Vi svelo un piccolo segreto che tanto segreto non è. In realtà io odio Capodanno. Nello stesso modo, odio il giorno del mio compleanno. Ho troppa paura che nessuno si ricordi e che nessuno mi scriva. Lo so è una stupidaggine. Non è il problema del ricevere regali in sé. Certo se arrivano non li rifiuto, anzi. Non sono ipocrita per dire il contrario. Però amo il ricevere un semplice auguri, vuol dire che qualcuno ha pensato a me, ha fatto lo sforzo di ricordarsi del mio compleanno. E quest’anno, al contrario degli altri, il mio compleanno è stato speciale. Pochi festeggiamenti, ma con chi era speciale. Ho ricevuto anche gli auguri da alcune persone che francamente sono entrate nella mia vita un po’ per caso e che, nonostante alti e bassi e non riuscendo a capire quanto queste contano per me, so che contano a sufficienza e forse anche di più di così.
Al di là di queste mie futili seghe mentali – come avrete intuito la mia paura più grande è il restare soli -, ho sempre odiato il Capodanno e il mio compleanno perché entrambi i giorni indicano pur sempre la fine di un anno, solare e di vita. E volenti o nolenti ti costringono un secondo a fermarti e a ripensare a quello che è stato e a chiederti ciò che sarà. E tutte le volte mi dicevo che anche in quell’anno non avevo fatto nulla di davvero importante, perché il cambiamento che tanto desideravo non era arrivato.
A settembre sono entrato in una profonda crisi. Crisi che perdura, seppure in maniera molto più lieve tra momenti di gioia sfrenata ad attimi di totale apatia, ancora adesso. Almeno non è stata un’esperienza da buttare, anzi mi ha bene o male modellato in ciò che sono adesso e in quello che sarò. Fin quasi a farmi diventare uno yes man!
Ma ricordo ancora come ero ad ottobre. Sorridevo per non sentirmi dire che ero un depresso. Mangiavo il minimo indispensabile, dormivo poche ore a notte. Mi ricordo che in una settimana sono riuscito a perdere 5 chili, non so neanche come fosse possibile. Guardate un po’ la foto a fianco scattata a giugno, inutile dirvi che c’erano momenti in cui sbattevo per terra. Non vedevo francamente vie d’uscita. Ero solo. Vedevo me stesso e tutti i miei sogni. Erano feriti perché la realtà, la crisi economica, le amicizie, il lavoro che non giungeva e altro li avevano resi agonizzanti. Ricordo che niente mi interessava più, neanche le mie passioni.
Eppure la speranza non moriva. Nonostante fossi abbattuto e io tentassi di sopprimere la parte ancora vigile, dentro di me c’era sempre una microscopica luce che non smetteva di brillare. Che continuava – e lo fa tutt’ora – a mostrarmi ciò che sarei stato, perché credo nel potere dei sogni e so che si avvereranno. Davanti a quella fantastica visione c’era però del nero da dissolvere e non ero in grado di capire come farlo. Era un circolo vizioso. Mi mancava un’ancora di salvezza. Aspettavo che tutti andassero a dormire per piangere a dirotto, chiuso nella mia stanza. L’immagine della zattera deriva anche da quel momento.
La mia famiglia non mi ha abbandonato e, mentre pensavo di essere divenuto invisibile e di essere stato capace di cucire un perfetto costume, si rendeva conto della mia autodistruzione. La sera o meglio la vigilia del mio compleanno mi hanno trascinato controvoglia (la mia) al ristorante e lì mi hanno dato i regali e i biglietti. Vi giuro mi hanno reso felice e ancora adesso quando mi sento giù, come in questo momento, li leggo e capisco quanto sono fortunato al di là di tutte le mie seghe mentali.
Mia sorella mi ha scritto:
“Non ti auguro la vita di una stella, sarebbe troppo lunga… Non ti auguro la vita di un fiore, sarebbe troppo breve… Della stella ti auguro lo splendore, del fiore l’intensità e la bellezza! Ti auguro presto un colpo di scena che ti regali un grande sorriso. Ed io sarò al tuo fianco.. Ti voglio bene”
Dai miei genitori, persone di non molte parole e di non troppe pacche sulle spalle, mi è arrivato questo biglietto:
“Ricordati i sogni vanno alimentati. Se no come si avverano?”
Il regalo della mia famiglia, oltre a un contributo economico per alcune esperienze che ho iniziato ad affrontare, consisteva in una valigetta, poco più grande di una ventiquattrore per intenderci, ricca di tovagliolini/dollari americani (il mio sogno è New York del resto). Quella è la valigia dei sogni. Perché quella diventerà il mio scrigno dove depositare le mie idee, le mie aspirazioni. Perché i sogni vanno pur sempre alimentati. Mi hanno insegnato che quando si è giù, anche se tutto va storto o diversamente da come lo si immagina, non bisogna mai lasciarsi abbattere. Un bel respiro profondo e poi proseguire convinti delle proprie capacità. Ogni volta che si è giù, occorre fermarsi e prendere carta e penna e iniziare a scrivere. Ma non a caso. Bisogna scrivere ciò che si desidera, ciò che si vuole dalla vita. E bisogna sapere che fino a quando ci si crederà, tutto sarà possibile e sarà così. La valigia dei sogni è lì a fianco a me. Sempre. Giace sul letto silenziosa a ricordarmi che comunque non sono solo. Giace sul letto a ricordarmi di non rinunciare mai, di vivere la vita e anche se ho paura di qualcosa di affrontarla lo stesso. Avrò solo da imparare.
A fine anno si fanno i buoni propositi. Io voglio spingermi oltre. In questo momento, sto scrivendo tutti i miei desideri su un foglio di carta. Dal più spirituale al più materiale. Cerco di infondergli la mia più grande fiducia, nonostante le lacrime sparse in questo momento. E lo depositerò dentro la mia valigetta dei sogni. La mia sensibilità e la mia anima sognatrice non devono trasformarsi esclusivamente nel mio punto di debolezza. Devono essere la mia roccia. Sono i miei più grandi vantaggi. E non permetterò a nessuno di portarmeli via.
Depositerò in questa valigetta anche uno speciale ringraziamento verso tutti coloro, quegli amici e non, che in qualche modo mi hanno influenzato nel bene o nel male in questo 2012 e non solo. A loro va un grande augurio perché passino momenti e periodi migliori.
Ora chiudo la mia valigia. La stringo forte a me. Con un grande sorriso.
Buon 2013 a tutti. Al prossimo anno 🙂
@aMe
Andrea Magliano
Come potrei abbandonarti… Sei un grande dono che la vita mi ha regalato ed è una gioia sapere che quelle parole sono diventate carburante.
Al tuo fianco sempre. Nn mollare roccia, mai!
🙂 Non mollo, cado, ma cerco di rialzarmi! Grazie di cuore per tutto!
E comunque incassi anche i miei auguri
In bocca al lupo amico
Incasso volentieri e ricambio il gesto 🙂 Crepi e grazie ancora 🙂
Preziosa quella valigia… Coltivala e raccontacela! Saremo con te…
Ciao,
Chiara
Grazie per il sostegno, mi fa un estremo piacere!
La valigia la tengo stretta e la proteggo, ma vedo di condividerla 🙂
Grazie ancora!
Andrea
Auguri di un buon anno e buon viaggio pieno di scoperte ed incontri!
ciao
.marta
Ricambio nuovamente gli auguri e spero che sia un viaggio con grosse e gradite novità per tutti quanti 🙂
Tante buone cose
Andrea
Tanti auguri, Andrea, di cuore… e un forte abbraccio 🙂
Scribacchina
Grazie mille, Scribacchina. E’ un grande piacere conoscerti 🙂 Mille auguri anche a te!
Andrea
Ho letto il tuo post con grande piacere, sei fortunato ad avere una famiglia così bella, con dei gesti non solo carini, ma anche intelligenti e stimolanti! Meno male che sei riuscito a passare quel periodo no, poi è normale magari avere ricadute, ma se hai qualcuno vicino è meglio, e comunque anche da soli prima o poi succede qualcosa che ci si rialza… (anche perché purtroppo, anche se uno si aspetta sempre cose buone dagli altri, deve solo contare su se stesso) Almeno questa è la speranza di tutti, anche per il nuovo anno!.
Perdonami se ti rispondo solo adesso! Trovo il tuo commento veramente bello e mi trasmette una grande forza e ti voglio ringraziare prima di tutto per questo… Hai ragione, purtroppo dobbiamo contare sempre e prevalentemente su noi stessi, però come dici c’è sempre qualcosa che ci fa rialzare. A volte devo imparare ad avere occhi per saperlo cercare e per imparare ad apprezzarli!
Ancora tantissimi auguri, che le speranze di ciascuno si concretizzino!
Compliementi per queste parole. Per molte cose mi ci sono riconosciuto, per altre no. Ho passato un capodanno orribile per colpa… beh, per colpa di chi so io; alla fine mi sono guardato “l’ultimo boy scout”, che in qualche modo mi ha fatto sorridere; ma il mio rammarico più grande è che non avevo a portata di mano una rivoltella per bruciarmi le cervella. Dico rammarico perché ritengo ci siano occasioni che vanno colte; se la rivoltella la avessi ora, non la userei, tanto per intenderci; ma rimane sempre il vuoto di un’occasione mancata. Tuttavia a gennaio ho concluso il mio libro, brutalmente brutalizzato da… beh, da chi so io. Quando soffro, lo faccio in modo “dannunziano”: tutto diventa baratro e mi ci vorrei precipitare. Ammiro la tua forza; io non sono un buon esempio 😉 La mia meta, per ora è la limatura e conclusione del libro; manca poco, una manciata di giorni e sarà rifinito. Ciao!
Ciao e innanzitutto grazie due volte! La prima è per i complimenti e la pazienza con cui stai spulciando il mio blog, ti ringrazio enormemente! La seconda e ancora più grande è per questo tuo commento, per aver condiviso un pezzo di te, della tua esperienza, dei tuoi alti e bassi. Perché dalla condivisione si può imparare molto. A posteriori, con un po’ di ritardo, ti rispondo che mi dispiace per il tuo capodanno, ma al tempo stesso sono ben lieto che la rivoltella non fosse con te, perché altrimenti non avresti potuto finire il libro e non lo avresti potuto condividere con gli altri, non tutto il male viene per nuocere 😉 Per cui assolutamente anche tu sei un buon esempio perché anche tu ti sei rialzato e spero che questo progetto, che non vedo l’ora di vedere e leggere, possa darti tante soddisfazioni così come lo faranno i prossimi a venire! 🙂 Ti assicuro che anch’io devo affrontare le mie sofferenze, ma ammetto che più che dannunziane, sono leopardiane. Poi rinsavisco quel momento e poi ricasco e poi rinsavisco. Insomma, il mio umore è peggio delle montagne russe eheh
Ancora una volta grazie mille!
Andrea