La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti. E da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro.
Quella che state per leggere non è una recensione del film. Sono pensieri sparsi, ispirati da coincidenze disseminate nel corso di quest’ultimo mese. Se mai definirò gennaio 2013, dirò che è stato un mese riflessivo. In questi giorni, sono andato un po’ in crisi. Ho smesso di pubblicare eppure ho iniziato a scrivere tanti post, ma nessuno era quello giusto. Volevo parlare della fiducia che possiamo riporre verso una persona. Discutere della bellezza di un ultimo bacio o di quanto futilmente ci accorgiamo dell’importanza di una persona quando questa ormai è già andata via. Volevo parlare del significato del destino e di ritrovare noi stessi e capire chi siamo in questo mondo. Di tutte le persone che incrociamo e perdiamo lungo il nostro cammino e di come queste mutino il nostro essere.
Poi, ieri sera, ho visto Cloud Atlas. Un film lungo tre ore, imperfetto e perfetto, non adatto al grande pubblico – e ahimè i commenti in sala me lo hanno dimostrato. Eppure poetico, disarmante, ispirante. Cloud Atlas è un pugno nello stomaco. Chiede di fare un salto nel buio. Richiede un atto di fede.
La nostra vita e le nostre scelte, ogni incontro suggerisce una nuova potenziale direzione.
Il film racconta di una moltitudine di personaggi le cui vite sono fortuitamente – ne siamo certi? – legate le une alle altre. Sei epoche diverse, passate, presenti e future, in cui gli eventi si susseguono producendo costantemente conseguenze inimmaginabili. Ogni nostra azione, per quanto piccola possa essere, produce un effetto domino. Su noi stessi. Sugli altri. Sul futuro. La vita è un continuo farsi domande. È un perenne bivio. Non sapremo mai qual è la strada più corretta, ma è certo che quella strada si ripercuoterà in cascata sul mondo.
Il film potrebbe suggerire un’idea un po’ crudele della vita. Noi siamo esseri erranti su questa terra e il fato ha già scritto per noi il nostro percorso. Non possiamo cambiarlo. Ci sono tappe che sono obbligatorie, incontri che devono essere fatti. Non possiamo tirarci indietro. E anche se vogliamo voltargli le spalle, sempre lì saremo portati.
Che stai leggendo?
Vecchie lettere.
Perché continui a leggerle?
Non lo so, cerco solo di capire perché continuiamo a commettere gli stessi errori. Ogni volta.
Un lato di me ci crede. Tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, belle e brutte, buone o cattive, interessanti o noiose, le ho incontrate per una valida motivazione. Magari il perché non mi è stato chiaro immediatamente. Per alcune di loro fatico tutt’ora a comprenderne il significato. So però che sono incontri giusti. Anche gli errori servono per crescere. Per quanto vogliamo essere perfetti e puliti, dobbiamo sporcarci. Dobbiamo soffrire e vivere l’inferno, prima di brillare di luce propria. Possiamo spingere il nostro destino in una data direzione. Possiamo forzare determinate tappe, ma se non è giunto il momento non possiamo fare granché. Voglio credere che la vita abbia un significato. Rifiutarmi di credere che nasciamo senza una spiegazione. Non siamo esseri erranti.
C’è un ordine naturale in questo mondo e coloro che tentano di capovolgerlo non se la passano bene.
Al tempo stesso, il destino ce lo creiamo noi. Questa è l’altra verità che il film ci suggerisce. Il mondo ha un suo ordine naturale. Chiamiamola etica, morale. Ma nulla è scritto per sempre. L’eternità è una mera illusione umana. Noi siamo pur sempre padroni delle nostre scelte. E a seconda della nostra decisione cambiamo il percorso. Ciò che non sapremo mai è se qualunque strada percorreremo questa ci condurrà sempre alla stessa meta, magari passando per vie alternative, più o meno irte di ostacoli. Ma noi abbiamo in mano il nostro destino. Almeno nell’immediato. Una delle scene che mi ha maggiormente colpito riguarda la prima epoca. Un avvocato ai tempi della schiavitù ottocentesca trova un clandestino nero in fuga nella sua stanza. Può denunciarlo e mandarlo a morte o dargli una mano e salvarlo. L’ordine impone la prima soluzione, ma basta uno sguardo negli occhi per scovare la risposta. Fiducia. Vi ho tartassato su questo tema in lungo e in largo. Perché mi spaventa dare fiducia. Sono già stato ferito in tanti modi. Capisco però che la vita vuol dire avere fiducia. Bisogna avere fiducia in chi ci circonda. Fiducia nelle proprie scelte. Perché il giusto o il sbagliato non esistono. Sono invenzioni e convenzioni sociali che ci diamo per imporre un ordine. Ma bisogna sempre mettere tutto in discussione. Non bisogna mai accettare nulla perché dato. Chiudere gli occhi e gettarsi nel buio. E questo vale anche nei rapporti umani.
Voglio andare incontro al mio destino. Non voglio impormi ciò che la società vuole che io sia. Il mio destino non sarà giusto o sbagliato. Sarà il frutto delle mie scelte. Ogni bivio che abbiamo di fronte, come suggerisce il film, è una porta sull’ignoto. Dietro ognuna si nasconde qualcosa che va scoperto. E accettato. La saggezza e la maturità passano anche per questo. Voglio accettare le conseguenze dei miei gesti e non averne paura. Qualunque sia la risposta, devo cercare di capire qual è il mio destino. È dentro me, devo solo guardarvi, avere il coraggio di tirarlo fuori e nuovamente chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare. Bisogna convivere con la consapevolezza di non sapere. Magari i nostri sogni si realizzeranno. Magari saremo di ispirazione per altri appartenenti a epoche lontane e a paesi distanti. Chissà. Immagino di tanto in tanto che cosa stanno facendo persone che ancora non ho conosciuto. Mi piace chiedermi quale catena di eventi farà intersecare i nostri percorsi. Non ho incontrato ancora l’amore della mia vita, forse sì, ma mi domando come vive, come ci conosceremo e/o come lo capiremo. Sono pur sempre un sognatore.
Il film suggerisce che c’è sempre qualcuno ad aspettarci alla fine del viaggio. Perché la nostra vita non appartiene a noi stessi. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Dalla paura, dall’amore, dall’amicizia, dalle emozioni. Nulla è dettato dal caso. Vi ho detto oramai un’infinita di volte, quanto soffra questa solitudine. Ho bisogno di sapere che c’è qualcuna che mi attende. In un posto che chiamerò casa. Mi auguro sempre che ogni nostro pensiero, parola, lacrima, risata non siano gettati al vento. Ho sempre rifiutato le regole, ho sempre rifiutato di sentirmi vincolato a un luogo perché per natura l’uomo è un animale errante in perenne viaggio. Ogni viaggio ha un qualcosa da scoprire. Voglio credere che prima o poi il mio passaggio lascerà qualcosa agli altri. La mia più grande speranza è donare un pezzo di me alle altre persone, lasciare loro un segno. Non vanificare una chiacchierata, un abbraccio, un bacio, un aiuto, un litigio. Quella è la reale immortalità. Sapere che potrei aver fatto loro qualcosa di positivo o negativo. A volte ripenso a tutti quelli che ho incontrato nella mia vita e per ciascuno ho un ricordo. Ognuno di loro mi ha mutato, mi ha impresso qualcosa, chi più chi meno, nel bene e nel male. Mi chiedo se io abbia fatto lo stesso. Ma tutti sono stati a loro modo giusti.
Sono cose che non ho mai detto a nessuno. Non mi piace aprirmi così tanto con gli altri. Ma lo penso costantemente ogni giorno che passa. Mi domando sempre se c’è qualcuno là fuori che pensa a me, come io penso ogni tanto a lui. Di aver fatto qualcosa per gli altri.
Lo chiamo l’Atlante delle nuvole. Ho scritto interi movimenti immaginando i nostri ripetuti incontri in vite diverse, in epoche diverse.
Guardo sdraiato su un prato il cielo. Le nuvole che scorrono veloci sopra la mia testa. Sono sorridente. Ho una strana felicità in corpo.
Manca metà libro. Per me è assolutamente devastante. Un libro incompiuto è dopo tutto una storia d’amore incompiuta.
@aMe
Andrea Magliano
Sembra bello, mi ricorda tantissimo il gioco empire earth
Personalmente sto amando questo film, dunque sono molto di parte. Lo consiglio vivamente! Il gioco non lo conosco (ammetto di essere totalmente ignorante in materia XD), ma mi informerò immediatamente 😉
Non smettere mai di avere fiducia. Non bisogna essere ingenui, si impara negli anni, e si procede con gradualità. Ma non si elimina mai il rischio di essere feriti, traditi. Io però credo che valga sempre la pena provare. E se va male, si soffrirà. Non sarà la fine del mondo. Oltre il proprio ombelico, c’è sempre vita,
Ciao!
Chiara
Ciao Chiara,
ogni tuo commento mi fa sempre un estremo piacere. Sei una persona saggia e mi riesci sempre a infondere una profonda sensazione di serenità. Hai ragione. Vale sempre la pena provare. Non voglio svegliarmi un domani e avere dei rimpianti, né vivere nel terrore. Fidarsi. E se cadrò, mi rialzerò.
Grazie ancora!
Andrea
Bellissimo intervento :P….
Grazie mille 🙂
Stavo per leggere tutto e poi mi sono fermata. Mi sono ricordata che volevo vederlo! Quindi prima lo guardo e poi leggo. Magari avremo avuto le stesse impressioni!
Tranquilla! Fammi sapere però che ne pensi! Sono molto curioso! Non ho inserito spoiler perché la trama è molto lunga e contorta da riuscire a spiegare, coprendo comunque un’arco di più di 400 anni! Però appena puoi corri a vedere questo film 😉
Ce l’ho fatta! Come promesso sono ri-passat e ho letto tutto d’un fiato, ora condivido le mie impressioni!
Il film mi è piaciuto molto, alla fine non mi è sembrato neanche così complesso perché le storie sono raccontate in parallelo e bene, tanto che sin da subito m’è sembrato di leggere un libro. Attori molto bravi, soprattutto con gli sguardi. Quest’incrociarsi di vite e destini è reale. I collegamenti tra le storie si possono sottilmente cogliere e rendono il tutto più intrigante.
Inoltre è un film che fa riflettere proprio su tutto quel di cui tu hai parlato nel post. Eppure fa strano come una scelta o un piccolo particolare sia in grado di farci cambiare radicalmente la vita… è un mistero. Ma c’è anche che la storia fatta di “se” non esiste, c’è solo passato, presente e futuro. E per il “discorsetto” sulla fiducia… eh (sospiro) tutto il passato influisce sulle nostre scelte, ma c’è sempre il modo per cambiare, la speranza non può morire, anche la speranza di continuare a sperare.
Il finale mi ha lasciata un po’ così, però per il resto mi è piaciuto molto e condivido appieno le tue parole!
🙂
A presto!
m.
Ciao!
Mi fa piacere che sei ritornata a lasciare le tue impressioni! E soprattutto sono contento che anche a te sia piaciuto il film! Alla fine nel corso di questo mese mi è piaciuto notare come a noi utenti, blogger o commentatori del mondo del web il film sia piaciuto tanto, mentre per esempio la critica e il grande pubblico lo ha trovato molto pretenzioso! Non capisco questo divario. Hai ragione, anche secondo me il film non è così complesso e alla fine sono tre ore che scorrono con grande leggerezza. Forse in questo articolo avrei voluto parlare più approfonditamente anche sul tema della reincarnazione, altro leitmotiv imperante del film. Mentre sulla speranza, assolutamente, ti condivido. La speranza non può morire, perché a volte è l’ultima cosa a tenerci vivi o a farci muovere in questo immenso oceano e a trasformarci in onde dirompenti!
Un saluto!
Andrea
Bello pensare che i nostri “movimenti” in questo mondo possano avere un significato e anche credere che ci sia qualcuno che ci aspetta da qualche parte. Ho sempre trovato molto affascinante il discorso sul destino e dovrò vedere assolutamente questo film.
Il film dà questa visione! Suggerisce che nulla è casuale e che tutto ha le sue ripercussioni. Il destino è uno dei miei temi preferiti, uno di quei grandi misteri su cui poter sognare sempre e comunque 😉 Grazie per l’iscrizione al blog 🙂
caspita, che post intenso. anche in me questo film ha suscitato enormi emozioni, e anche il mio post su di esso alla fine non era una recensione ma un aggrovigliarsi di pensieri che il film mi aveva suscitato.
si parla di vita, di morte, di reincarnazione, ma anche di cose più immediate che proviamo tutti i giorni: amicizia, fiducia, invidia, per certi versi. Non sono argomenti da ogni film e sono contenta quando qualcuno ne condivide come me la possenza.
un saluto!
Ciao, è sempre un piacere leggere le tue recensioni e i tuoi commenti! Intanto grazie per il commento e anche per la tua recensione! 😉 Ti dirò mentre guardavo il film avrei voluto prendere appunti, quanti erano gli stimoli, quanti erano i pensieri che affollavano la testa! Effettivamente trovo difficile recensire un film del genere, anche per il fatto che per me il cinema vuol dire raccontare una storia al di là della tecnica e qui sono i pensieri e i protagonisti ad avere la meglio su tutto 😉
Andrea
mi hai preceduta… a parlare di questo concatenato film legato al tempo… e alle fatalità della vita…Da un mega galattico progetto di Tom Tykwer, unito nella realizzazione soprattutto per la regia con i due fratelli Wachowsky, ne viene fuori non solo il più costoso indipendente film di fine anno 2012 ma soprattutto un grande gioco fatto di intuizioni con una dimensione visiva straordinaria … sono rimasta immobile e concentrata tutte le tre ore…e la cosa assurda è che non mi sono mai sentita provata … sei storie parallele e una più coinvolgente dell’altra. il suicidio di uno dei due amanti..in un tempo in cui l’omofobia era piu’ incompresa che temuta come oggi… e il pensiero che se quel compositore non avesse deciso di uccidersi forse nella storia della musica sarebbe rimasto completamente sconosciuto…. chi lo sa… un grande gesto d’amore verso se stesso forse…Grazie!!!
Ciao, piacere di conoscerti! E grazie per il tuo commento 🙂 Hai assolutamente ragione, anche io ho vissuto la stessa identica cosa. Tre ore di film volate, come se in realtà stessi assistendo a un cortometraggio (e pensa che ci sono capitati i posti in terza fila laterale!). La storia del compositore omosessuale l’ho trovata dolce, emozionante. Sia per quello che dici, ma anche per il carisma di quell’attore, del suo personaggio, del suo essere burattinaio e al tempo stesso burattino di eventi. Hai ragione tra l’altro, chissà che cosa sarebbe successo se non avesse commesso quel gesto. Lui come gli altri. Alla fine il bello è questo, esiste un destino, ma è lui a comandare noi o siamo noi a imporre il cammino degli eventi o a mutare gli stessi?
Andrea
quattro parole… gli diamo sempre la mano…:O) al destino…
Hai ragione! 🙂
il fattaccio sta quando non la vuole acchiappare la mano….:o( comunque vada noi siamo fatti per cambiare le cose… ci muoviamo in questo sistema … tutto si muove tutto si modifica… a presto!
Purtroppo è vero, però mi auguro sempre che i lottatori che non si danno per vinti possano riuscire a incontrarla questa mano! Tutto è un effetto domino, almeno mi piace vederla così!
A presto! E’ stato un piacere chiacchierare con te!
Lo vedrò sicuramente 🙂
Te lo consiglio seriamente 😉
Un mondo diverso è possibile, basta lottare per questo.
Bisogna uscire dagli schemi mentali che ci vengono imposti, guardare oltre l’ egoismo umano e vedere il buono che si può celare anche nel più piccolo dettaglio.
Imparare a fidarsi degli altri.
Uccidere i tiranni e sacrificarsi per una buona causa.
E’ un film veramente bello, e i tuoi pensieri si intonano perfettamente con questa pellicola.
Ciao, piacere di conoscerti e grazie per questo commento 🙂
Sono d’accordo con le tue parole. Sembra di assistere però alla deriva nel verso opposto, generando così un profondo circolo vizioso. Personalmente ritengo che sia sempre un bene lottare e insistere, perché nel cambiamento c’è la possibilità di un periodo migliore e della crescita umana. Ovviamente ogni azione ha il suo prezzo ed è brutto notare che in pochi oggi sono disposti a ‘pagarlo’. Fortuna che il buono ogni tanto riesce a imporsi 🙂