno. Il sogno. Fletto i muscoli. Sono in uno sgabuzzino. Sono al buio, ma d’un tratto la luce si accende. Eccoti. Eccomi. Completamente nudo. In catene e intorno a me la combinazione per salvarmi. Sono numeri, sono parole sparse. Le parole che mi sono state dette. Le parole che non vorrei risentire per non cadere in errore. Le parole che ho pronunciato senza il benché minimo interesse. Sono storie sono favole. Ricominciamo. Tutto inizia con una nave spiaggiata in pieno deserto. Tutto è distorto. Solo sabbia. Sabbia e ancora sabbia nella desolazione del tuo essere. Io sono nudo, totalmente. Sono incatenato. Braccia e gambe intrappolate da quelle funi di metallo. E tu che giochi sul mio corpo con la tua mano. Finché non mi dici la soluzione dell’enigma. Non mi piace. Ricominciamo. Tutto inizia con una nave spiaggiata nel deserto distorto di sabbia che rappresenta quel che vuole rappresentare. Io sono nudo incatenato davanti a te. Tu hai una frusta e mi dici parole vuote e prive di senso. Io ci sono cascato? Possibile, ma forse no. Io credo che qualcosa non vada. No forse va. Ricominciamo. Tutto inizia con una nave spiaggiata nel deserto della stanza in cui tu mi hai incatenato. Sono nudo e solo. Sono nudo e tu non ci sei più. La chiave è intorno a me. C’è un muro ricoperto di simboli. Un muro ricoperto di interessi morbosi che si riducono solo a essere morbose curiosità. “Come ti senti?” “Come stai?”. Non ti interessano ed io lo so. Lo vedo da come mi rispondi, lo vedo da quanto tempo impieghi. Lo vedo e l’ho visto. Qualcosa. Non mi piace. Ricominciamo. Sono in pieno mare, c’è un iceberg e oltre il deserto. La nave lo colpisce come tu mi spezzi il cuore. Io corro dritto per vedere lo sguardo, ma la sabbia cela alla vista il taglio. Tu compari e mi rapisci. Mi leghi ad un sotterraneo chissà dove dopo avermi denudato e fatto quel che hai voluto del mio corpo con quella tua mano e con la tua passione. E non posso dire di non essermi inebriato di quel momento. Di aver goduto come non mai. Eppure intorno a me c’è solo un vuoto, una stanza, tu non cogli la mia richiesta d’aiuto e io non colgo quel che avrei dovuto cogliere. Tu ritorni con la frusta. Mi dai una scelta e io l’ho presa. Sarà una nuova filosofia, sarà dedicata alla novità. Ogni periodo cambiamo è questo il fatto e ogni me che rifiuteranno sarà un me che ameranno. Perché la verità è questa: sono solo storie, sono solo illusioni. Ricominciamo. Tutto finisce con una nave spiaggiata in pieno deserto. Era una nave lunga…
10 gennaio 2009
©aMe
Andrea Magliano
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