Incominciamo dal titolo. Non voglio fare lo snob proponendo il titolo originale e tirarmela che so l’inglese. Francamente non sono così intelligente. Semplicemente è molto più poetico e affascinante di quello misero italiano, Se mi lasci ti cancello. Quest’ultimo sicuramente più diretto e immediato, ma degno del peggior libro di Moccia.
Scopro anzi che il titolo originale è un verso di un’opera di A. Pope intitolata Eloisa to Abelard che vi propongo a seguire:
How happy is the blameless vestal’s lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray’r accepted, and each wish resign’d.
tradotta
Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.
Consci del fatto che quest’opera si chiama Eternal Sunshine of The Spotless Mind, vi avverto a priori che questa non sarà una vera e propria recensione del film, ma più un pensiero che parte dal film stesso.
Per quegli smemorati che si sono già rivolti alla Lacuna Inc., clinica specializzata nella rimozione di ricordi dalla testa dei pazienti, vi rinfresco la memoria. Joel e Clementine, interpretati dai bravissimi Jim Carrey e Kate Winslet, si incontrano per caso. Si innamorano a prima vista, ma come spesso accade il loro amore inizia a vacillare. Clementine decide così di rivolgersi alla struttura con conseguente stupore e incredulità del partner. Trasformato in uno sconosciuto, stremato e sofferente, Joel decide di fare lo stesso. Nella sua testa, però, qualcosa va storto e mentre è in corso l’operazione il suo inconscio decide di non volere rinunciare a quelle memorie.
Pensando proprio al 2012 ricco di delusioni, o meglio di momenti personali negativi, sarebbe stato interessato rivolgersi a questa clinica. Chissà che bello deve essere risvegliarsi la mattina, stirare le braccia e avere soltanto ricordi belli. Amori corrisposti, una famiglia che ti sostiene, amici che ti vogliono bene. Sempre che tutte queste cose sono rimaste e non sono state già cancellate. Non hai un animale di infanzia per cui piangere. Ti ricordi i trofei vinti, ma non le sconfitte. Insomma, è idilliaco un risveglio del genere. Ne siamo proprio sicuri?
Alla fin fine, la maturità di una persona la si raggiunge anche passando per momenti e periodi bui. Si suol dire che prima di poter accedere al paradiso, bisogna conoscere l’inferno. La storia di Pinocchio è molto emblematica da questo punto di vista. Pinocchio è tutto fuorché un bambino modello. Preferisce il divertimento alla scuola, si ritrova in cattive compagnie, si allontana da casa, dice le bugie. Eppure alla fine rinsavisce. Pinocchio è la nostra infanzia e adolescenza. E l’età adulta la si ottiene anche dopo aver compiuto qualche follia e aver vissuto qualche esperienza negativa. Se le si rimuovono torniamo tutti a essere dei bambini. Ingenui e ignoranti verso il mondo.
La felicità la si raggiunge anche passando per la sofferenza. Ogni caduta lungo il cammino, ogni ferita che ci viene inferta, ogni lacrima che ci viene strappata servono per diventare adulti. O meglio per crescere e diventare più consapevoli di ciò che siamo e ciò che non siamo. Non che questo si traduca sempre nel meglio per noi stessi. Ma provoca una seria conseguenza sulla nostra persona. Ci modella. Sto imparando che la frase dietro ogni tempesta si nasconde un arcobaleno non è soltanto un detto. Ma spesso è anche la verità e quando meno te l’aspetti la tua vita può cambiare totalmente.
La nostra forza, non fisica, ma interiore, si deve costruire mettendola a dura prova e queste delusioni sono il suo campo di prova. Badate bene che chi sta parlando soffre di un acuto disturbo di bipolarità. Oggi sono allegro, domani sono triste, un’ora fa ero in lacrime, ora sorrido, fra un’ora affogherò i miei dispiaceri in una coppa di gelato, nonostante il rischio congestione. Però, non sacrificherei nessun ricordo.
Dentro di me, ad esempio, credo ci sia un piccolo creativo. Non il migliore al mondo, ma sufficientemente bravo per potersi eleggere la mia voce. Ciò che intendo è che ciò che scrivo, immagino, penso, dico diventa la mia forma espressiva. E la stessa forma espressiva che lascio guidare all’inconscio si è costruita sulla base delle mie esperienze. Belle e brutte che fossero. Mi chiedo dove sarei adesso se potessi portare con me soltanto buoni ricordi. Probabilmente non qui. Direi abbastanza certamente non qui.
La Lacuna Inc. è convinta di costruire un mondo assolutamente perfetto. Senza macchia. Perché appena qualcosa diventa scomodo, ci provoca quel fastidio allo stomaco che non ci fa dormire o mangiare, lo si può cancellare e sostituire con una pezza invisibile. Non è un caso che la Lacuna Inc. sia più attiva a San Valentino. Tutti siamo soli, ma cerchiamo qualcuno con cui vivere. Qualcuno che ci faccia sentire speciali, che ci salvi in qualche modo. Ma quando questo qualcuno ci fa soffrire oppure ci stanca e ce ne vogliamo sbarazzare non dobbiamo limitarci a cestinare nella pattumiera l’oggetto fisico che ce lo fa ricordare. La Lacuna Inc. promette di liberarci anche dei collegamenti mentali.
Naturalmente la sua attività si estende a qualsiasi tipologia di ricordo, dalla morte dell’amato animale domestico alla sconfitta sportiva che non possiamo digerire. Ma in questo modo tutto è troppo facile. Abbiamo scelto la strada rapida. La scorciatoia. Mi chiedo quanti alla prima difficoltà correrebbero a farsi medicare in questa struttura. Me compreso naturalmente. Non ho la presunzione di ritenermi immune a tentazioni simili. A volte un dolore è troppo grande da dover essere sopportato da solo.
Il film apre un altro interrogativo. Joel, interpretato da uno strepitoso Carrey (niente da fare, a me quest’attore piace quando fa parti drammatiche e non comiche, perché secondo me è qui che tira fuori il suo enorme talento e l’altrettanto gigantesca personalità), si accorge quando il processo medico è già in corso che non vuole rinunciare ai suoi ricordi. Lo capisce quando nota che non tutti i ricordi sono in realtà brutti. Nonostante l’amore che prima ci corrispondeva e ora ci ferisce rinnegandoci, questo stesso amore ci ha fatto vivere momenti speciali e indimenticabili. Perché scavando e ripulendo un po’, non abbiamo solo sprecato del tempo, ma abbiamo vissuto.
E qui attenzione allo spoiler, il film inizia con il futuro. Mi spiego meglio. Noi vediamo Joel e Clementine che si incontrano per un evento fortuito dopo che il destino li ha spinti su una spiaggia innevata. Poco dopo vediamo Clementine che rifiuta Joel e il secondo che decide di ripagarla con la stessa moneta cancellandola. Mano a mano che i ricordi si cancellano scopriamo che i due si sono incontrati in quella spiaggia sì, ma in altre circostanze. Per quanto ci sforziamo di togliere qualcosa, se questa deve accadere, accade di nuovo. In nuova forma, spostando il tempo e lo spazio dell’azione magari, ma capiterà di nuovo. Non solo Joel e Clementine si incontrano per caso una seconda volta, ma si riscoprono novelli innamorati. L’assistente del Dottore ideatore di questo trattamento si innamora dello stesso datore e scopre involontariamente che ciò è successo già in precedenza, ma, avendo deciso di sottoporsi al trattamento, lei non ne ha memoria. Hanno vissuto senza vivere. Vivono senza un passato che tuttavia è necessario. Fine spoiler
Ancora prima di essere corpi fisici, noi siamo lo specchio del nostro passato. Che ci piaccia o meno. Prima riusciremo a convivere con le nostre scelte e le loro conseguenze, con i rapporti che abbiamo costruito, con le facciate che abbiamo tirato e con i successi che abbiamo ottenuto, prima saremo felici.
E chi vi parla, nonostante tutte le lacrime versate per i più disparati motivi, non tornerebbe mai indietro. Perché senza quel passato non sarei io oggi. Non vi so dire se sarei stato una persona migliore o meno. Vi dico solo che il passato è terminato. Posso solo augurarmi di essere una persona migliore oggi e domani.
@aMe
Andrea Magliano
Intressante l’accenno a Pinocchio, che è una storia che ha in se tantissimi signifcati e qui devo dire che un po’ ci sta!
Il film è magnifico (hai ragione, il titolo originale è mille volte più poetico del banalizzato italiano) e vederlo una volta non basta mai (tipo Memento, 21 grammi e altri), non solo per comprendere a fondo la storia, ma per vedere all’opera due attori fantastici – Carrey è geniale!
Il fatto è che si vorrebbero cancellare i ricordi… ma ci si dimentica che alla fine, se si è sempre stati se stessi, anche dopo aver rimosso quel che ci fa male si rimane sempre se stessi. Come ritornare a vivere dopo un dolore.
Bye! 🙂
Ti ringrazio per il commento, mi fa molto piacere!
Condivido che è un film da rivedere più di una volta per gustarselo meglio e coglierne le molteplici sfumature.
Per quanto affermi tu è vero, purtroppo siamo convinti che cancellando un ricordo negativo risolviamo i nostri problemi. Ma se abbiamo compiuto quel gesto e vissuto quell’esperienza è perché abbiamo voluto viverla. Fa parte di noi anche solo la scelta in sé, almeno secondo il mio modesto parere
Giusto così (e scopro ora che le “proposte” a fondo post di WP un senso ce l’hanno …).
Condivido tutto, compreso il “giudizio” sul film proprio a partire dal titolo. Che altro aggiungere? Ah, ecco: dopo più di un anno che queste parole sono state lasciate e per qualcuno rappresentano un “passato” è bello che per qualcun altro possano risuonare un fresco “presente” (anche nel senso di “dono”).
Abbraccio.
E allora ben felice che quelle proposte abbiano avuto una loro importanza e portato alla condivisione di questo film e delle considerazioni 🙂 Mi era capitato in passato di scrivere proprio in un post come oggi tutte le informazioni e gli scritti appaiono irrimediabilmente già vecchi e fa impressione come sia sempre più difficile seguire tutte le notizie! E’ sempre un piacere chiacchierare!
Ricambio con affetto l’abbraccio 🙂
Sai … oggi penso che certe “notizie” non vadano inseguite affatto, arrivano quando decidono d’arrivare 🙂
Il piacere è reciproco. ‘notte.
In un certo senso hai ragione! Io seguo lo stesso ragionamento con i film però, come se mi chiamassero loro per dirmi ‘Devi vederci!’ 🙂
Di nuovo un salutone, notte notte