Oggi il blog festeggia i due mesi di vita. Sembra già un’eternità da quando l’ho aperto. Il mio figlioletto sta crescendo. Sta cambiando, l’ho visto fare i primi passi e ora incomincia a prendere la sua strada. Sta entrando nell’adolescenza. Sta iniziando ad affrontare alcune seghe mentali che lo modelleranno per sempre. Che gli costruiranno il carattere futuro. Il mio piccolino però non mi racconta tutta la verità. Alcune cose le dice in silenzio, sottovoce, quando gli altri sono distratti o stanno dormendo.
Domani festeggio la prima settimana del mio piercing. E quest’articolo è dedicato a lui. E di riflesso al mio blog. E di rimando a me. Lo scorso sabato, il 5 gennaio 2013, all’insaputa di mio padre, tra l’incredulità di altri, eccomi che esco dal negozio. Rilassato, eccitato, felice, spaventato. Il mio sguardo è molto eloquente.
Non è il primo buco che faccio. Il 3 settembre 2003 convinsi i miei genitori, dopo una lunga battaglia durata cinque anni, a farmi fare l’orecchino. Quasi dieci anni dopo, senza dover chiedere più la loro autorizzazione, sono andato per la mia strada. Mi sono fatto coraggio e l’ho fatto. Ammetto che quando mi ha bucato ho chiuso gli occhi, ma sul volto avevo il sorriso. Ero tranquillo. E sono felice.
Sì, il piercing ha un po’ di controindicazioni che non avevo considerato. Per esempio, un pochino pesa perché senti che hai un sopracciglio più pesante. Lo devi curare almeno due volte al giorno, disinfettarlo, trattandosi comunque di un foro che attraversa da parte a parte il sopracciglio. Fare la doccia, stropicciare gli occhi, dormire, aggrottare la fronte, beh sono tutte azioni che hanno bisogno di essere riprogettate per evitare di strapparsi il sopracciglio e riscoprire alcuni santi andati in pensione o ritenuti estinti.
Detto questo, è come se non ci fosse, ma è lì a ricordarmi che sono capace di fare anche questo e che è un nuovo Andrea. Vi spiego perché ho voluto fare il piercing.
Perché quel piercing è parte di me. Sono pur sempre io. Ho detto che so di essere strano e che la gente non capirà mai a fondo le mie azioni. Molti sono caduti dal pero. Io, il secchione della scuola, quello casa e libri e zero divertimento, ho fatto un’azione del genere. Anarchia, pazzia, droga, incredulità, stupore. Queste sono alcune spiegazioni che ho ricevuto. Vi do la mia risposta, la più banale. Mi è sempre piaciuto, ma non ne ho mai sentito veramente la necessità. Ne ero spaventato e mi avevano convinto che queste cose mi avrebbero precluso posti di lavoro. Ho capito che non era vero. L’ho fatto. Mi piaceva e lo volevo.
Ho trascorso più di un anno tra domande di lavoro, colloqui in camicia, tirato a lucido e con la barba perfetta. Ho visto però datori di lavoro farmi incontri in infradito, gente che non sapeva neanche qual era la mission della propria azienda. Mi hanno detto peste e corna, distruggendo i miei sogni e convincendomi a un certo punto di non valere nulla. Poi mi guardo intorno, soprattutto in Italia, e mi accorgo che non conta un bel nulla. Non conta come ti vesti, cosa hai sul volto e soprattutto in questo paese spesso non conta neanche quanto sei bravo. Pensate che, nonostante tutte le mie credenziali e con una piccola raccomandazione di cui mi vergogno e mi sento sporco, il massimo che mi hanno offerto è stato andare a pulire i bagni di alcuni uffici. Poi fortunatamente il destino mi ha messo sulla strada un lavoretto che mi piace e che mi sta facendo crescere e perseguire il mio di sogno.
Al ché mi sono detto, basta. Ho agito spesso facendo ciò che gli altri volevano, sacrificando talvolta ciò che a me piaceva e scendendo a dei compromessi. Anche con i miei genitori. Per l’università ad esempio. Ripeto, sono un secchione uscito con la lode dalle scuole superiori e dalla laurea breve, ma fondamentalmente sono un ignorante. Preparavo gli esami una settimana prima della data. Non ho mai voluto fare l’università, i miei sì e dunque ho trovato un compromesso per tutti. Terminata la laurea breve ho chiuso la carriera scolastica. A questo punto, la vita è la mia. Non la voglio vivere al 50%. La voglio vivere al 100%.
Lo so, sembrerò presuntuoso. Apparirò arrogante. Credetemi sono tutto fuorché quel tipo di persona. Sono un insicuro capace però di tirare fuori una forza mostruosa all’occorrenza. Sono stato spezzato in tanti modi perché non conforme alla massa, perché convinto delle mie idee. E in tantissime occasioni mi sono ritrovato da solo. Anche per questo motivo la mia paura più grande sono le persone. Sono lunatico, faccio fatica a essere spontaneo. Questo blog mi aiuta a esserlo e non sempre è un bene. Non pensate che, perché vedete una mia foto, il mio nome, la mia mail, vi scrivo dei miei sentimenti, io mi apra tantissimo. C’è gente che dopo aver trascorso vari anni con me ignorava quali erano i miei sogni. Non si erano neanche accorti se avessi l’orecchino e né sapevano che adoravo Madonna. Eppure voglio essere e sono un libro aperto. Non nascondo granché. Il blog mi sta aiutando ad aprirmi di più. Dentro di me c’è un artista e come tale ho un animo travagliato, insofferente. Sono una persona difficile, oggi mi piace questo e domani non più. Odio la monotonia ed eppure vivo una vita monotona. Faccio di tutto per cambiare, vedo gli altri che spiccano il volo e io, nonostante gli sforzi, resto spesso al palo. Prima o poi arriverà il mio turno.
Un anno di disoccupazione in cui ho effettuato un nuovo trasferimento, stavolta verso casa con i miei genitori, in cui ho chiuso certe amicizie – alcune dirò sono francamente allibito perché ignoro le motivazioni -, mi è venuto a mancare il mio animale domestico, mi è venuta a mancare la sicurezza di avere comunque una posizione in questo mondo e tutta un’altra serie di cose. Insomma, mi sono iniziato a sentire vuoto. Vorrei innamorarmi, non ci riesco. Vorrei essere amico di tutti, non ci riesco. Ho iniziato così a vivere. A fare ciò che non ho mai fatto. Perché sono stufo di avere paura. E sto rivalutando tante cose. Ho iniziato un percorso interiore, di riscoperta spirituale. Ho iniziato a chiedermi chi sono e che cosa voglio fare. E mi rendo conto che le risposte ce le ho, le ho sempre avute. Vedo la meta, ma non la strada per arrivarci. Sono ancora troppo naif, mi fido troppo degli altri, ma non ho più voglia di vivere nella paura.
Così un giorno mi sono svegliato e ho iniziato a dire di sì. A pensare alle conseguenze dopo il mio gesto o durante lo stesso. Ho deciso di fare un cambiamento, con la consapevolezza che per quanto mi sforzi devo convivere con me stesso, e quello non lo potrò mai cambiare. Perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Sono la fusione di entità contrapposte. Il nuovo taglio di capelli, la scelta di colori nel vestiario, quel piercing si trasformano tutti in strumenti per esternare un mio lato che ho voluto nascondere, che ho voluto tenere a bada.
Non sono riuscito a spiegarvi le motivazioni alla base di questo mio gesto. Non al pieno. Non sono in grado. Diciamo che forse l’unica vera motivazione delle mie azioni è che sto cercando di capire qual è la mia posizione all’interno del mondo. Ho scritto qualche giorno fa che mi sento un asteroide che fluttua nello spazio. Mi sento un vagabondo. Se nella vita tutto ha un suo incastro, ha un suo perché, io devo capire quale ingranaggio sono, in quale punto inserirmi. Mi interrogo su questo da un bel po’.
Da qui l’idea di fare questo viaggio da solo. Da solo devo contare sulle mie forze. Da solo devo capire quanto posso stare. Di nuovo. Da solo devo capire che cosa mi manca e di cosa invece non ho bisogno. Continuo a ricevere segnali che devo andare in Sicilia. Devo capire il motivo. Io non credo nelle coincidenze fini a se stesse. Ma vi giuro, ne sono totalmente terrorizzato, e continuo a rimandare la prenotazione del volo senza in realtà una valida motivazione. Me ne accorgo adesso. Come vedete dico dico, ma poi da buon animo tormentato ragiono, nego, affermo, confermo.
Questa è la storia del mio piercing. E oggi e domani sono per festeggiare.
Grazie.
@aMe
Andrea Magliano
Sono del parere che quando si prendono delle decisioni, o si fanno scelte, personali senza condizionamento alcuno…si è più forti, più responsabili.
Da ciò che ho letto mi pare che, quando ti sentirai pronto, andrai in Sicilia…e anche più lontano.
Buon viaggio…col piercing! 😉
Ti ringrazio per tutto quanto!
Hai sempre una buona parola e la parola giusta quando serve, non ti conosco, ma credo tu sia una bella persona 🙂 Ti informerò se ti farà piacere sui futuri viaggi!
Mille grazie 🙂
Leggerò con piacere, grazie.
🙂
Grazie a te 🙂
Buon complemese!
Grazie 🙂
Mi stupisci sempre di piu’,non immaginavo di aver davanti una persona cosi perfetta ma nello stesso tempo molto insicura di se,hai delle potenzialità bestiali e leggendo i tuoi blog mi sento strano per chè su quello che scrivi mi ci rivedo in tante cose. ti auguro il bene di questo mondo e se la Sicilia ti chiama …scendi !!! tvb il tuo Amicone giovy
Le tue parole mi lusingano, ma lungi da me l’essere perfetto, mi piacerebbe, ma non mi ci avvicino neanche purtroppo. Invece, sì sono molto insicuro, cerco di velarlo, ma basta raschiare un pochino e lo noti subito.
Sto imparando che tutti sotto sotto siamo spaventati, ma tentiamo di nasconderlo il più possibile.Viviamo nel bene o nel male le stesse preoccupazioni.
Non posso che augurarti anche a te il meglio, so che sarà così.
Grazie ancora per il tuo commento.
Vedrò di scendere in Sicilia e ti dirò se è così bella come dite 😉
Tvb il tuo amicone Andrea
Auguri pe ril piercing, il blog e per te stesso.
E mi raccomando trattalo bene, fisiologica ed antibatterico a pH neutro!
Grazie mille per gli auguri, per tutti 🙂
Sisi lo tratto con la massima attenzione, grazie 😉
tu scrivi con l’anima… potrei dire mille cose.. ma non lo farò. Arrivi, sai arrivare.
🙂 Grazie, sul serio e di cuore. A volte basta una cosa detta per donare una grande emozione 🙂
sorriso 🙂
a te 🙂