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Sensazioni

26 Feb

FioreMod.jpg

A lungo vado cercando le giuste parole,
finché nell’oscurità si alza un timido bagliore.
Cullato dal tintinnio della rugiada,
brilla tra le fronde un fiore lontano.
Oltre il sipario d’erba all’orizzonte tendo,
incurante del rischio di bruciarmi.
Speranza nostalgica mista a sogno,
ecco come mi sento.

©®aMe
Andrea Magliano

TramontoMod.jpg

Foto scattate con iPhone 4, no post-produzione.
22 febbraio 2014, Parco di Nervi (Genova).
Perdonate il silenzioso intermezzo.

Minimalismo

7 Gen

Don’t you think that it’s boring how people talk?
Making smart with their words again, well I’m bored

Tempestati di informazioni, da nascita a morte
Si susseguono parole e colori di voci monotone
Che di maschere ipocrite avvolgono il volto informe

Getting pumped up from the little bright things I bought
But I know they’ll never own me (yeah)

Decodificando sovrastrutture, primi passi muovo
Che il possesso esteriore porta alla povertà
Che nel minimalismo interiore vige la nuova ricchezza

Baby be the class clown, I’ll be the beauty queen in tears
It’s a new art form showing people how little we care (yeah)

Parole casuali volando nell’aria in picchiata scendono
In fiumi impetuosi di lettere, a volte colpiscono
Che nonostante gli schizzi si impara a camminare

We’re so happy, even when we’re smilin’ out of fear
Let’s go down to the tennis court and talk it up like yeah (yeah)

Della paura non voglio essere il nutrimento
Bensì della paura voglio cibarmi
Che nel buio pur sempre un cuore pulsa (yeah)

Everything’s cool when we’re all in line for the throne
But I know it’s not forever (yeah)

Obiettivo mi pongo, quel trono agogno
Pavimento luminoso dentro di quiete e felicità
Che del mio reame e delle mie strade sarò sovrano

I fall apart with all my heart (yeah)
And you can watch from your window (yeah)

©®aMe
Andrea Magliano

Nella costruzione della nuova storia del blog, aggiungo un altro, per me difficile, tassello. Intrecciando la narrazione con la canzone Tennis Court di Lorde, ora avvicinandomi e ora allontanandomi, invito a non sottovalutare il videoclip. Realizzato con un’unica ripresa con la cantante in controluce, fa del minimalismo estetico formale la sua cifra spostando il racconto su tre livelli (testo, volto, luce).

La zattera – Atto III

17 Dic

Precedenti capitoli:

Su questa zattera, cullato dal mare,
perdo il mio sguardo nella volta celeste.
Giorni e giorni di navigazione
nel labirinto di onde, perdo.

Troppo disattento nel scrutare mondi,
ho confuso le lacrime con l’acqua ribollente
di un lento sprofondare
della zattera che silente si inabissa.

Suono interrotto nella notte,
ultimo ossigeno e poi sotto la superficie.
Lieve bagliore bianco illumina
la mia danza fetale sottomarina.

Mentre la zattera si allontana,
ormai non più necessaria,
troppo disattento nel scrutare pensieri,
si riaprono le cicatrici della pelle.

Fluido rosso circonda il corpo,
in un valzer di colori nell’oscurità.
E poi tutto diventa immobile
e gli occhi si riaprono.

Bagno battesimale di un corpo nuovo
in emersione dal mare, primi passi sulla terra.
Con i sensi vivi, ispirazioni assorbo
e con una matita la terra coloro.

©®aMe
Andrea Magliano

Ispirazione

2 Dic

Apri la porta ed entra!

Debole luce rischiara la stanza circolare. Il freddo metallo del pavimento è interrotto da un pozzo vuoto e spento che si innalza nel centro. Distese di penne appese al soffitto assomigliano a lame acuminate. Dondolano in attesa di espiare la propria storia e minacciose diventano brillii intermittenti.

E poi porte. Porte sul perimetro somiglianti a schermi di vetro, silenziosi e immobili. Trasparenti finestre inanimate. Mi avvicino diffidente a una premendo la mia mano contro la gelida superficie. Vibrazione. E poi una lieve illuminazione. Lo schermo si anima. Cauto allungo il volto verso l’immagine improvvisa.

Fiocchi di bufera imperante coprono una fragile traccia immersa tra cumuli di neve. Il viandante lontano cerca la via della sopravvivenza reggendo una piccola torcia e un mantello leggero. Sembra notarmi e accelera deciso il passo verso la mia mano. C’è quasi. Afferrala…. Ghiaccio. Strati di ghiaccio avvolgono la porta, intrappolando l’uomo. E tutto si spegne.

Spaventato dalla visione mi aggrappo rapido al pozzo, immediatamente attratto da un nuovo bagliore. Questa volta è lo schermo destro a narrare.

Giace a terra, riscaldata da una candela ormai consumata, una scatola senza coperchio di fili e aghi. Nella penombra si muove una mano femminile intenta a cucire. La chiamo e lei si ferma. La candela si fa più incandescente scoprendo una serva ottocentesca seduta di spalle sul pavimento. Breve sospiro, scatto improvviso della testa. Occhi e bocca cuciti. E tutto si spegne.

Prende vita un’altra porta con me ancora paralizzato. Prima urla distanti che invocano aiuto. Poi elettrizzanti saette miste a nuvole di zolfo che coprono ogni suono. Pioggia infinita di fulmini battenti, che mi costringono ad avvicinarmi sperando di vedere oltre. E lo schermo rimbomba improvviso di colpi, spinto da agghiaccianti e disperate mani sporche di sangue. E tutto si spegne.

Rimane la porta di accesso ormai chiusa. Risplende intermittente e poi si assesta luminosa. Si estende un prato rigoglioso di fiori, ma la porta preclude l’odore. Angelica presenza al di là raccoglie un fiore portandolo al naso. Alza la fronte nella mia direzione scoprendo un viso senza volto, ma raccolto in un sorriso. E tutto si illumina dietro di lei. Non è sulla terra. È il fondale marino. Dietro si levano banchi di alghe e coralli, mentre pesci fluttuano sospesi e balene giocano in lontananza. Il verde del prato è pervaso del blu oceano.

La presenza alza un braccio indicando il pozzo. Non mi sono accorto del suo lento ribollire. Si riempe di acqua fino a tracimare. Immerse fluttuano sparse lettere e nel mezzo un’accetta che impedisce la lettura. Immergo la mano nell’acqua bollente, mentre il soffitto brilla sempre più velocemente.

Riappropriati dei sensi.
Vai al di là di ciò che appare.
Trova la tua ispirazione.

Presa l’accetta, la impazzo sulle porte sotto lo sguardo vigile ed eccitato della figura senza volto. Tremano. Si difendono. Si illuminano su mondi e sensi. Lacrimano sangue dalle ferite. E il pozzo continua a vomitare acqua e parole. Tocca alla porta sottomarina. Un colpo. Un secondo. Un terzo. E la pressione implode.

Bagliore bianco.

©®aMe
Andrea Magliano

Questo brevissimo racconto è un po’ diverso dai post che di solito propongo. Cerco di evitare il gore e la vena horror, che comunque mi appartengono, per non infastidire chi non sopporta il genere. Qui ho cercato di ridurre il loro impatto a poche immagini ché la versione originale nella mia testa era più lunga e marcata. Era successo anche in Liquefazione, pubblicato quasi un anno fa. Ma a volte le immagini (e così le parole che uso per tradurle al momento) mi aiutano a buttare fuori le nuvole nere e la stanchezza che stanziano dentro di me. Detto ciò spero che possiate gradire questo testo.
E vi ricordo l’appuntamento anche su Cinema Sperimentale per scoprire nuovi artisti e le loro opere.

Lisa

6 Nov

“Ciò che rende Lisa più di una santarellina è la sua acuta sensibilità e la sua voglia di felicità. La natura conflittuale del dovere morale, con la sua tendenza a richiedere sacrifici personali, è rappresentata qui in tutta la sua intensità. In lei si riconosce tutta la sofferenza di un bambino precoce e sensibile che si impegna a rispettare un principio autodeterminato. Il suo grande amore per la vita e per la bellezza, che non è da meno rispetto a quello che prova per la verità e il bene, si manifesta nella frustrazione e nel dolore che esprime attraverso le melodie tristi e struggenti del suo sassofono. Kant sostiene che la bellezza e l’arte offrano la possibilità di una vita morale più alta. Quando la vita reale sembra riservare poca attenzione, se non addirittura ignorare tale possibilità, l’addolorato grido dell’anima di Lisa trova espressione nel gemito di un sassofono. Grazie al personaggio di Lisa la serie dei Simpson non ci permette di dimenticare la profondità della tragedia.”

(da I Simpson e la filosofia, pag 177)

Cara Lisa,
è da tanto che volevo scriverti. Ho provato e riprovato, ma non ero mai convinto e alla fine ho riempito un cestino! Sono un tuo grande fan da quando alla tua età ho incominciato a seguire le (dis)avventure della tua sgangherata famiglia.

Perché ti scrivo? Quando ti vedo sullo schermo provo una forte empatia. Mi identifico e mi rivedo ieri come oggi, certo con le opportune differenze. Vorrei avere per esempio anche solo un briciolo della tua immensa intelligenza e cultura. Come te, vorrei essere capace di reinventarmi con successo in nuovi e disparati ambiti dall’oggi al domani (hai persino guidato il dr. Nick nell’operazione al cuore di Homer! Io sverrei alla prima goccia di sangue!). E poi hai la testa a stella e le perle al collo!

Sai Lisa, nella tua invidiabile città mi sembri un personaggio interessante. A un primo sguardo, sembri la solita secchiona, quella casa e scuola e zero divertimento. Quello è Martin! Sei una persona curiosa che va bene (anche) nello studio. Come tutti hai i tuoi alti e bassi. Si sente la pressione, quella che ti mettono gli altri e quella che autoalimenti, perché si aspettano sempre il massimo. Però non ne vale la pena, anzi è bello ogni tanto tirare il freno e fermarsi a respirare. Non lasciarti ingabbiare nelle solite macchiette. Come quando pensavi che Maggie fosse più intelligente di te e ti sei sentita nuda e priva di scopo. Non sei una maschera.

Mi piaci perché sei precoce e sensibile. All’età di 8 anni guardi i film d’essai mentre io, pur amando il cinema, spesso mal digerisco questi noiosi polpettoni! Le tue letture spaziano dai filosofi greci al giornalino del tuo beniamino Corey. Una piccola donna adulta che ogni tanto ricorda la sua vera identità con i feticci di infanzia! Tu Grattachecca & Fichetto, io i Pokemon (ma solo perché Grattachecca non è trasmesso in Italia!).

Sei anticonformista e vedi lontano. Vegetariana, buddista, femminista… prima che tutti questi termini diventassero una moda. Sai essere buona o aggressiva. E di tanto in tanto pure ipocrita e pedante! Combatti per quel che credi, spesso utopisticamente. Sai rinunciare a milioni di dollari per un tuo ideale. Non so se ne sarei stato capace, lo devo ammettere.

Capisco che questo non aiuta a essere accettata e amicona. Magari risulti snob e antipatica. Sai cosa ti dico? Diffida da chi è amico di tutti, perché non lo è di nessuno. Non cercare di essere accettata da chi non ti merita e per loro non cambiare. Ti ricordi quando sei andata in vacanza a Little Pwagmattasquarmsettport quanti amici hai trovato che ti hanno apprezzato per quel che sei? Lo so, sono lontani e non li vedrai spesso, vorrà dire che viaggerai! Quando hai incontrato Gaga, eri rassegnata per essere la meno popolare della scuola. Mi hai commosso. Ché eri di un’emozione disarmante. Il tuo volto non era né un broncio né un sorriso, ma una spenta linea piatta che si è riaccesa quando hai capito di essere Lisa Simpson Superstar!

Ti ho visto disperata per il futuro, intrappolata dalla tuttologia e da un test attitudinale che ti ha definito casalinga. Devo ammetterlo, da sempre ho anch’io questa paura… E sono pure disoccupato! Però abbiamo dei sogni che non ci possono portare via. Abbiamo la nostra fantasia e la nostra immaginazione con cui volare. Capisco quando ti senti un pesce fuor d’acqua in una realtà provinciale a cui non appartieni. Ma siamo sempre in una goccia di un oceano vastissimo. Perciò dobbiamo solo nuotare e trovare il nostro angolino!

Mi ha colpito il rapporto speciale con il tuo sax, la chiave per fuggire verso un altro mondo di dolci visioni che disegni con le tue note. E non dare troppo peso a chi dice che non diventerai una sassofonista per via delle dita tozze. Per me lo sei, al di là della tecnica o di qualsiasi altro ostacolo. Ci sono persone che parlano dritte al cuore e tu sei una di loro.

Un saluto cara Lisa, continua a lottare 🙂

©®aMe
Andrea Magliano

AndreaMagliano_I Simpson

Filosofeggiando…

Una lettera/tributo immaginaria a Lisa Simpson. Per chi volesse conoscerla, vi rimando ad alcune puntate: Lisa sogna il blues (1×06), Un mare di amici (7×25), Il sassofono di Lisa (9×03, che include la struggente Baker Street suonata da Lisa, qui), Lisa goes Gaga (23×22, consigliata in inglese per l’ottima interpretazione della doppiatrice Yeardley Smith).
I Simpson e la filosofia (Edizioni ISBN) è una raccolta di brevi saggi nei quali diversi autori analizzano personaggi e temi del noto serial televisivo grazie al contributo di numerosi filosofi.

Countdown: -5.