Ho un desiderio: che voi non snobbiate questo articolo. Sì parla sì di Madonna. Ho molto a cuore questa canzone perché è per me una delle più rappresentative e nelle sue varie versioni è stata una grande fonte di ispirazione.
Vi propongo la versione utilizzata per l’MDNA Tour. Qui la canzone è trattata come una sorta di inno serio, aggressivo e arrabbiato. Inoltre, credo sia uno dei migliori interludi mai realizzati visivamente. Ed è molto attuale, purtroppo, perché nell’intenzione di Madonna si può applicare alla storia di Andrea, il ragazzo suicidatosi. Nel video, compaiono i volti di Asher Brown (13 anni), Robbie Kirkland (15), Seth Walsh (13), Tyler Clementi (19), Brandon Bitner (14), Kenneth James Weishuhn (14), Carl Joseph Walker-Hoover (12), anche loro vittime di bullismo e/o omofobia. Ragazzi innocenti che nuovamente hanno preferito togliersi la vita. Giovani di cui in molti non hanno voluto parlare, soprattutto in questo paese.
Inizio ad apprezzare le canzoni quando queste mi trasmettono una storia. Quando la musica e le parole si fondono per infondermi un messaggio. Questa canzone mi fa immaginare un viaggio nell’inconscio, onirico, con le atmosfere di Dalì. Il mio lato nascosto, il mio io segreto, che vuole una voce per parlare e per farsi ascoltare dalla parte più viva, più superficiale. Quella che mostro alla gente. È una canzone arrabbiata, dove si parla di morte, dove si parla di riposo. Tutto finalizzato all’accettazione di sé. Ma è tutto figurato.
I’ve had so many lives / Since I was a child / And I realize / How many times I’ve died
Uno dei grandi problemi dell’uomo consiste nell’essere un animale sociale, incapace di stare da solo. Nel momento in cui sentiamo questo bisogno di rapportarci verso gli altri, abbiamo la necessità di indossare una o più maschere con cui interfacciarci. E allora iniziamo un viaggio fin da piccoli, più o meno consapevoli di quanto stiamo per fare, in cui ricerchiamo l’identità più congeniale a noi. Nel processo di crescita, maturiamo. Almeno così dovrebbe. E maturando ci rendiamo conto che quel costume che ci siamo cuciti addosso spesso incomincia a starci stretto o non fa più per noi. Così uccidiamo quel nostro lato e allora ci accorgiamo quante volte siamo morti per poi rinascere. La fenice.
I’m not that kind of guy / Sometimes I feel shy / I think I can fly / Closer to the sky
Nel corso degli anni, mi sono sempre state date etichette. Credo che sia la necessità dell’uomo di catalogare tutto quanto. Nel momento in cui una persona sta nel mezzo o lo si può inserire in più scatole o ancora appare indecifrabile, il nostro pensiero diventa articolato, andiamo in crisi e ci fa paura. Pensate che stando alle persone, in merito al mio gusto sessuale, io sarei etero, ma anche gay. In merito alla politica dovrei essere invece un fascista, ma anche un bolscevica e perché no un anarchico. Sull’amicizia, io sono simpatico, ma anche deprimente e in pratica impassibile. Sarei religioso e ateo. A volte sono timido, ma in concreto vi rispondo anche di no. Non avrei fatto determinate cose se lo fossi. Io sono un piccolo pulcino che vuole crescere, levarsi e volare in alto, lassù.
This world is not so kind / People trap your mind / It’s so hard to find / Someone to admire
Ultimamente sto adottando il motto sorridi alla vita che la vita ti sorride. E alle volte ha e sta funzionando. Non sempre però. Il mondo non è buono. Le persone devono catalogare, sono affariste e fondamentalmente spaventate. Spaventate da loro stessi, dalla loro solitudine. Se tu sei diverso sei il male e dunque cercheranno di spezzarti le ali. In questo mondo chi puoi veramente ammirare? E qui aprirei anche un dibattito. È necessario ammirare qualcuno? Avere dei modelli di riferimento? Ognuno dovrebbe essere espressione di se stesso, non l’incarnazione di qualcun altro. Però qualcuno deve influenzarci, deve aiutarci a costruire la nostra forma mentis. Allora trovi qualcuno con cui ti senti più in sintonia e qualcun altro no. Ma anche questo è un viaggio difficile. Non impossibile, perché sono certo che in mezzo a quel marciume anche una bellissima rosa riesce a nascere.
I, I sleep much better at night / I feel closer to the light / Now I’m gonna try / To improve my life
Perché quando impari ad accettare come funziona il mondo e soprattutto ad accettare te stesso per quello che sei, senza farti scoraggiare in questo viaggio di scoperta interiore, trovi la pace per dormire la notte. Per star meglio. E la tua vita adesso sarà soltanto in discesa.
No one’s telling you how to live your life / But it’s a setup until you’re fed up / It’s no good when you’re misunderstood / But why should I care? / What the world thinks of me / Won’t let a stranger / Give me a social disease
Perché alla fine la soluzione è più semplice di quanto chiunque possa credere. Nessuno ti dirà come vivere la tua vita eccetto te. E tu hai il diritto di viverla nel modo scelto finché non te ne stuferai. A quel punto ti costruirai una nuova identità e andrai avanti. Non è bello essere fraintesi, giustissimo, ma le persone fraintenderanno lo stesso le tue parole, i tuoi pensieri e i tuoi comportamenti. La gente è disinteressata a ciò che succede fuori dal proprio ego o al più ha una diversa forma mentis, un diverso livello di giusto o sbagliato e giudicherà comunque. Perché preoccuparsene allora? Bisogna piacere a se stessi, stare bene con il proprio lato inconscio e segreto e lasciar credere agli altri ciò che vorranno credere. L’indifferenza è la miglior arma. Non bisogna permettere ad uno sconosciuto di iniettare dentro noi quel profondo disagio, malessere e mancata accettazione.
E come non pensare a quelle persone che non sono così forti da riuscirlo a sopportare o affrontare?
I don’t want no lies / I don’t watch TV / I don’t waste my time / Won’t read a magazine
Non esiste grande libertà oggi giorno. I mezzi di comunicazione si trasformano spesso in uno strumento per manipolare le nostre teste da parte delle autorità. Ho un’estrema paura della dittatura ideologica. Però è anche vero che da artista, più precisamente aspirante creativo e regista, non posso prescindere dal medium. Il film per me diventa la mia voce attraverso cui incanalare il mio pensiero. Vorrei essere un artista libero. Allora la mia interpretazione di questa strofa è più riferita alla figura dell’artista in senso di personaggio pubblico e, per trasposizione, a quella di ogni singolo individuo: non preoccupatevi di ciò che gli altri pensano, non dategli peso, perché la verità la sapete soltanto voi.
Ciò che mi auguro profondamente è di trovare la mia pace, tra le mie identità che sono perennemente in conflitto. Vorrei che la gente non mi mentisse, ma come posso volere ciò quando sono il primo a volte a mentire a me stesso?
@aMe