Pleasantville

18 Feb

L’educazione è molte volte costellata più dai no che dai sì. Fin da bambini ci insegnano che determinate parole non andrebbero dette e certe cose fatte. I genitori ci guidano in questo cammino, ma un ruolo fondamentale lo ricopre la società con il suo codice etico-morale.

Nella negazione di qualcosa si nasconde talvolta la miccia della ribellione o il semplice desiderio di cambiare. Ogni generazione rifiuta gli assolutismi della precedente e interviene sulla propria strada. Alcune idee ottengono successo e altre sono destinate ad arenarsi, a torto o a ragione.

La società muta e con essa il suo insieme di valori. Si ottengono nuovi diritti che per quanto oggi si diano per scontati così non erano. Nonostante ciò, si parla spesso di una sorta di involuzione. La nostra testa vaga nel ricordo del passato e rimpiange l’era dorata dove tutto sembrava impeccabile e invidiabile.

Questa sembra l’idea di David, un adolescente della provincia americana. David sa a memoria le battute di Pleasantville, serie anni ’50 in b/n, che propone un’immagine idilliaca della famiglia e della realtà, nettamente migliore della sua vita. I genitori divorziati sono assenti, la sorella fa la cattiva ragazza e a scuola si parla di disoccupazione, HIV e calamità.

La sera della maratona televisiva i due fratelli, usando un telecomando ricevuto da un misterioso anziano, si ritrovano bloccati in quella realtà in scala di grigi nei panni di Bud e Mary Sue, i ragazzi protagonisti. Ma sarà un sogno o un incubo?

Gary Ross, agli esordi registici, dirige i giovani Tobey Maguire e Reese Witherspoon in Pleasantville (1998). Con un tocco poetico e mai volgare, il film racconta della perdita dell’innocenza attraverso lo scontro tra la vecchia e la nuova società.

A Pleasantville tutto splende. Non piove mai e i pompieri, non conoscendo il fuoco, salvano i gattini sugli alberi. Le famiglie sono perfette e ogni sera il marito, rincasando dal lavoro, trova la cena servita e la moglie sorridente. Nessuno conosce il sesso e non esistono letti matrimoniali. I libri sono pagine bianche rilegate e la squadra di basket, anche con tiri improbabili, non perde mai.

La mentalità moderna produce una rivoluzione che come un virus si diffonderà tra gli abitanti. Partendo dalla scoperta del sesso, della ricerca della felicità e dei sentimenti umani, Pleasantville inizia a colorarsi. Prima è un’innocua rosa, poi una palla che non centra il bersaglio fino alla pelle dei protagonisti. Come la storia insegna, ogni cambiamento non è indolore.

Pleasantville2

Ross costruisce un corale percorso di formazione in cui è evidente la critica al perbenismo e all’ipocrisia anni ’50 e alla finzione televisiva che trasmette(va) un’immagine edulcorata della realtà. Dietro i sorrisi e l’apparente idillio si nasconde l’infelicità e la paura del diverso che non necessariamente proviene dalla difficoltà di accettare il nuovo, ma anche del prendere coscienza di sé. 

Facendo un paragone azzardato, il film crea un affresco sull’evoluzione sociale. Il puritanesimo della città di Pleasantville è scosso dalla rivoluzione sessuale. Il primo colore scaturisce dalla scoperta delle pulsioni carnali e persino dalla naturale masturbazione, qui declinata in quella femminile (qui), più delicata e ancora oggi oggetto spesso di tabù. A riguardo, si pensi agli studi di Kinsey a cavallo tra gli anni ’40 e ’50.

Gli abitanti, automi che non pensano ed eseguono le azioni come se recitassero un copione, iniziano a interrogarsi su cosa esiste oltre i confini cittadini. L’arte si anima e muove il pensiero e la coscienza, scontrandosi con la censura. Si organizzano falò per bruciare i libri e si mettono a tacere gli artisti.

L’altro grosso rimando è alla segregazione razziale. La società dei bianchi, ancora immuni alla rivoluzione, teme e isola il colorato. Impongono divieti di accesso nei locali e dettano legge nei tribunali confinando i reietti su un altro piano.

Il personaggio di Maguire, amante della serie originale, pur cercando di mantenere lo status quo, si accorge che il cambiamento è incontrollabile, ma soprattutto inevitabile. Basta una piccola scintilla per svelare le crepe della perfezione, quella bontà ipocrita che ha avviato la caccia alle streghe.

Sta a noi aprirci al diverso e interrogarci, perché l’etica e la morale non è un costrutto definitivo. Accantonando pregiudizi, la consapevolezza del nuovo, della minoranza o delle esigenze personali, diventa lo stimolo alla crescita individuale e sociale. L’educazione è necessaria, ma occorre studiare con la matita per correggere eventuali sbagli e con un occhio sulla pagina bianca ancora in attesa di essere scritta.

Meglio una vita a colori, no? Fate attenzione ad accettare i telecomandi e a ciò che deciderete di guardare.

©®aMe
Andrea Magliano

46 Risposte to “Pleasantville”

  1. klaudyna1985 18 febbraio 2014 a 12:36 #

    Ho adorato questo film *_*
    grazie per averne parlato!!!!
    Ottima recensione comunque 😉

  2. Hydor Tesla 18 febbraio 2014 a 12:41 #

    stupendo

  3. francissius 18 febbraio 2014 a 14:36 #

    Stavolta hai fuso impeccabilmente la recensione con una tesi sulla società che cambia inesorabilmente! Bravissimo!! *Clap clap*
    Dove saremmo, per esempio, se non ci fosse stato l’illuminismo? Me lo domando sempre ehehe
    È giusto contaminare con idee nuove (e sempre non facili perché siamo geneticamente portati a diffidare del diverso) la routine e svecchiarla.
    Alla prima visione non capivp molto questo film, sicuramente per via dell’età. Ma qualche anno più tardi lo rigidi e mi piacque di più. Come si rendono conto di volte cambiare, di porsi nuove domande.
    Da prendere spunto! Bravissimo come sempre 🙂

    • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 14:49 #

      Nel libro che sto leggendo adesso si parla della diversità come sopravvivenza della vita, fuori e dentro la stessa specie. E in questa idea in un certo senso c’è anche la nostra storia, di uomini intendo. L’illuminismo fu un’importante tappa della società (anche se non è il mio periodo preferito lo ammetto eheh), però dici bene ‘contaminare con idee nuove’. Nella storia c’è sempre qualcosa che si ripete, ma non lo fa mai sempre uguale a se stesso 🙂
      Anch’io alla prima visione del film mi ero perso molti significati, ero troppo affascinato da quel colore che prendeva possesso dell’immagine! Fortuna che a ogni nuova visione si scopre qualcosa di nuovo 🙂 (più preoccupante è quando alla seconda visione si cambia totalmente giudizio sulla pellicola XD)
      Grazie a te per accogliere, contribuire e far crescere questi spunti 🙂 Abbraccio!

  4. ombreflessuose 18 febbraio 2014 a 19:38 #

    Caro Andrea, hai parlato con competenza e bravura di un film che ho visto diverse volte per bellezza e originalità.
    Grazie davvero
    Un grande plauso
    Abbraccio
    Mistral

    • Andrea Magliano 23 febbraio 2014 a 21:40 #

      Silenzioso con umiltà ricambio il plauso.
      Sono felice di scoprire altri fan di questa storia. Condivido con te: bellezza e originalità le prime caratteristiche che mi hanno colpito e il passaggio al colore rendono ogni visione una piacevole riscoperta!
      Un abbraccio
      Andrea

  5. marco 18 febbraio 2014 a 22:06 #

    Bellissima recensione, deve essere molto bello questo film. Mi piace molto l’idea del colore – mi fa ricordare Schindler’s list tra l’altro -. Abbiamo sempre il dovere di colorare le nostre esistenze, perché volenti o nolenti ce le ritroviamo sempre già entro certi binari e spesso privi di colore. Se poi questo dovere diventa un piacere allora è meglio ancora, e secondo me occorre sempre seguire i propri liberi istinti, senza incasellarli ma liberandoli come la protagonista del film. Mi piace molto anche il genere di fantascienza distopica che emerge dal film così come lo racconti, una visione fintamente idilliaca tipo “farenheit”, che soprattutto calza alla perfezione per descrivere la mia famiglia per esempio! : )
    Collegandomi all’incipt del tuo post invece, stasera in tv davano Apocalypse Now, sono stato subito colpito dal bollino rosso, questa cosa dei bollini, rossi, gialli e verdi, è veramente deleteria e può essere un po’ la metafora del discorso riguardo l’educazione. Morale della favola: ora mi guardo l’originale Apocalypse Now che ho scaricato, senza bollini rossi.

    • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:04 #

      Ti propongo uno scambio di visioni, ‘Pleasantville’ contro ‘Apocalypse Now’ che mi manca, ma che deve essere imperdibile eheh
      Come spesso ho raccontato attraverso il blog e non, il tema delle società distopiche mi è molto caro e con esso il ruolo dell’individuo al suo interno. Può esistere dittatura al di là della semplice facciata, magari nascosta dietro l’immagine di una società perbenista e perfetta? E ancora, quanti elementi si ripresentano tra società più o meno ritenute libere (come la sola idea, spaventosa, di bruciare i libri)? L’idea dei bollini su un film è altrettanto interessante: può essere utile la loro apposizione per dare un’indicazione guida sul contenuto dell’opera, ma non deve essere vincolante, così da poter stabilire in autonomia la nostra sensibilità e la nostra educazione.
      Del resto le nostre vite sono già estremamente brevi o grige di per sé da rinchiuderci ulteriormente in trappole in bianco e nero. Meglio far esplodere vere e proprie bombe di colore 🙂

  6. tramedipensieri 18 febbraio 2014 a 22:45 #

    Film stupendo, ottima recensione ed analisi.
    Complimenti

    .marta

    • Andrea Magliano 23 febbraio 2014 a 21:45 #

      Grazie mille .marta! Ti regalo un fiore raccolto a Pleasantville, ma colorato 🙂

  7. ylian89 18 febbraio 2014 a 23:21 #

    Il mondo è perfetto perchè imperfetto

  8. melodiestonate 19 febbraio 2014 a 11:04 #

    film stupendo e tu sei bravissimo come sempre a raccontare….un bacio

  9. ludmillarte 19 febbraio 2014 a 18:44 #

    meglio una vita a colori 🙂 e questo post ne ha davvero tanti di colori, perché tocca svariate tematiche spesso fonti di emarginazione e discriminazione. la diversità è bella proprio perché variopinta ma, non volendo dipingerla tutta e solo di rosa, dico che è quasi naturale ed istintivo che essa possa intimorire e/o impensierire come qualcosa di cui diffidare, come qualcosa, o meglio qualcuno, da evitare. a questa presa coscienza dovrebbe seguire tanta riflessione, immedesimazione e quindi analisi della diversità da svariati punti di vista. l’involuzione avviene quando ci si ferma al perbenismo, ai falsi moralismi, al pregiudizio e non si muove un passo più in là, mentendo a se stessi ed agli altri; avviene quando, seppur quasi nel 2015, si ripetono non solo emarginazioni, ma persecuzioni verso alcune persone/gruppi che hanno un diverso credo, o un differente orientamento sessuale, o un’altra etnia, ecc.. sai caro Andrea, quando è stato eletto un presidente americano di pelle nera, ero felicissima come se fosse capitato ad un mio caro. quasi quasi non ci credevo! mi balenavano in mente tutti i terribili eventi del passato, della lunghissima schiavitù ed ho creduto che questo evento storico fosse una enorme vittoria su un passato così triste e tragico. c’è purtroppo ancora tanto, tantissimo da fare ed è giusto parlarne il più possibile ed intervenire in modo ancor più oculato a livello scolastico, perché i valori devono continuare ad esistere con in testa il rispetto e la sacrosanta regola aurea di non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. mi sono dilungata davvero troppo perciò smetto senza dimenticare però di unirmi ai meritatissimi complimenti e ti lascio pure questa

    (che tra la cadenza veneta e tutto il resto mi mette allegria) 🙂

    • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:20 #

      E un po’ di allegria non fa mai male in questa esplosione di colori! 🙂 Non la conoscevo, ma mi ha divertito accento, video e testo eheh Grazie mille!
      Che poi anche il tuo commento non è mica da poco ed è difficile aggiungere qualcos’altro alle tue parole! Sull’elezione di Obama ero felice anch’io, ma lo sarei stato lo stesso se fosse stata scelta la Clinton come rappresentate democratico: finalmente si abbatteva una barriera ritenuta insormontabile e c’era bisogno di un cambiamento, quanto meno di un segno. Poi il cambiamento sembra essersi limitato a quell’elezione e alla crisi economica, ma questa è un’altra storia!
      Eppure per ogni passo che si fa avanti, sembra quasi che l’uomo ne compia due indietro e ancora oggi avvengono certe discriminazioni che dovrebbero essere state sradicate dalla mentalità comune. E invece… la strada è ancora lunga, ma pur sempre possibile, con costanza ed educando le nuove generazioni al rispetto reciproco piuttosto che a una caccia alle streghe.
      Come scrivevo a Francissius, nel libro che sto leggendo gli scienziati sostengono (seppure all’interno della natura) come la sopravvivenza della vita sia derivata dall’esistenza di specie diverse e che al loro interno per sopravvivere ci fosse diversità e non cloni. Così immagino la sopravvivenza della società nella diversità dei suoi singoli individui 🙂
      A quando dunque un Papa nero (anche se secondo le profezie non sarà positivo)? 😉
      Un abbraccione!

      • ludmillarte 24 febbraio 2014 a 15:27 #

        (ah davvero??!)

        • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:38 #

          Nel mare di profezie, in passato si definiva ‘un Papa nero come l’ultimo dei Papi’, spesso associato come l’Antipapa e anche alla fine del mondo. Come molte profezie si può dire tutto e niente. Secondo alcuni quel ‘nero’ non è neanche riferibile al colore della pelle. Vedremo 🙂

        • ludmillarte 24 febbraio 2014 a 15:42 #

          ommioddio! riferendomi invece al colore della pelle, le profezie sono tutte annullate. abracadabra, sinsalabin, detto fatto et voilà 😉

        • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:53 #

          Gli esseri umani hanno una disperata voglia di prevedere il termine della propria esistenza! In qualche modo si sopravvive sempre 🙂 abracadabra eheh 🙂

  10. sherazade 19 febbraio 2014 a 18:52 #

    Solo un punto rispetto alle tue considerazioni. Etica e morale sono le fondamenta su cui si fonda la storia delle societa moderne. Il declino dell oggi è da ricercarsi nel forzato adattamento di entrambe ovverosia a renderle speculari ad interessi ‘altri’.
    Interrotta da una lunga telefonata ho perso il filo…-:(
    Sheraciao

    • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:31 #

      Peccato per l’interruzione telefonica! Personalmente mi mancano studi di filosofia ed etica. Condivido il ruolo di etica e morale come pilastri portanti della società moderna. E restando all’immagine ‘edile’ confido nella necessità di restaurarli o metterli a norma. Dipende sempre come avviene l’adattamento, se in modo forzato e dietro a interesse piuttosto che in modo naturale e metabolizzato.
      ciaosheragraziebuonlunedì!

  11. Nicola Losito 20 febbraio 2014 a 11:29 #

    Bella e puntuale analisi di un film che non ho visto ma che cercherò in DVD.
    Concordo completamente col tuo ragionamento sull’evoluzione sociale, aggiungendo che oggi è molto più veloce che ai miei tempi e io, quasi, non riesco a tenerle dietro. Spesso mi meraviglio e rimango turbato. Quasi tutte le cose che oggi sono permesse, a me erano proibite. Un banale esempio, le parolacce. Oggi considerate vezzi simpatici del parlare comune… 😀
    Così è la vita.
    Nicola

    • Andrea Magliano 24 febbraio 2014 a 15:42 #

      Consiglio vivamente di riscoprire questo film e anche l’ultimo del regista, il primo ‘Hunger Games’ (che pur venduto come semplice blockbuster presenta numerosi temi interessanti sulla società e dei giovani).
      Ancor più veloce, il cambiamento sembra abbia ingranato la marcia più alta sgretolando parte della carrozzeria. Mi capita di dare ripetizioni a ragazzi delle medie e delle superiori e di faticare a inseguire il passo con loro eheh Perché per esempio oggi parlano in modo disinibito di sesso, posseggono cellulari e computer che la mia generazione, pur essendo giovane, abbiamo scoperto ‘già più grandi’. Ci si adegua e si cerca di non restare troppo indietro! 🙂 Un saluto Nicola!
      Andrea

  12. sabato83 20 febbraio 2014 a 17:19 #

    Molto interessante. La tua recensione mi ha proprio invogliato a vederlo. Lo metto in coda per la visione.

    • Andrea Magliano 23 febbraio 2014 a 22:16 #

      Se sono riuscito a invogliarti ho fatto il mio lavoro eheh Curioso di leggere una tua opinione appena lo vedrai 🙂

      • sabato83 23 febbraio 2014 a 22:51 #

        L’ho visto. Spero di riuscire a scriverne domani stesso 😉

  13. Niko 20 febbraio 2014 a 20:02 #

    Film molto bello ed altrettanto tua intensa recensione. Letta e da me approvata in toto con piacere 🙂 Buona serata

    • Andrea Magliano 23 febbraio 2014 a 22:23 #

      Niko approved and I TA! (ogni volta che posso usare il TA, ormai lo scrivo 🙂
      Quanti estimatori di Pleasantville su WordPress!
      Buon inizio di settimana caro Niko 🙂

      • Niko 23 febbraio 2014 a 23:39 #

        😉 grazie carissimo.
        Buona settimana anche a Te

  14. candidonews 20 febbraio 2014 a 22:38 #

    Bellissimo film, visto anni fa e rivisto più volte. Bravo Andrea, ottima recensione 😀

    • Andrea Magliano 23 febbraio 2014 a 22:25 #

      L’avevo scoperto una tediosa domenica su Italia 1 e quel giorno ha iniziato a prendere colore eheh Grazie mille Danilo 🙂 Buona settimana ormai alle porte!

  15. nerodavideazzurro 22 febbraio 2014 a 18:08 #

    chapeau 😀

  16. samantagiambarresi 24 febbraio 2014 a 18:16 #

    Che bella recensione. Ho apprezzato molto il film e preferisco il mondo a colori perchè svela gli angoli più nascosti della vita e qualche imperfezione…

    • Andrea Magliano 25 febbraio 2014 a 21:34 #

      Grazie! Concordo con te! E poi nell’imperfezione c’è sempre qualcosa di bello da andare a scoprire e che talvolta ci lascia meravigliati 🙂

  17. lucadic67 26 febbraio 2014 a 17:28 #

    il film non lo conosco.pero’ cio’ che hai scritto nella prefazione e’ vero.mi vien da pensare che la negazione e’ sintomo di curiosita’ verso l’opposto.cioe’ il negato diventa ‘ curiosita’ nel cercarlo,metterlo in pratica e creare,come nell’arte,forme di espressione personale.a presto,ciao.

    • Andrea Magliano 28 febbraio 2014 a 17:09 #

      Del resto fin da bambini siamo attratti dall’idea di trasgredire qualche regola, grande o microscopica, per poi accorgerci che alcune sono giuste e altre sbagliate 🙂 Condivido il tuo pensiero e sottolineo come questa curiosità permetta anche il moltiplicarsi di punti di vista e la creazione di ‘nuove strade’.
      Un saluto Luca 🙂

  18. stelioeffrena 6 marzo 2014 a 21:39 #

    Un bel film davvero, Mi aveva colpito la questione del colore e tutto quello che ci gira attorno. Ancora un “bravo” meritatissimo. 🙂

    • Andrea Magliano 8 marzo 2014 a 16:31 #

      Grazie mille Stelio, sempre molto gentile 🙂 Ti auguro un buon weekend 🙂

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