Lizzie Velasquez

5 Feb

Lizzie Velasquez ha la mia età, classe 1989. Americana, assieme ad altre due persone nel mondo soffre di una rara sindrome che le impedisce di accumulare grasso corporeo o di creare muscoli. In questo modo non ha mai pesato oltre 29 chili ed è costretta a consumare mini pasti con molta frequenza. Inoltre soffre di cecità dall’occhio destro.

Nonostante la salute cagionevole, è una donna estremamente ironica con alcuni sogni nel cassetto. Lizzie è laureata alla Texas State University, ha pubblicato tre libri e intrapreso la carriera di motivational speaker e partecipa alla lotta contro il bullismo.

Vi propongo il suo contributo all’evento TEDx Austin Women – Brave starts here dello scorso 5 dicembre.

Per chi impossibilitato a vederlo, nel video Lizzie racconta la sua esperienza. Nonostante le avvertenze dei medici, i genitori la crescono con amore come una persona qualsiasi e senza farla sentire malata, solo un po’ più piccola degli altri. La doccia fredda arriva a scuola. All’asilo i bimbi la isolano perché diversa (come se avessero visto un mostro). Sedicenne, compare in un video su Youtube dallo sgradevole titolo La donna più brutta del mondo: oltre 4 milioni di visualizzazioni e centinaia di commenti offensivi. Alcuni le propongono addirittura di spararsi. Lizzie entra in depressione, ma grazie all’aiuto di chi l’ha sempre supportata capisce che è inutile piangersi addosso. Occorre convertire quella negatività in una molla per fissare i propri traguardi e migliorarsi. Ciò che è Lizzie non è né la malattia né ciò che gli altri pensano o fanno. A definirla saranno i suoi pregi, gli obiettivi e i suoi successi.

Cosa definisce voi stessi? È da dove venite? Sono le vostre origini? I vostri amici? Cosa definisce chi siete come persone?

Lizzie ha avuto la forza di prendere in mano la propria vita. Nel corso dell’adolescenza ha affrontato il demone della sindrome e del suo corpo così differente dagli altri. Lasciandosi sopraffare, ha desiderato essere un’altra persona e di non vivere quella sorta di incubo. Con il gruppo di supporto ha poi superato questo momento. Ha capito che la sua condizione non è tutta nella malattia, anche se non può neanche negare la sua diversità fisica. Quella è una parte di lei e nulla di più, non la sua interezza.

Con impegno e qualche frustrazione lungo la strada, Lizzie consiglia un cammino che parte nel profondo di ciascuno. Ci si rapporta con se stessi prima ancora con ciò che ci circonda. Sottende così una riscoperta dell’essere alla semplice apparenza. Invita a rifiutare le etichette di chi presume di conoscerci, peccando di superficiale ignoranza.

Ognuno è artefice del proprio destino e noi ci muoviamo tra i vari bivi del percorso. Sta a noi essere capaci di riplasmare gli eventuali ostacoli a nostro favore, non vedendoli come tali, ma trasformandoli in opportunità. Una lezione da non dimenticare.

Ho incominciato a pensare a una risposta alle sue domande. Come poter auto-definirmi? La risposta che più rimbomba nella mia testa è aMe.

E voi? Che cosa vi definisce?

Per restare in tema, mi piacerebbe condividere anche la storia di Harvey Krumpet, scritta per CinemaSperimentale.it. Il cortometraggio in plastilina, dal regista di Mary & Max, racconta la vita immaginaria di un uomo affetto dalla sindrome di Tourette e perseguitato dalla sfortuna, eppure incredibilmente ottimista ed entusiasta di vivere. Il suo più grande insegnamento è il fatto n. 1034: la vita è come una sigaretta. Fumala fino al filtro.

©®aMe
Andrea Magliano

29 Risposte to “Lizzie Velasquez”

  1. paroleacapo 5 febbraio 2014 a 19:27 #

    L’ha ribloggato su cristina capodaglio.

  2. Niko 5 febbraio 2014 a 19:33 #

    Brava, anzi bravissima Lizzie. Bella storia, davvero 🙂

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:15 #

      Veramente una Lizzie straordinaria! Ogni tanto è bello condividere qualche bella storia, di quelle che lasciano il segno 🙂

      • Niko 8 febbraio 2014 a 11:15 #

        Sì.. ! Ciao Andrea e buon weekend!

  3. marco 5 febbraio 2014 a 19:45 #

    La cosa fondamentale è definirsi da soli, giusto, cioé avere ben chiaro ciò che si vuole, ma senza il confronto con gli altri ciò è impossibile; confronto a cui non bisogna rifuggire ma che crea certamente delle problematiche come nel caso che hai descritto (e penso anche ai discorsi che facevamo sul cyber bullismo).
    In sostanza dunque è impossibile rinchiudersi in una definizione; secondo me uno non deve lasciarsi etichettare dagli altri, ma nemmeno etichettare se stesso, ciò sarebbe troppo limitativo per quello che una persona potrebbe esprimere in tutto il suo essere.
    In questo senso rispondendo alla tua domanda io non sento la necessità di auto-definirmi, né per affermare me stesso né per difendermi da altri.
    Quello che penso sia fondamentale è la lotta che intercorre tra l’affermazione di un nostro diritto qualsiasi e il suo riconoscimento, ricordandosi che spesso riconoscere un diritto significa negarlo ad altri, mentre in altri casi è il primo passo verso la liberazione delle prospettive future!

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 22:16 #

      Mi piace la tua risposta e cerco di rispondere con la stessa passione 🙂
      Parto dall’autodefinizione. Tu saai per primo quanto trovo strette e asfissianti le etichette. Credo che l’idea di Lizzie sia esclusivamente quella di tenere a mente ciò che si è e ciò che si vuole da se stessi e dagli altri, riconoscendo conseguentemente i propri pregi e difetti, in modo da non lasciarsi abbattere dal mondo esterno. In questo senso la ‘definizione’ non vuole essere un’etichetta imprigionante, ma solo un punto di partenza su cui costruire il resto. Come dici tu, il confronto è importante e come tale ne conseguono situazioni a volte piacevoli e spesso e volentieri no.
      I rapporti umani non sono mai facili. Così come sul diritto e il suo riconoscimento. Premetto che sono concorde alla tua visione. Aggiungo solo che, secondo me, è sacrosanto ricordarsi che non esistono vinti o vincitori nel riconoscimento e nella tutela di un diritto, ma al più compromessi (spesso necessari) da ambo le parti.
      Olè, credo di aver risposto a tutti i punti. Che più che una risposta è un completamento del tuo punto di vista, di cui ti ringrazio enormemente 🙂

  4. ludmillarte 5 febbraio 2014 a 20:01 #

    la mia risposta è: la mia origine, i miei geni, le mie esperienze di vita.
    Lizzie, come scrivi tu, ha mostrato una grande forza nel cercare/trovare l’opportunità. forse non ce l’avrebbe fatta senza l’amore dei suoi famigliari, senza qualcuno che la convincesse che non era una tartaruga, anche se spariva sotto l’enorme zaino, ecc. ecc.. un post importante Andrea, non solo per osservare che l’amore vince, ma anche per ricordarci a quali bassezze ciniche ed infelici possono arrivare le persone. un abbraccio

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 22:05 #

      Sei sempre una delle persone più precise e con cui mi sento mentalmente più vicino 🙂 Ho proposto la sua storia per la sua forza, la sua capacità di ribaltare la situazione e di saper sorridere comunque nonostante tutte le possibilità difficoltà. Mi ha colpito però anche la cattiveria umana fino a che punto può spingersi, nonostante il passare degli anni e il progresso, molti non ‘progrediscono’ e restano piccoli piccoli umanamente. E poi l’amore, quale rimedio migliore? 😉 Quanto alla tua definizione, ti ringrazio per averla condivisa! Avevo pensato anch’io così e poi l’ho parte inglobata in quell’aMe. Sicuramente non siamo nessuno senza una storia alle spalle, perché nella storia si temprano e si costruiscono le basi, un po’ come un edificio che continua ad alzarsi di piano in piano!
      Abbraccione forte cara Lud

  5. sguardiepercorsi 5 febbraio 2014 a 20:33 #

    Mi fa piacere vedere come questa testimonianza si sia diffusa così tanto in rete! C’è bisogno di storie che insegnino valori così importanti…
    Ciao Andrea!

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:17 #

      Hai proprio ragione! 🙂 Ho scoperto per caso il suo video tramite un link che rimandava al blog di Clio Make Up e mi sono ritrovato imprigionato nel racconto e nella lezione di Lizzie! Non potevo non riproporlo anche qui 😉
      Ciao Chiara, ti auguro uno splendido weekend!

  6. tramedipensieri 5 febbraio 2014 a 23:06 #

    Grazie Andrea per questo post, per averlo presentato con il tuo modo amabile.
    un abbraccio
    .marta

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:19 #

      Grazie .marta per queste belle parole. Sono rimasto proprio colpito dalla storia e dovevo assolutamente condividerla con voi 🙂
      Un abbraccio a te, un augurio di un felice weekend 🙂
      Andrea

  7. Eric Tonningsen 5 febbraio 2014 a 23:30 #

    So much of how we perceive ourselves is about inner strength, self-belief, summoning courage, and realizing we do have incredible gifts to share with others. Silence the naysayers and ignore the negativity and anything is possible! She is beautiful!

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:58 #

      I completely agree with you! I think she’s very beautiful and her beauty is inside but really visibile! She remembers us we never get down because of other people or something else; the others often talk leaded by fear, … But we can always change. Walt Disney says ‘If you can dream it, you can do it’. So everybody can do it 🙂

  8. francissius 6 febbraio 2014 a 01:46 #

    Sono persone come lei ch e ci fanno ricordare aspetti che trascuriamo: diffidenza per il diverso, paura di noi stessi ma anche coraggio di prendere in mano la nostra vita e i nostri obbiettivi. Noi cerchiam di riparare i nostri danni e avvicinarci sempre di più a cosa vogliamo essere e a seguire gli ideali, i quali secondo me sono gli ingredienti per la felicità e per trascorrere una vita soddisfacente. Come ogni volta un gran bel post che fa pensare 🙂 stimo questa forte donna! A presto 🙂

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:46 #

      La storia di Lizzie mi è piaciuta proprio per numerosi elementi, dalla paura del diverso al problema dell’aspetto fisico, al difficile rapporto con noi e poi con gli altri. Ideali, valori, convinzione, ma anche speranza sono fondamentali sì e di tanto in tanto c’è il lieto fine. Basta crederci e tenere strette le briglie del nostro carro 🙂 E con stima un applauso alla cara Lizzie! E grazie a te per accogliere anche questo post 🙂

  9. Nicola Losito 6 febbraio 2014 a 12:42 #

    Chapeau a Lizzie!
    Solo chi ha una forza interiore incredibile può riuscire a realizzare le sue aspirazioni come questa ragazza.
    Nicola

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:44 #

      Molte volte non ci accorgiamo che l’ostacolo più grande al nostro successo, umano o lavorativo, siamo noi stessi. Tralasciando il concetto di fortuna, sacrosante partner di vita, tutte le carte sono in nostro possesso! Meno male che ci sono persone come Lizzie che ogni tanto ce lo ricordano eheh
      Un caro saluto Nicola 😉

  10. ombreflessuose 6 febbraio 2014 a 18:18 #

    Grazie Lizzie, lo dico col cuore. Io non ho la tua Forza
    E pensare che da bambina mi lamentavo per le gambe lunghe.
    Grazie anche a te Andrea, i tuoi post sono visioni di realtà e sogni
    Un caro abbraccio
    Mistral

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:30 #

      Io invece per i capelli troppo scuri; ora che compaiono i primi capelli bianchi rimpiango quelli scuri! eheh Ho proposto Lizzie perché nell’estremizzazione della sua storia, credo che ognuno possa ritrovarsi in qualcosa. Ma come dice lei, la vita è nostra e la forza sta dentro noi, dobbiamo scavare un po’ e tirarla fuori. Grazie a te Mistral per accogliere con piacere i miei post e ringraziamo Lizzie per la sua splendida forza 🙂
      Un abbraccione
      Andrea

  11. samantagiambarresi 7 febbraio 2014 a 20:31 #

    In questo momento, sarò banale, ma penso la mia piccina… Da madre non posso che ammirare la forza dei genitori di Lizzie, hanno lavorato duro per rendere la vita di questa ragazza migliore e farla crescere forte e coraggiosa.
    Un abbraccio

    • Andrea Magliano 7 febbraio 2014 a 21:22 #

      Nessuna banalità, anzi è giusto ricordarlo! Lizzie ha una grande forza interiore, ma ha avuto un ottimo sostegno da parte dei genitori che l’hanno sempre affiancata e supportata in ogni momento. Un bell’esempio di amore familiare 🙂 Un abbraccio a te Samanta e un saluto speciale alla piccola cubista!

  12. lucadic67 10 febbraio 2014 a 11:27 #

    La sostanza,all’apparenza.Questa ragazza e’ straordinaria poiche’ esalta un concetto che in questo mondo attuale,fatto di apparenza e vuoti contenuti,viene messo da parte.Devi avere anche la fortuna di avere accanto a te persone sensibili o almeno pronte a sancire il bivio tra il giudicare e il capire,tra il non creare una specie di barriera tra noi e chi e’ sfortunato. Un video per gli arroganti,faciloni tanto in auge in quest’era.Ciao ANdrea A PRESTO.

    • Andrea Magliano 11 febbraio 2014 a 11:57 #

      La società dell’immagine ha ahimè aumentato questo vuoto interiore e la superficialità dell’apparire. Proprio per questo mi è piaciuto condividere con voi la storia di Lizzie, una storia che al momento sembra segnare un lieto fine checché malattie e altro. Hai ragione, grazie a persone sensibili a fianco, ma soprattutto a capire la differenza tra giudicare e capire, non potevo esprimere al meglio questo pensiero 🙂 Un saluto Luca, grazie per il passaggio 🙂

  13. QuestionediStileBlog 12 febbraio 2014 a 12:01 #

    Avevo letto la sua storia qualche tempo fa, una ragazza da ammirare con tanta voglia di vivere 🙂

  14. sherazade 6 marzo 2014 a 13:41 #

    Incredibile. In certe situazioni di estrema oggettiva difficoltà ogni volto io mi dico che non avrei la forza di reagire. Tutto mi contraddice perchè la forza più determinata cos’ come il coraggio nascono da un percorso interiore, da quell’input che ognuno di noi vuole dare alla propria vita.
    Brava Lizzie, notevole il suo esempio e, aggiungo, moltissimi altri in modi diversi.

    sherabanalmente’normalentusiastasostenitricedelladebolezzacardinedellavita

    • Andrea Magliano 8 marzo 2014 a 16:47 #

      Sono d’accordo con te. A volte mi chiedo come avrei reagito in quella specifica situazione e le conclusioni pressapoco sono i soliti sfumati pensieri. Ma se veramente vogliamo qualcosa, possiamo tirare fuori una grandissima forza di volontà, partendo da noi stessi e spostando dopo l’attenzione sull’esterno. Lizzie mi ha colpito, molto positivamente 🙂

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