Per tutti gli smemorati, me compreso, che all’ultimo minuto devono ancora comprare i regali di Natale, vi consiglio un film targato Disney. Si tratta del trentesimo classico secondo la numerazione ufficiale e si intitola La Bella e la Bestia. Una fantastica storia d’amore, un’emozione unica per tutti i sognatori che vogliono lasciarsi trasportare in un mondo fiabesco. Dunque prestate molta attenzione a chi regalare questo film! Donatelo soltanto a chi merita la vostra attenzione! Altrimenti regalatelo a voi stessi e fatevi cullare per novanta minuti in questa dimensione magica.
La storia è ambientata in un piccolo paesino francese. Qui vivono una giovane sognatrice stufa della monotonia del villaggio, Belle, e il padre, un anziano inventore tanto eccentrico quanto combina guai. Un giorno, questo si avventura nel bosco, ma si perde. Trova rifugio in un castello incantato, vittima di un sortilegio che ha ridotto l’intera servitù in oggetti animati e il suo padrone, un bellissimo principe azzurro, in un’orrida bestia. L’incantesimo si spezzerà soltanto quando una donna si innamorerà della bestia prima che una rosa fatata perda l’ultimo petalo.
Trattandosi di un film Disney e pur sempre di una fiaba per grandi e piccini, è naturale immaginare come questa finirà. Per farla breve, Belle raggiungerà il castello e si offrirà al posto del padre. Tra i due scoppierà l’amore e alla fine vivranno tutti felici e contenti.
Da aspirante regista, quando penso a un film che vorrei realizzare prima di morire, una pellicola di cui andare realmente fiero, immagino immediatamente La Bella e la Bestia. Tutto è curato nei minimi dettagli, fino a rasentare la perfezione assoluta.
Avete presente che sono talmente fanatico della storia che ho letteralmente consumato il VHS – che custodisco ancora gelosamente -, costretto un carissimo amico a portarmi a vedere la riedizione 3D uscita al cinema, e che addirittura mi sono presentato in negozio il primo giorno per acquistare la versione blue-ray? Ho visto il film così tante volte da far fatica a non recitarlo per conto mio. E ne sono talmente innamorato che ogni volta che sono depresso, abbattuto per qualcosa o semplicemente ho bisogno di un po’ di compagnia, lo metto in sottofondo! Perché tutto questo?
La storia e lo stile. Da sognatore con venature gotiche – perché nelle mie storie alcuni temi portanti, mi sono accorto, sono la paura, la solitudine, la morte, ma non alla Tim Burton’s style – questa è la mia fiaba. Un castello colpito da un sortilegio. La bestia, un ibrido tra un leone e un licantropo. Una maledizione incatenante che costringe a vivere in una prigionia corporea e mentale. E notate che mentre gli abitanti del castello vogliono fuggirne, Belle ci vuole entrare a tutti i costi perché la sua prigionia è ancora più subdola. Lei è normale, è una bellissima ragazza, eppure è la disadattata in una società di ordinari soltanto perché sognatrice e vogliosa di avventure.
I protagonisti. Mi riconosco sia in Belle sia nella Bestia. Nella prima perché si sente un uccellino in gabbia. Un piccolo paesino che non è il suo mondo. Nella Bestia perché chiusa in se stessa, violenta solamente perché è stata ferita dal mondo estraneo, ma con un notevole bisogno di amore e di affetto. E che nonostante tutto continua a proferire speranza nella vita e nell’amore. E inconsciamente perché non mi considero bello, anzi mi considero una piccola bestia. Se però lui riesce a trovare l’amore della sua vita, magari lo troverò anche io!
Amore. La Bella e la Bestia è una storia d’amore, una delle più belle a cui potessi assistere. Due sconosciuti, completamente opposti, che si incontrano casualmente e che scoprono di avere molto in comune. Due disadattati capaci insieme di affrontare la vita. Non c’è il colpo di fulmine, ma un graduale conoscersi e apprezzarsi l’un l’altro. La parte centrale del film è eccezionale perché permette di osservare il microcosmo di comportamenti, le mille sfaccettature che conducono sull’inguaribile via dell’amore. La loro mimica facciale e il cambio di tonalità vocale. Guardate il video sotto e ditemi se non ho ragione.
Fino ad arrivare alla famosa scena del ballo. Ai tempi fu una delle più complesse mai realizzate, dato che per la prima volta si inserisce la CGI in un film d’animazione. Uno dei momenti più toccanti del film è quando la Bestia lascia andare Belle per farle assistere il padre malato. Quel gesto è per me una delle più grandi manifestazioni d’amore. Rinunciare alla propria felicità per la felicità altrui e, in questo caso, rinunciare innanzitutto alla propria libertà e alla propria vita per affidarla nelle mani di un’altra persona. Non avete idea di quanto anche io desideri un amore del genere. Un amore che sappia andare al di là della superficie, che sappia guardare i tuoi occhi e non accorgersi magari del colore per focalizzarsi invece sulla tua anima. Deve essere fantastico.
Belle. Non è la classica ragazza passiva come da buona tradizione Disney. Non è una principessa che cade in un sonno eterno, in attesa del suo principe. Né è la classica bellezza acqua e sapone. Belle è un personaggio fortemente complesso e umano. È una ragazza che si eleva a donna. Sa ciò che vuole e sa come ottenerlo. È un animo vincente che si trasforma da principessa ad eroina del suo principe/eroe in un continuo scambio di ruoli.
La musica. Il film è stato il primo film d’animazione della storia a essere candidato per l’Oscar come miglior film. Il premio non fu vinto, ma furono ottenuti riconoscimenti nelle categorie di miglior colonna sonora e miglior canzone. Le musiche qui sono assolute protagonista. È un musical perfettamente orchestrato che nella versione italiana acquista maggiore fascino. L’italiano è una grande lingua persa, ahimè, nei mille dialetti e nell’ignoranza attuale che le ha dissipato il suo splendore. Ma la nostra è una lingua musicale. Le nostre traduzioni sono, o meglio erano un tempo, le migliori al mondo, al punto da farci valere riconoscimenti dalla stessa Disney. Vi propongo quella che è per me, in assoluto, una delle migliori canzoni dell’universo Disney, Stia con noi.
Gli oggetti. Credo che questo sia uno dei pochi film Disney in cui gli animali non parlano. A prendere il loro posto sono gli oggetti che qui reincarnano i membri della servitù nelle fattezze fisiche, nei vizi e nei pregi. Sono quasi delle macchiette, ma ognuno è dotato di una propria personalità senza il rischio di sovrapporsi. Tutto questo ben prima che arrivassero i giocattoli dotati di un’anima di Toy Story. Il loro ruolo non è tuttavia così secondario. Sì a loro sono affidate le parti comiche e una parte dei numeri musicali. Fungono da narratori interni alla storia e tuttavia godono dell’onniscienza. Veicolano a loro volta messaggi vitali in una società sempre più povera umanamente. La servitù è la manifestazione dell’amicizia, della fedeltà e della famiglia. È vero, anche loro a volte sembrano comportarsi più per un’esigenza egoistica – salvarsi dal sortilegio -, ma, nonostante tutto, si preoccupano della bellezza interiore di Belle e della Bestia. Sono il grillo parlante dei protagonisti in crescita e li assistono in ogni manovra. Non si tirano indietro quando c’è bisogno di combattere. Contrariamente invece alla gente del villaggio, chiusa mentalmente e pronta ad agire più per un proprio tornaconto che per un volere più nobile.
So di essere di parte, ma per me La Bella e la Bestia è perfetto. Una festa per inguaribili sognatori!
@aMe
Andrea Magliano
questo è un altro importante post. quando ti chiedi: “perchè tutto questo?” riferendoti all’usare il film quasi come coperta di Linus, poi ti rispondi nel passaggio relativo ai protagonisti. conoscevo questa storia e l’ho vista anni fa a teatro, ben interpretata. la bestia mi ha sempre mosso gran pena per la sua bontà. ritengo sia una storia rivoluzionaria perchè sposta la consuetudine delle favole secondo cui il bello è buono ed il brutto è cattivo. consuetudine assai discutibile.
“Questo gesto è per me una delle più grandi manifestazioni d’amore” è, a mio parere, una
considerazione di gran maturità e bellezza, perchè il solo pensarlo, implica l’inclinazione a farlo se si presentasse il momento. implica rinunciare ai propri bisogni per amore dell’altro,
implica concentrarsi più sull’essere che sull’avere. anche se non parrebbe, è anche dimostrazione d’amore verso di sè, perchè non fare questo gesto farebbe sentire indegni, toglierebbe nobiltà d’animo. rimorderebbe la coscienza fino a non dar tregua. anche questa è l’enorme differenza tra persone. un altro bel post colmo di spunti per riflettere. un abbraccio
(p.s.: solo per segnalartelo. alcuni video non si vedono. )
Ciao Lud, finalmente riesco a risponderti anche qui. Grazie mille per il tuo commento. Certo che mi vizi con queste risposte ben argomentate e i complimenti sparsi eheh Per di più, pensandola in maniera simile molte volte, mi fatichi a trovare un modo opportuno per rispondere!
A me piace il cinema, ma ho imparato a riconoscere me stesso persino nel gusto cinematografico, ovvero nella pellicola che prediligo. Tutto ciò che faccio insomma diventa una scelta alquanto personale. L’attrazione verso questo classico sta anche, come accennavi, proprio nel ribaltamento dei ruoli, in una necessaria visione di allargare i propri orizzonti. Sull’importanza di quei gesti, beh ti ringrazio per la nobiltà con cui hai descritto e colto il mio punto di vista. Purtroppo se il vero Amore ancora latita, credo che per l’Amore una persona sia disposta e capace a superare qualsiasi ostacolo. Sarà esso una partner, piuttosto che i figli. Per un Amore, la vita propria dovrebbe mettersi in un secondo piano, un po’ come ha fatto la Bestia prima e Belle successivamente.
Però che invidia lo spettacolo teatrale, la prossima volta mi ci dovrai portare eheh 😉 Ti ringrazio ancora una volta, sei sempre gentile e precisa 🙂 Un abbraccio a te!
Andrea
si sono d’accordo nel constatare che il più grande gesto d’amore sia la libertà!
La storia è un inno al detto “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. E forse è davvero stupenda la storia perchè come hai magistralmente descritto fra i due protagonisti non c’è colpo di fulmine e quindi è innovativa. Mi vengono sempre i brividi sul finale, quando c’è Adam che si trasforma come sailor moon nel principe umano e il castello con tutto il suo minimondo ritornano alla normalità.
Ecco, adesso lo adoro di più per merito tuo e delle tue curiosità! .
Eheh quando si trovano fan, vecchi e nuovi, de ‘La bella e la bestia’ il sottoscritto non può che essere d’accordo 🙂 Ricco di sfaccettature, novità per il tempo, spunti e soprattutto di… magia. Rispetto ad altri Disney qui non c’è un lieto fine già scritto, ma questo è scritto assieme ai personaggi giorno per giorno, riuscendo a battere barriere, pregiudizi e soprattutto gli ostacoli di un qualsiasi rapporto. Anch’io ho provato i brividi sul finale 🙂 E un po’ di dispiacere nel vedere come tutti tornano ai loro reali aspetti, insomma mi ero abituato a vedere oggetti parlanti eheh. Ma, uffi, non riesco a ricordare il finale di Sailor Moon! Devo recuperarlo!!!
Mmm, intanto mi sa che vado a rivedere La bella e la bestia 😉
Uno dei miei cartoni animati Disney preferito.
L’ amore per l’ altro, il sacrificarsi, lo spogliarsi dei pregiudizi e il vedere oltre le apparenze.
Una morale importante, che molte persone dovrebbero ricordarsi, ogni giorno.
Se rientra tra i tuoi preferiti saremo ottimi amici 🙂
A ogni nuova visione scopro qualcosa di nuovo e non finisco mai di sorprendermi. Allontanandosi dal filone delle solite principesse, ritengo la morale del film da te evidenziata oggi più che mai attuale. Mi sa che quasi quasi me lo riguardo stasera eheh 🙂
La protagonista prende in mano le redini della situazione, cosa ben strana nella morale Disney, dove è sempre il principe che salva la ragazza, che da emerita idiota si fa sfruttare o finisce in buche con la scritta lampeggiante ‘tranello’.
Diciamo che, probabilmente perchè è un’ accanita lettrice, è più sveglia!
La lettura è sicuramente una manna per l’anima di Belle (e non solo eheh). E’ anche figlia di tempi più moderni e la sua famiglia disfuzionalmente tecnologica ben lo rappresenta 🙂
Non è stupida come Cenerentola e Biancaneve che fanno da sguattere a casa loro, o come Alice che si infila in un buco!
Eheh hai ragione! Un’altra figura femminile che apprezzo tantissimo: Mulan 🙂