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Blog

6 Mag

È da parecchio ormai che fisso questa tela bianca,
imprigionato da rozze catene.
Guardo le parole prendere forma,
come se un altro da me fosse qua.
Non sempre le riconosco e spesso mi chiedo:
‘Ma sono io l’autore di questo?’
Non sono né un poeta né un critico,
né un misero inventore.
Affogo nella quantità di informazioni
che la società produce nell’oggi
e alle volte è bello dire basta.
Sono anacronistico:
non punto alla quantità, ma alla qualità;
non punto all’apparenza, ma alla personalità;
non punto a ciò che aspetti, ma alla voce che non senti.
Il mio è un percorso,
ma se questo percorso fosse terminato?
Qual è il reale senso del comunicare
se il virtuale sostituisce il reale?
Eppure lo vedo crescere sulla tela,
come fosse uno specchio.
Lui aMe e io Andrea.
L’autore che uccide il suo personaggio?
O il personaggio che uccide il suo autore?
Cercavo uno stimolo,
lui mi ha sfidato.
Un cuore che pulsa,
un’illusione negli occhi,
l’uno la voce dell’altro.
Parti comuni
di una stessa persona.

©®aMe
Andrea Magliano

Io e aMe

Io e aMe

Sopra il mio primo progetto in Photoshop, in stile aMe e con alcune piccole sorprese. Consiglio per una maggiore risoluzione di cliccare sull’immagine. Siate clementi nel giudizio che è stata una sfida difficile con diversi feriti sul campo.

Dopo un mese dall’ultimo post, devo fare vari ringraziamenti: a Samanta Giambarresi, una mamma straordinaria divisa tra la piccola cubista e temi interessanti, e a Vittorio Tatti, prolifico scrittore e intrattenitore con sempre nuove idee, per avermi assegnato il Premio Dardos; a Laulilla, ricca ed esaustiva critica cinematografica, per il Liebster Award; a tutti colori che, pur inconsapevolmente, hanno sostenuto me e il blog, spingendomi a continuare.

Infine, un particolare ringraziamento va al bravo Bruno Carenini che mi ha voluto come ospite nella sua trasmissione radiofonica Piazza Grande su RCI Radio per una breve intervista in materia di blog. Un grazie di cuore per la bella esperienza e per le generose parole con cui mi ha presentato.

Countdown

11 Nov

Countdown: 0.

Era l’11 novembre 2012, 20.30 circa. Fissavo lo schermo nella stessa esatta posizione in cui mi trovo oggi come ieri. E come avrei sempre fatto, titubavo se premere quel tasto Pubblica. Ma alla fine mi convinsi.

Avevo ragionato molto su come iniziare quell’avventura. Quale doveva essere la faccia del mondo di aMe? Quale doveva essere il primo articolo che avrebbe fatto da biglietto da visita? Ignorando le reali funzionalità di WordPress, impiegai qualche settimana per rispondere. Decisi per due post pubblicati pochi secondi l’uno dall’altro, ma non nell’ordine che vi aspettereste.

L’avventura di aMe partì dal Diario di una squillo perbene seguito a ruota dal Chi sono?, in parte poi inglobato nell’About. Fu una scelta anzitempo azzardata e strana. Razionalmente spontanea, ma inconsciamente ragionata. E me ne accorgo ora. Nel primo articolo affrontavo il lavoro di una escort, figura così borderline, disquisendo sul sesso:

[…] Il sesso fa parte della vita di tutti. Non si limita a essere una parte di noi con cui convivere e lottare. Si traduce nella nostra via di fuga. Abbatte le barriere razionali e mette in mostra il nostro lato più animale. […] Non intendo solo il denudarsi come lo spogliarsi dei vestiti, ma l’abbattimento delle barriere che ci costruiamo intorno. […]

Il blog inizia così il suo viaggio. Ho usato il sesso come metafora del ritrovarsi nudi e grezzi, privi della propria memoria. Un parto allegorico che mette di fronte una lunga strada inesplorata da percorrere, in cui (ri)scoprirsi e (ri)mettersi in gioco. Ecco perché il Chi sono? come secondo intervento.

Nella serialità televisiva si parla di una trama verticale e di una orizzontale. Nel primo caso si intende la narrazione episodica che inizia e finisce nella stessa puntata. Quando la trama si snoda su tutte le puntate allora si realizza una narrazione orizzontale. Ho cercato di applicare questa serialità qui nel blog pur non riuscendoci sempre. La maggior parte degli articoli può essere così letta singolarmente, ma anche collettivamente come un’unica storia. Molti post hanno inoltre il loro duale: Occhi BuioInnamorarsi e Partenze e addii, … Anche per queste ragioni compaiono immagini ricorrenti, come specchi, chiavi, strade, demoni, maschere.

Il blog si è trasformato nel tempo. A volte ha prevalso l’aspetto diaristico, altre quello di critica. Ci sono state incursioni sul sociale e di tanto in tanto racconti e poesie. Ho sempre cercato la versatilità per non annoiare chi scrive e chi legge. La versatilità se si realizza spinge la curiosità e descrive le sfumature della personalità. Il mondo è vario. Non si può parlare di libri escludendo il cinema, così come non si può essere felici senza essere stati tristi. Così vi ho raccontato di Kells e dei maschi da spiaggia. Vi ho portato nell’omofoba Russia e nel Giappone di Hachiko. Ho spento le luci per parlare di cecità e le ho riaccese per raccontare di un Sole innamorato. Ho descritto mari in fiamme e primi voli, zattere e passioni non sempre corrisposte.

Quando ho aperto il blog ero a terra, fisicamente e come umore. Arrivavo da un trasloco che mi ha ricondotto in casa. Non trovavo un lavoro e i miei sogni evaporavano. Ma non avevo più voglia di piangere. Volevo rimettermi in gioco e vivere. La scrittura è stata terapeutica. E i miei 23 anni sono stati tra i più belli perché è successo di tutto. Ho lavorato per qualche mese nel settore che volevo e anche se non è finita benissimo ne sono uscito con le spalle forti. Ho viaggiato da nord a sud. Ho fatto il piercing, ho una mia auto personale (che non uso), affrontato la paura dell’aereo, il mio primo viaggio in solitaria e la prima volta che ho visto la Sicilia o Firenze. Nuovi amici sui social network e nella vita vera, voi di WordPress e con alcuni ho scambiato fisicamente una stretta di mano e con altri email, sorrisi, auguri. Il bowling, il minigolf, il pubblico a X Factor, il concorso di eleganza automobilistica Villa d’Este, il corso di fotografia e una mini mostra, l’incontro con Leo Ortolani… Disegni e poesie come regali. E poi i flirt, i miei e quelli altrui. I triangoli amorosi. I litigi, i pianti e le risate. Gli insuccessi e i successi.

Perché un countdown? Nell’affrontare il viaggio mi sono fissato degli obiettivi che ritengo fondamentali per la crescita. Gli ultimi erano le diecimila visite e far compiere a questo progetto un anno di vita. Obiettivi raggiunti. E ora? Complice vari fattori e un entusiasmo diverso verso WordPress, ho valutato a lungo il da farsi concludendo il più delle volte che oggi avrei chiuso il blog. Cash e il sipario in Fama anticipavano questa scelta, così come gli ultimi interventi chiudevano gradualmente i macro temi del blog.

Nonostante la determinazione l’idea di terminare il blog non è mai stata però definitiva. C’è sempre stato un ma. Chiusa una porta si apre un portone. E ciò che vedo fuori è una nuova strada inesplorata. Vedo nuove sfide e nuove opportunità. Perché tirarsi indietro? I primi passi sono sempre incerti, ma poi si prende maggior confidenza. E dunque il blog non chiude.

Ho tenuto volutamente voi lettori per ultimi. Perché siamo onesti: questo cammino non sarebbe mai stato possibile senza di voi. Voi mi avete aiutato a piastrellare il percorso e siete stati il miglior compagno di viaggio che potessi avere. Un mi piace, un commento, lo scambio e le visite arrivano da voi prima che da me. Se il blog non chiude è grazie a chi in questi ultimi mesi ha impedito che ciò accadesse. Vorrei ringraziarvi uno a uno per questa splendida avventura, dividere un’immaginaria torta con tutti quanti e brindare a un nuovo cammino.

Spero di avervi trasmesso qualcosa in questo tempo e che vogliate ancora avventurarvi con me verso nuove sfide. Ho una nuova pagina bianca davanti a me e vorrei disegnarla con tutti voi.

Grazie di cuore.

©®aMe
Andrea Magliano

Io (non) sono gay

1 Ago

Riciclo un titolo per un post mai realizzato per cercare di parlare di un tema molto importante e attuale.

Per questo titolo ho preso ispirazione dal bellissimo film su Bob Dylan di Todd Haynes, Io non sono qui, per parlare di un atteggiamento piuttosto infantile di alcune persone. Essendo una persona piuttosto sensibile – ma posseggo varie e molteplici sfumature che escono nei momenti più opportuni – e avendo diverse conoscenze/amicizie omosessuali, sono spesso additato di essere gay. Perché l’amicizia etero-gay per molti, anche finti non-omofobi, non è concepibile. Quel titolo avrebbe dunque ironizzato, sulla falsa riga del precedente post Alfa, su molti aspetti per giocare su queste convinzioni. Analogamente a James Franco, solo che lui è più bello e ricco di me.

Alla fine non ho ritenuto necessario pubblicare quel post, perché la gente può pensare ciò che vuole. Ma lo voglio riciclare per parlare di un problema agghiacciante che si sta sviluppando in Russia e su cui molti tacciono, in particolare in questo paese, in cui ancora si discute sulla necessità di una legge anti omofobia.

Nei mesi precedenti in Russia è stata approvata una legge che vieta la cosiddetta propaganda omosessuale. Chiunque parli di questo argomento rischia sanzioni e nei casi più estremi anche il carcere. Per intenderci, nel 2012 durante il suo tour che fece tappa a San Pietroburgo e Mosca,  persino Madonna ha rischiato ripercussioni legale, poi puntualmente ritirate prima di avviare un caso diplomatico.

Inutile dire che è iniziata una vera e propria caccia alle streghe, spingendo la nascita di gruppi oserei dire integralisti. Attraverso l’uso del social network più diffuso nel Paese, queste organizzazioni, promettendo di combattere (?) la pedofilia, adescano giovani, maggiormente, e meno giovani. Organizzato l’appuntamento si presentano in gruppo e attuano il loro piano. Tra l’indifferenza generale, la vittima subisce una serie di torture fisiche e psicologiche aberranti. Filmata e pubblicata online, umiliata e talvolta derubata sia materialmente sia della propria dignità, la vittima è poi costretta a bere o le è versata dell’urina.

Tutto ciò avviene nell’applauso generale di una società che concede la libertà al carnefice e arresta la vittima, che ospita il criminale in un salotto televisivo. E nella totale indifferenza delle organizzazioni estere. Per un approfondimento più completo, con tanto di immagini, vi consiglio questo post e qui del blog gayburg.blogspot.com.

Questi eventi si aggiungono a numerosi altri che a vari livelli sono diffusi nel mondo. Dalla Westboro Church (USA) che imputa la causa di ogni cataclisma ed evento di cronaca nera a un castigo divino per punire della presenza omosessuale. Ad alcuni stati in cui la sodomia è considerato reato punibile con il carcere. Alle cliniche e alle tecniche di cura dalla malattia omosessuale consistenti spesso nell’abuso sessuale del presunto malato. Alle lapidazioni pubbliche in taluni paesi africani. Al problema non sono i gay, ma la lobby del Papa, alla non necessità di una legge contro l’omofobia in questo paese che non riesce ancora a garantire il rispetto della donna, di una persona nera, di un popolo dalla sua classe politica.

E poi, a posteriori, si assolve Alan Turing, padre dell’informatica e grande intellettuale. Omosessuale, fu costretto alla castrazione chimica dall’allora governo inglese (1952), che lo rese impotente e gli fece crescere il seno, spingendolo al suicidio all’età di 41 anni.

La società cambia e nella mia testa ribadisco la convinzione che sia necessaria un’evoluzione, piuttosto che un’involuzione. Fino a qualche decennio fa era impensabile l’emancipazione femminile e il movimento delle suffragette, la fine dell’Apartheid, Martin Luther King e Nelson Mandela. C’è stata la fine della schiavitù e la fine delle dittature antisemite. Credo che il cambiamento avverrà.

Personalmente ho imparato (e sto imparando) tanto dagli omosessuali. Riconosco la forza che c’è dietro un gesto apparentemente semplice, che semplice non è per nulla, quale il coming out. L’abbattimento di una prigione imposta dalla massa sociale in virtù di quale principio di superiorità?

Che male mi potrebbe fare un gay o una lesbica nell’essere liberamente se stesso, amando una persona dello stesso sesso, convivendo con essa? Fuori siamo tutti uguali, semplici individui e nulla di più. E poi, perdonatemi la banalità, ma se io sono etero e a fianco ho un gay non dovrei esultare che ho meno concorrenza con l’altro sesso? Perché tutto questo accanimento contro la comunità LGTB? Chi ha detto che io sono giusto e loro sono sbagliati?

Perdonate la serietà di questo post. Mi spiace che essendo agosto e vista la natura dell’articolo in pochi potrebbero leggerlo. Ma nel mio piccolo e nel mio totale anonimato, posseggo un blog pubblico e cerco di usare questo strumento per fare una buona azione. Un piccolo gesto a sostegno dei loro diritti e perché certe cose non passino inosservate.

©®aMe
Andrea Magliano

Palloncini

27 Mag

Non avere paura. Avvicinati.
Ancora un piccolo passo. Attenta al gradino.
Ti voglio mostrare una cosa. Afferra la mia mano.

Lo so che non capisci. E ti chiedi perché ti voglio così bene.
È che non sono perfetto. Vorrei esserlo, ma non posso.

Vedi questa ringhiera?
In questi giorni ho legato tutti questi palloncini.
Ma ora è giunto il momento di liberarli.

E voglio che tu assista al loro volo.
Con me.

Questo è il palloncino di chi ha versato parole crudeli.
Di chi ha solo cercato o assunto il marcio.

Questo è il palloncino di chi non ha saputo apprezzarmi.
Di chi non ha creduto in me. E se ne è andato.

Questo è il palloncino di chi non mi ha capito.
Di chi mi ha frainteso.

Questo è il palloncino di chi ha cercato di uccidere il mio animo.
Riuscendoci.

Questo è il palloncino della sofferenza.
Di chi mi ha fatto soffrire per stare un po’ meglio.
E di chi ho fatto soffrire per mio egoismo.

Questo è il palloncino della mia rabbia.
Per coloro a cui ho voluto bene e per gli altri.

Questo è il palloncino per chi ho perso.
Perché non sono stato capace di tenere stretto.

Questo è il palloncino delle mie paure.
Causate da tante voci insoddisfatte di sé e del mondo.

Questo è il palloncino delle scuse.
Di quelle che non ho avuto il coraggio di fare.
E per quelle che ho fatto quando non dovevo.

Questo è il palloncino delle mie lacrime.
Che non ho più voglia di versare.

Guardali.
Volano palloncini.
Ali colorate a musicare il cielo.
A uccidere le nubi nere all’orizzonte.

Cosa?
Hai ragione.
Resta un ultimo palloncino.
Ma quello non deve volare.

Quel palloncino sono io.
Contiene i miei sogni.
Dimora il mio cuore.
Protegge i miei occhi.
Conserva i miei demoni.
Ricorda i miei errori.

Sembra che non può volare.
Ma ha sopportato già grandi tempeste.
E non ne troverai mai un altro come lui.

Voglio potermi levare con loro.
Ma mi alzerò ancora più in là.
Là in alto.

A guardare le stelle.

E perdermi nel loro abbraccio.

©aMe
Andrea Magliano

In un post ho detto che non avrei parlato della mia vita privata qui sul blog. Ma come potreste aver notato, la mia vita privata ha influenzato molto le sorti e la natura di questo sito. Sono stati due mesi un po’ pesanti, in cui sono volate parole grosse da parte mia e da parte altrui. 

Ho cercato di affrontare una situazione spinosa con una persona a cui voglio bene e alla quale mi sono affezionato, su cui ho investito forze e tempo per costruire un’amicizia. Ma come tutte le situazioni spinose ci è sfuggita di mano ed è sfociata in rabbia e sofferenza. E nel silenzio, forse momentaneo o forse definitivo. E ci sto male per questo. Lo sfociare di spese extra, il lavoro, il nervosismo, … hanno fatto scontrarmi con i miei genitori. So che mi vogliono bene, ma in un momento di rabbia sono state espresse parole dure e sconfortanti. Di quelle che ti assestano il colpo di grazia in un momento di maggiore vulnerabilità. Anche il blog ha subito pochi, per fortuna, ma fastidiosi attacchi che mi hanno tediato e allontanato.

Ora dico basta. Questa poesia nasce spontaneamente venerdì dopo uno sfogo. Con l’immagine dei palloncini voglio liberarmi di tutta la zavorra inutile, che tuttavia ho sempre portato con me lungo la strada. La lascio volare via leggera, trasportata dal vento. Ciò che non deve volare via è la mia essenza, quel palloncino che incarna me. E al cui interno è contenuto il meglio e il peggio di ciò che sono, compresi i miei demoni che hanno forgiato la mia sensibilità e la mia bontà, nonché i miei errori. Perché cancellare gli errori vuol dire rimuovere il proprio passato e ciò che ci ha plasmato. E l’esperienza è necessaria per affrontare i prossimi ostacoli.

Non sono perfetto e non lo sarò mai. Ci sarà sempre chi mi considererà marcio e chi mi considererà perfetto ai suoi occhi. L’importante è essere in pace e in armonia con se stessi. Ed essere se stessi. Con i propri passi falsi e successi. Con la gente che ti vuole bene e a cui vuoi bene. E fortunatamente ci sono, a partire da quei genitori agli altri. Ci provo. Voglio guardarmi allo specchio e sorridere. Non voglio portare rancore né odio. È giusto guardare al passato, ma è importante anche guardare al futuro. E questo è per me il primo vero passo per poter iniziare a scrivere quella pagina bianca. Anche qui sul blog.

Voglio guardare il bicchiere mezzo pieno. E dunque un grazie per gli incoraggiamenti, volenti o nolenti, espliciti o impliciti, a vostra insaputa. E a chi mi ha tenuto compagnia in questi giorni, fisicamente o anche solo con il pensiero. Agli amici e al mio weekend lombardo, tra magnum e auto. Perché sono una persona fortunata. Tanto. Ed è giusto focalizzarmi sulle tante fortune che ho. E accorgermi che il bicchiere è pieno fino all’orlo. Lo è sempre stato 🙂

@aMe
Andrea Magliano

Premi

6 Mag

Giungono un po’ inaspettati, devo ammetterlo. E, proprio perché arrivano a sorpresa, in un momento in cui il blog cerca di sopravvivere al suo padrone, la loro forza è ancora più impattante. E il loro intento di strapparmi un sorriso e rallegrarmi in questa calda giornata primaverile riesce alla perfezione.

Di cosa sto parlando? Guardate un po’:

Premi2

Sono un maleducato a non aver realizzato un post personalizzato per ciascuno di questi premi e a non aver ringraziato in tempi rapidi i blogger, uno più bravo dell’altro, che hanno avuto la bontà di darmi questa nomina. E da buon maleducato ricorro a quel banalissimo fotomontaggio prodotto in Paint – proprio come la volta scorsa! -, in versione 2.0, che proprio come la volta scorsa non mi ha procurato alcun beneficio da parte degli sviluppatori di Paint! Ma persisto e insisto e spero che questa volta, grazie al mio banalissimo fotomontaggio prodotto in Paint, cedano!

Partiamo con i grazie:

  • per prima, devo salutare la grande e simpatica Valivi, che ho riscoperto, sempre combattiva e pronta ad affrontare nuove sfide, che ha assegnato il premio per il blogger Versatile;
  • successivamente il miglior corvo bianco che abbia mai avuto l’onore di conoscere, Corvobianco213, che mi ha regalato il Very Inspiring Blogger Award;
  • e per ultima, ma non meno importante, Samanta Giambarresi, che tra traslochi catanesi, allergie e una piccola, ma superba star che sta arrivando, mi ha insignito il Liebster Award.

Perché questi premi mi rendono ancora più felice? Cercherò di rispondere brevemente.

Se avete notato in due settimane ho pubblicato a malapena un paio di articoli, entrambi molto riflessivi. Al tempo stesso, sono scomparso dal visitare i vostri blog. Un po’ per mancanza di tempo. Un po’ perché avevo bisogno di allontanarmi e ragionare in ritiro zen. Tuttavia cercherò di recuperare. Ed è per questo che periodicamente mi vedete apparire sui vostri siti con decine di mi piace e qualche commento, sperando di non perdere alcun vostro articolo.

Tempo fa avevo rivelato che il blog sarebbe rimasto in vita almeno fino al perseguimento di uno di due obiettivi. Non vi ho rivelato quali. Raggiungere le 5.000 visite e/o i 100 articoli. Bene, il primo traguardo è già stato raggiunto diverse settimane fa. Il secondo si avvicina. Attraverso il blog mi sono voluto mettere in gioco svelando o mostrando pubblicamente alcuni miei aspetti o pensieri, cercando al tempo stesso, tuttavia, di non raccontare troppo della mia vita privata. Vi giuro, ridendo, che a volte è una bella sfida!

Durante aprile, il blog ha subito qualche evento curioso ed è stato un compagno di discussione – sì, lo so, sono pazzo! – per interrogarmi anche sul ruolo delle relazioni. Quando l’ho aperto, non avevo idea di come funzionasse WordPress e dunque mi appoggiavo quasi esclusivamente sui miei contatti e sugli amici più stretti. Mano a mano che i giorni passavano, sono iniziati ad arrivare i primi contatti esterni e ho iniziato a prendere un minimo di dimestichezza con questo mezzo e a conoscere qualche blogger e il mio target è in pratica mutato autonomamente. E con alcuni di quei blogger è sorto un rapporto di amicizia virtuale o di profonda stima.

Qualche settimane fa ho pubblicato su facebook questo stato:

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!”
da “Il gattopardo”. Mai frase fu più adatta per descrivere e descrivermi.

E quella è la paura che vivo adesso. Ad aprile si sono ripresentate tante situazioni che mi hanno fatto rivivere i mesi antecedenti a Ottobre. Quelli che mi hanno portato a essere uno straccio, a non dormire e a rattristarmi. Ed eppure, ripenso a questi 9 mesi e al blog, e porca miseria quanto sono cresciuto! Quanti episodi, eventi, situazioni, sfide vinte che si sono susseguite! La vita è ciclica, ci può stare un mese di piatta, ma l’importante è non arrendersi e non spaventarsi. Ma usare quella paura per tirare fuori il nostro meglio. Perché dallo scorso intervento, Parole, ho proprio capito questo. Che la fine, anche nelle relazioni, la decretiamo noi stessi quando decidiamo di smettere di combattere deponendo le armi. Ed io e il blog non vogliamo smettere di combattere. Anzi siamo pronti alla prossima sfida 🙂

La mia segretaria virtuale mi fa notare che è tardi e dobbiamo ancora nominare gli altri blogger! E questo è un bel problema. Perché ce ne sono tantissimi e non me ne vogliano chi non viene citato. Ma i premi di sopra vanno assolutamente assegnati ai blogger che me li hanno dati augurando loro il meglio! Devo ringraziare .marta e Marco, per me i migliori in assoluto e a cui mi sento più legato. Poi al talentuoso ed estroso Francissius, compagno di lunghe chiacchierate. A Nu e alle sue illustrazioni a dir poco fantastiche. A Manuel e a Chiara, entrambi profondi e spirituali e con un particolare occhio verso ciò che li circonda. A Stelio, grande scrittore a cui auguro un grande successo editoriale per il suo libro. A Cate, per il suo carattere tosto e sensibile e il gusto musicale. A delicatepoppy, che apprezzo per le enormi qualità che ha. A ludmillarte, che ha coniato questo neologismo “sbl(br)ogg(cc)ata” e che sto imparando a conoscere e che vi consiglio. A E., per i suoi stati mentali e poesie. A oneredladybug, che spero sia guarita dalla rosolia e che è sempre un piacere leggere. A P@assioneMobile attraverso cui resto sempre aggiornato in fatto di telefonia. E poi a SaraYlian, Nicola Lositosolomenevo e alla sua bici, comeunjeko, loboscochiara, larosaviolabcarenini, ambra13La TriquetraValeriu Dg Barbu… Insomma ma quanti siete? 😉

Complimenti a tutti. Per tutto. E adesso festeggiamo!

Andrea