Non avere paura. Avvicinati.
Ancora un piccolo passo. Attenta al gradino.
Ti voglio mostrare una cosa. Afferra la mia mano.
Lo so che non capisci. E ti chiedi perché ti voglio così bene.
È che non sono perfetto. Vorrei esserlo, ma non posso.
Vedi questa ringhiera?
In questi giorni ho legato tutti questi palloncini.
Ma ora è giunto il momento di liberarli.
E voglio che tu assista al loro volo.
Con me.
Questo è il palloncino di chi ha versato parole crudeli.
Di chi ha solo cercato o assunto il marcio.
Questo è il palloncino di chi non ha saputo apprezzarmi.
Di chi non ha creduto in me. E se ne è andato.
Questo è il palloncino di chi non mi ha capito.
Di chi mi ha frainteso.
Questo è il palloncino di chi ha cercato di uccidere il mio animo.
Riuscendoci.
Questo è il palloncino della sofferenza.
Di chi mi ha fatto soffrire per stare un po’ meglio.
E di chi ho fatto soffrire per mio egoismo.
Questo è il palloncino della mia rabbia.
Per coloro a cui ho voluto bene e per gli altri.
Questo è il palloncino per chi ho perso.
Perché non sono stato capace di tenere stretto.
Questo è il palloncino delle mie paure.
Causate da tante voci insoddisfatte di sé e del mondo.
Questo è il palloncino delle scuse.
Di quelle che non ho avuto il coraggio di fare.
E per quelle che ho fatto quando non dovevo.
Questo è il palloncino delle mie lacrime.
Che non ho più voglia di versare.
Guardali.
Volano palloncini.
Ali colorate a musicare il cielo.
A uccidere le nubi nere all’orizzonte.
Cosa?
Hai ragione.
Resta un ultimo palloncino.
Ma quello non deve volare.
Quel palloncino sono io.
Contiene i miei sogni.
Dimora il mio cuore.
Protegge i miei occhi.
Conserva i miei demoni.
Ricorda i miei errori.
Sembra che non può volare.
Ma ha sopportato già grandi tempeste.
E non ne troverai mai un altro come lui.
Voglio potermi levare con loro.
Ma mi alzerò ancora più in là.
Là in alto.
A guardare le stelle.
E perdermi nel loro abbraccio.
©aMe
Andrea Magliano
In un post ho detto che non avrei parlato della mia vita privata qui sul blog. Ma come potreste aver notato, la mia vita privata ha influenzato molto le sorti e la natura di questo sito. Sono stati due mesi un po’ pesanti, in cui sono volate parole grosse da parte mia e da parte altrui.
Ho cercato di affrontare una situazione spinosa con una persona a cui voglio bene e alla quale mi sono affezionato, su cui ho investito forze e tempo per costruire un’amicizia. Ma come tutte le situazioni spinose ci è sfuggita di mano ed è sfociata in rabbia e sofferenza. E nel silenzio, forse momentaneo o forse definitivo. E ci sto male per questo. Lo sfociare di spese extra, il lavoro, il nervosismo, … hanno fatto scontrarmi con i miei genitori. So che mi vogliono bene, ma in un momento di rabbia sono state espresse parole dure e sconfortanti. Di quelle che ti assestano il colpo di grazia in un momento di maggiore vulnerabilità. Anche il blog ha subito pochi, per fortuna, ma fastidiosi attacchi che mi hanno tediato e allontanato.
Ora dico basta. Questa poesia nasce spontaneamente venerdì dopo uno sfogo. Con l’immagine dei palloncini voglio liberarmi di tutta la zavorra inutile, che tuttavia ho sempre portato con me lungo la strada. La lascio volare via leggera, trasportata dal vento. Ciò che non deve volare via è la mia essenza, quel palloncino che incarna me. E al cui interno è contenuto il meglio e il peggio di ciò che sono, compresi i miei demoni che hanno forgiato la mia sensibilità e la mia bontà, nonché i miei errori. Perché cancellare gli errori vuol dire rimuovere il proprio passato e ciò che ci ha plasmato. E l’esperienza è necessaria per affrontare i prossimi ostacoli.
Non sono perfetto e non lo sarò mai. Ci sarà sempre chi mi considererà marcio e chi mi considererà perfetto ai suoi occhi. L’importante è essere in pace e in armonia con se stessi. Ed essere se stessi. Con i propri passi falsi e successi. Con la gente che ti vuole bene e a cui vuoi bene. E fortunatamente ci sono, a partire da quei genitori agli altri. Ci provo. Voglio guardarmi allo specchio e sorridere. Non voglio portare rancore né odio. È giusto guardare al passato, ma è importante anche guardare al futuro. E questo è per me il primo vero passo per poter iniziare a scrivere quella pagina bianca. Anche qui sul blog.
Voglio guardare il bicchiere mezzo pieno. E dunque un grazie per gli incoraggiamenti, volenti o nolenti, espliciti o impliciti, a vostra insaputa. E a chi mi ha tenuto compagnia in questi giorni, fisicamente o anche solo con il pensiero. Agli amici e al mio weekend lombardo, tra magnum e auto. Perché sono una persona fortunata. Tanto. Ed è giusto focalizzarmi sulle tante fortune che ho. E accorgermi che il bicchiere è pieno fino all’orlo. Lo è sempre stato 🙂
@aMe
Andrea Magliano