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Il Natale che è stato

26 Dic

Il Natale è oramai finito. Ora tocca a Santo Stefano, che me lo immagino sempre come un fratellino più piccolo del 25. Nessun preparativo particolare. Si mangiano prevalentemente gli avanzi del giorno prima o si saltano direttamente i pasti e ci si improvvisa istruttori di fitness. O di zumba, visto che è la moda del momento. Niente regali da sfasciare e giochi da tavolo da cercare con una mappa del tesoro perché chissà dove sono finiti.

Quando ero bambino vivevo queste ore con un po’ di tristezza e anche tanta gioia. La felicità derivava dal fatto che avevo tanti nuovi giochi con cui divertirmi e naturalmente non vedevo l’ora di usarli. L’amarezza derivava prevalentemente da due cose:

  1. Non c’erano più regali da sfasciare! E io adoravo sfasciare i pacchi!
  2. Il giorno più bello dell’anno era appena terminato.

Ora che inizio a diventare più grande che cosa resta? La gioia di dire che ho tanta nuova roba da utilizzare e dall’aver passato una bella giornata in compagnia della famiglia. La tristezza di dire:

  1. Non ci sono più regali da sfasciare! E io adoro sfasciare i pacchi!
  2. Il giorno più bello dell’anno è appena terminato.
  3. Bisogna dare una mano a ripulire.
  4. Questa determinata persona non mi ha fatto gli auguri e/o non mi ha ringraziato dopo che io glieli ho fatti.

È brutto e difficile crescere! Ma bisogna farlo. Vorrei tirare le somme di questa giornata. Prevalentemente perché adoro il Natale. Lo ritengo il giorno più bello dell’anno. Adoro l’atmosfera e la magia che trasuda. E tutta la profonda anima commerciale che ci sta dietro. Sono figlio del marketing. Ahimè, purtroppo è vero. Eppure quest’anno ho odiato profondamente dicembre. Un continuo susseguirsi di singoli episodi, belli e brutti, che non hanno nulla da invidiare ai sali e scendi delle montagne russe. Quest’anno il Natale non si è sentito, complice vari motivi, dalla recessione al profondo pessimismo sociale, anzi è mancata la voglia di festeggiarlo. Vi chiedo quanti negozianti vi abbiano detto Buon Natale o Buone feste in questi giorni. Qui a Genova praticamente nessuno. I regali sono stati fatti controvoglia. I regali li ho ricevuti e non li ho voluti neanche aprire fino al tardo pomeriggio.

Con queste premesse è arrivata la vigilia, quando ho pubblicato un intervento un po’ rabbioso sulle relazioni moderne. Un post rivolto a nessuno in particolare, ma frutto di una lunga serie di ragionamenti sviluppati negli ultimi mesi sulla base della mia esperienza e di quella altrui. Poi arriva il 25. E alla fine, vi dirò, mi è piaciuto questo Natale. Non avevo grosse aspettative. Anzi non ne avevo nessuna. Eppure mi è piaciuto e mi dispiace persino che sia finito.

Partiamo dal punto 4 di quella scaletta. Gli auguri, come quasi al solito, li ho fatti io alla maggior parte delle persone, però ci sono state eccezioni che mi hanno battuto sul tempo e alcuni che mi hanno seriamente sorpreso. Non mi aspettavo i loro auguri. E ammetto che per alcune ho letteralmente gongolato. Non so perché. O meglio lo so ed è facile intuirlo. Credo che a volte il più bel regalo consista nella cosa più banale, come un semplice auguri o un grazie. Ci speravo in quegli auguri. Non arrivavano. Mi sono intristito. Sono arrivati. Mi sono rallegrato e sono felice di quello.

Arriviamo direttamente al punto 1. I regali. In periodi di crisi i regali sono molti di meno, ma francamente non è importante riceverne mille piuttosto che uno. Ripeto, spesso sono i piccoli gesti a significare di più. Quest’anno ho ricevuto pochi doni da pochi intimi e dalla famiglia, ma ho ricevuto soltanto cose belle. Al di là del cliché dei soldi dai parenti che finiscono nel fondo spese future, pazzie di gioventù, necessità lavorative, ho avuto cose che mi aiuteranno in modo sostanziale in questa fase transitoria. Vestiti e accessori vari per un nuovo look e per una nuova espressività – non giriamoci intorno, viviamo nella società dell’immagine, ciò che io faccio è trasformare i vestiti in un mio canale di apertura -, il blue-ray Pixar Ribelle che avrei comprato per la mia collezione, un borsello che trovo molto bello, un libro che può contenere idee interessanti, gli auguri di cui sopra. E un graffio, ben in vista, che attraversa in verticale metà del mio naso, procurato involontariamente dal gatto mentre stavamo giocando. La gente si chiederà se è una ferita di guerra, una cicatrice di qualche rissa e io distruggerò queste leggende dichiarando che è stato un gattino di neanche un anno di vita!

Disquisiamo sulla tombola. Poche partite e una cifra risibile di partenza. 90 centesimi avevo all’inizio e 90 centesimi ho a fine giornata. Insomma ho vinto quanto ho perso. Fin tenendo il tabellone sono riuscito a perdere! Questo per dirvi quanto la dea bendata mi assiste! E se si suol dire sfortunati nel gioco fortunati in amore, il 2013 potrebbe portare questo agognato fidanzamento! Ma la verità è che tutti gli anni è la stessa storia: perdo sempre o al più pareggio! E  bene o male, ogni anno qualche cottarella arriva, ma difficilmente è ricambiata da parte sua o talvolta mia. Strano a dirsi, ma può succedere anche questo, che qualcuno si infatui di me! Ho gusti estremamente difficili e complessi. Per cui Cupido, se mi leggi – e so che lo fai perché tu sei bello e onnisciente – la prossima volta non essere tirchio con le frecce. Piuttosto te le regalo io se non vuoi spendere – e non venite a dire che noi genovesi siamo tirchi – e, importante, prendi bene la mira!

Per quanto riguarda la folle idea che mi è venuta in mente, direi di essere giunto a una risposta quasi certa. Sono sicuro a un buon 80%. Devo solo trovare un buon posto e sperare sia aperto nei prossimi giorni e non mi chieda un rene. Sapete, uno l’ho ceduto per pagare i regali di Natale!

Per te, carissimo Babbo, non ti avevo chiesto nelle precedenti lettere delle cose materiali da poter ricevere e valutare immediatamente. Confido però che quella polverina fatata che mi hai spruzzato nel sonno renda possibile prossimamente il loro esaudirsi. E mi auguro che non fosse semplicemente polvere o, peggio, zucchero che non voglio ritrovarmi un formicaio nel letto. Ti ringrazio Babbo per avermi fatto apprezzare anche questo Natale, nonostante le premesse e la mia predisposizione non fossero delle migliori.

Ci risentiamo il prossimo anno. Ancora grazie mille! Un grosso abbraccio e bacio! Ma senza lingua mi raccomando!

Ti voglio bene Babbo!

@aMe
Andrea Magliano

Relazioni umane

24 Dic

Caro Babbo Natale,

permettimi di chiederti una cosa che francamente fatico a capire…

Ma come sono fatti gli esseri umani? Vorrei tanto comprenderli, ma proprio non riesco a decifrarli!

Sono così strani e illogici che a volte addirittura non so come comportarmi in loro presenza. Provi a essere onesto con loro, a dire esattamente come la pensi, giusto o sbagliato che sia, e vieni mal giudicato e additato solo perché sei stato onesto. Allora provi a mentire e a dire ciò che loro si aspettano che tu dica. Ma anche in questo caso sbagli. Non tanto eticamente o moralmente. Ma perché loro ti diranno che è sbagliato in maniera aprioristica.

Provi a essere chiaro in modo tale da non farti fraintendere, ma anche così non funziona. Ti sfido. Prova a dire 2+2 = 4 a una persona e questa capirà come minimo che tu le hai chiesto di portarla a letto oppure che le stai raccontando il tuo pensiero sulla morte. Difficilmente proveranno a capire che 2+2 fa effettivamente 4. Non si sforzeranno nemmeno. Provaci e dimmi il risultato!

Allora provi a essere ermetico e criptico per impedire ai più di comprendere la tua vera natura, tanto loro fraintenderanno lo stesso, e fare una forte scrematura iniziale. Ma anche questa strada è poco rispettosa. Chi leggerà ti insulterà o la risolverà rapidamente definendo il tuo pensiero banale e per nulla complesso. Anzi sei tu l’errore perché hai cercato di essere misterioso pur di non farti conoscere dagli altri. Per loro non è importante che tu intendessi esattamente l’opposto. Tanto una persona quando si convince della propria idea non la si schioda neanche a pagarla. Tranne i politici italiani, ma quella è un’altra storia.

Provi a confidarti, ma nella maggior parte dei casi trovi dei muri disinteressati ai tuoi reali problemi, per occuparsi esclusivamente dei propri. Provi a condividere i tuoi momenti belli, ma anche lì ben pochi ti ascolteranno, anche se tutti si riempiranno di belle parole e belle promesse. Non voglio credere che il motto della vita è come dicono tanti non aspettarsi nulla dagli altri. Non voglio credere che tutto sia basato solo sul dare senza mai ricevere nulla in cambio.

Pensa che mi hanno accusato costantemente di essere un depresso soltanto perché a volte apparivo più disincantato o perché tendo a mantenere un tono neutro o a essere sarcastico. Naturalmente la gente fraintende tanto il tuo sarcasmo quanto il tuo tono. Ma, ti assicuro, dovresti a volte ascoltarli e capirai quanto pessimismo cosmico sono capaci di infonderti. Naturalmente però loro sono i buoni e credono nel potere della vita e tu sei soltanto il depresso inutile. Quando spesso è vero il contrario. Sono così convinti di sapere che cosa è giusto o sbagliato, loro sono sempre portatori di verità assolute.

Ho imparato ad annuire perché la ragione si dà agli stolti. Ho imparato a lasciarli parlare e non provare nessuna reazione. Ma a volte, credimi, è dura!

In compenso, ho imparato ad apprezzare che cosa sono i veri amici. Quelli che si sforzano di comprenderti e di aiutarti e soprattutto di farsi aiutare e farsi comprendere. Quelli che non basano il rapporto su un semplice scambio di dare e avere. Quelli che ci sono nei tuoi momenti di difficoltà e di gioia e quelli che ti permettono di esserci nei loro momenti di gioia o di difficoltà. Quelli che prima di fraintendere cercano di capire e prima di essere fraintesi cercano di farsi capire. Gente interessata e interessante. Fortunatamente non tutto il mondo è marcio. E sono contentissimo di avere questi amici a fianco. Pochi ma buoni come si suol dire. E questo è il più bel regalo di Natale!

Ma quanto è dura trovare nuovi amici! O conoscenti con cui chiacchierare anche del più o del meno. Persone con cui passare dei bei momenti. So che esistono, ma è molto arduo trovarle oggi, sob. E man mano che si va avanti diventa sempre peggio. Non voglio indossare sempre una maschera con gli altri, non voglio dover essere sempre diffidente degli altri o aprirmi per poi sentirmi stuprato da parte loro… Non credo di chiedere così tanto. Dici di sì? Allora rinuncio a qualche dono della precedente lettera pur di avere questo! Lo so, di amici ne ho già, mi devo accontentare, ma non voglio gravare soltanto su di loro!

Insomma ti prego regalami un libro di buone maniere o meglio un libro per decifrare i rapporti umani.

Sarei estremamente felice. Ti ringrazio. E per favore non fare che quei pochi amici fraintendano questo articolo, non è rivolto a loro!!!

Buon Natale e buon lavoro!

Ti voglio bene Babbo!

@aMe
Andrea Magliano

Letterina a Babbo Natale

9 Dic

Caro Babbo Natale,

so che è da tanto tempo che non ti scrivo. Mi dispiace. Come stai? Tutto bene?

Sai, in questi anni avevo smesso di credere in te.

La colpa è un po’ dei miei genitori che avevo scoperto mettere i regali sotto l’albero al tuo posto. Poi, qualche giorno fa, ho capito che lo facevano soltanto perché, non avendo il camino ed essendoci le persiane alla finestra, non avendo tu le chiavi di casa, non sapevi come entrare.

Poi ho scoperto che vesti di rosso esclusivamente per colpa dell’ufficio marketing della Coca-Cola! Insomma, il mio idolo è frutto solamente di una bevanda analcolica? Mi è crollato il mondo intero! Pensavo che tu fossi immune dall’economia, lo facessi solo per gioia dei piccoli bimbi e non che ti facevi pagare da una multinazionale senza cuore. Sono rimasto molto deluso!

In ultimo, qualche anno scrivevamo nella letterina Caro Babbo Natale e altre volte Caro Gesù Bambino. Non capivo a chi dovevo rivolgermi. Poi ho scoperto che per alcuni cattolici Babbo Natale è una sorta di demonio! Ma tu fai i regali migliori.

Per farla breve, ho passato un periodo di sbando totale in cui ho affogato i miei dispiaceri nella cioccolata calda corretta al rum. So che non si fa, ma come pensi che possa reagire un bambino davanti a tanto orrore?

Ora sono cresciuto e ho imparato a mettere tutti i pezzi al posto giusto e ho capito che nella mia fede c’è solo e soltanto un eroe. E questo sei tu Babbo! Non so esattamente che cosa mi ha fatto tornare sui miei passi. Forse i messaggi subliminali di cui siamo inondati in questi giorni. Magari la crisi economica e la mia disoccupazione cronica… Nel senso: se io credo in te, tu farai i regali ai miei amici e cari al posto mio e io non devo né pensarci né sganciare uno spicciolo. Anche perché al momento posso provare a barattare delle monete di cioccolato o un mio rene, ma capisci bene che non può funzionare a lungo!

Credo però che il responsabile ultimo sia quell’enciclopedia Treccani che mi è caduta in testa mentre cercavo di prendere l’ultimo numero di Rat-man. 500 pagine in testa fanno molto male! Credo che 50 sfumature di… sia nato in questo modo, ma non ne sono sicuro!

Comunque, facciamola breve caro Babbo. Qui di seguito trovi la lista delle cose che vorrei. Ti avverto che la aggiornerò strada facendo! E non fare il pidocchioso quest’anno! Non nasconderti dietro la scusa della crisi. Ho appena scoperto che hai comprato una casa alle isole Cayman e che sei indagato per frode dallo stato della Lapponia e sfruttamento minorile di elfi. Indi per cui, non accetto scuse. Anzi sappi che ti voglio tanto tanto tanto tanto tanto bene!

Vorrei:

  • La pace. La mia. Per quella del mondo c’è tempo. Sì sì. Anzi, ti prometto che se mi regalerai la pace interiore, cercherò in ogni modo possibile di infonderla negli altri!
  • Vorrei fidanzarmi. Sono un po’ stufo di quella bambola che mi è stata regalata. Anche perché ho scoperto che è scappata via con il mio peluche di infanzia. Cioè, neanche in Toy Story è mai successo un colpo di scena simile!
  • Vorrei riuscire a incontrare quelle persone che purtroppo sono tanto distanti. Anche solo per sentirle parlare una volta, vederle in faccia e non dietro un’emoticon di un social network. Anche se so per certo che quelle persone avranno al posto della faccia uno smile!
  • Vorrei trovare un posto da chiamare casa. Cioè i viaggi sono belli, ma nel 2012 ho fatto un po’ di traslochi e un sacco di valige. A volte facendo veri e propri salti nel vuoto. Che cosa mi aspetterà il 2013? Vorrei trovare un posto dove stare bene e basta, indipendentemente dal luogo fisico. E non rispondermi di nuovo questo posto lo puoi trovare solo dentro di te perché è così che ti sentirai a casa!
  • La cosa che più mi piacerebbe: posso conoscere Jennifer Lawrence e Madonna? No, vero? Te possino…
  • In questo momento non voglio tante cose materiali, però non mi fanno neanche così schifo da rifiutarle.
  • Un biglietto per la terra dei canguri? Per le antiche rovine di Machu Pichu? Per i grattacieli di tutte le megalopoli del mondo? Basta che non sia il biglietto per l’isola di Tuvalu! Quello l’ho già comprato.

Se proprio non vuoi regalarmi nulla, ricordati questo. Ho rapito Rudolph. Verrà liberato solamente dopo aver ricevuto almeno la metà più uno dei regali sopra elencati, più tre doni omaggio a tua scelta, di cui uno deve essere la lampada di Aladino. Se non rispetterai l’accordo in corso, Rudolph potrebbe trasformarsi in un buonissimo cervo.

Carissimo Babbo, ti ho lasciato dei biscotti e un bicchiere di latte vicino all’albero. Ti avverto: il latte dopo un po’ diventa rancido e i biscotti rischio di mangiarli nel tragitto dalla cameretta alla cucina! Per cui affrettati! Anche perché il mondo finisce prima di Natale!

Ti voglio bene Babbo 🙂

©aMe
Andrea Magliano