Permettetemi un post di puro nonsenso, intellettuale o demenziale. Di puro egocentrismo. Perché in verità sono una persona vanitosa ed estremamente permalosa. Tanto introversa quanto estroversa.
Iscrivendomi ai social network, ho sempre incontrato un problema: la foto del profilo. Per me era un dolore incommensurabile e stupidamente profondo. Non amo farmi fotografare. Non sono né fotogenico né bello. Fuori. Dentro, checché ne dicano gli altri – quanto adoro la parola checché -, non l’ho ancora capito. Sono tutto fuorché l’emblema della perfezione e le persone non hanno fatto altro che evidenziarlo. Anche se le eccezioni ci sono state e tutto sommato non pochissime.
Pensandoci bene, forse è per questo che provo un amore sfrenato verso il cinema e la composizione visiva e parimenti un rapporto difficile con la macchina fotografica.
Di conseguenza ci sono pochissime foto a testimoniare la mia crescita. Tutto è affidato alla mia memoria che si è così sviluppata affinché io non dimenticassi quasi niente, ma che prima o poi mi abbandonerà. Come tutto. Inoltre, quelle poche foto non ricordano eventi rilevanti per me o stati d’animo significativi. Odio spesso le foto dei profili altrui. La gente si mette in posa, prova e riprova quello scatto, fingendo di essere ciò che non è. Sono artefatti, non mostrano chi sono. Fortunatamente non tutti sono così.
Ho sempre scelto qualche foto, recuperata da google che mi descrivesse. Questa era la miniatura del mio profilo facebook. La trovo magica. Un ragazzo al centro di un lungo corridoio. Pensatore e corridore della vita a metà tra due forze contrapposte che gli impediscono di vivere. La luce infonde la speranza. Vedete che trip mentali da una semplice immagine, insignificante agli occhi altrui?
Per il blog ho scelto invece due fotografie da me scattate. Quella in home è stata rubata il 7 gennaio dalla passeggiata Anita Garibaldi a Genova Nervi. Il tramonto ha prodotto quei colori splendidi. È l’idea di una piccola torretta, io, sul mare, la vita e insieme il mistero. Nascere in una città portuale mi ha fatto apprezzare la natura poetica e drammatica della vita. Il nostro sguardo ha una forte componente melanconica e sognatrice. Sono un esploratore. E voglio volare lontano.
Come profilo WordPress ho optato per quest’altra, nata casualmente, ma che per me imprime molto il mix di cui sopra. I due fiori sono due innamorati. Il pacco di sigarette per trasposizione è anche una bara e i fiori sono lì posati a ricordo di qualcuno che non c’è più. Tralasciate per entrambe, vi prego, la scarsa qualità tecnica.
Poi, dopo 4 anni di facebook, dovevo cambiare. Ripensando al 2012 travagliato e grazie al sostegno inconsapevole di alcuni, ho per la prima volta inserito la mia foto personale. Ho iniziato a navigare i blog altrui e mi sono accorto che pochi hanno un’immagine propria o si firmano per nome e cognome. Anche io facevo così. Volevo espormi il meno possibile. Poi ho pubblicato Omosessualità e omofobia in cui affrontavo di petto una situazione – ed è uno degli articoli più letti, purtroppo credo perché la gente curiosa correva a vedere se ero gay o meno… Ho detto bisogna prendere coraggio delle proprie idee. E ho iniziato a firmarmi con nome e cognome. aMe diventa Andrea Magliano. Non basta, l’ultimo passo è quello di metterci anche la faccia. Dunque eccomi. Questo sono io:
Qui sono al concerto lo scorso 14 giugno. Ero solare come non mai. E non so se per la nuvola di canna che si levava dagli spalti o perché stavo per incontrare la mia eroina. Da lì a qualche ora lo stadio si sarebbe riempito, Madonna sarebbe comparsa sul palco e io mi sarei commosso. Appena l’ho vista ho versato qualche lacrima. E mi sono ripromesso che riuscirò a conoscerla, a stringerle la mano e magari a lavorare con lei. Checché ne dicano gli altri. Io ce la farò.
Ma questa foto, scattata con un banale cellulare, è forse una delle migliori che ho. Sono felice, ricorda uno dei momenti migliori di quest’anno. E mostra chi sono senza troppi fronzoli. Io sono quello scricciolo di appena 170 cm di altezza, un po’ magro – prenatalizio – e con le fossette sulle guance. Sono il ragazzo genovese che si deve far crescere la barba per dire al mondo guardate che ho 23 anni. Sono il ragazzo della Bilancia che fatica a pronunciare le s, come Jovanotti, ma che rifiuta di andare da un logopedista perché quel difetto è mio. Sono io. Sono quel piccolo romantico sognatore che crede ancora nell’amicizia, nell’amore, nella famiglia, nella vita. Sono quel ragazzo buono, che diventa una bestia se qualcuno gli calpesta i piedi. Sono quello che si sente solo e sbagliato. Imperfetto.
Scusate il post egocentrico. Ma sono piccoli passi per crescere e per abbattere il muro. E se bisogna giocare, giochiamo fino in fondo.
Auguro a tutti buone feste! 🙂
@aMe
Andrea Magliano
Anch’io sono di Genova e la passeggiata di Nervi è un posto meraviglioso a cui sono personalmente affezionato, e che ha cullato spesso le mie solitudini in quest’ultimo anno. Interessante e profonda l’interpretazione della foto con la sigaretta ed i fiori : )
Magari ci siamo anche incontrati in una di queste varie passeggiate! Anche io ritengo quella passeggiata molto suggestiva ed empatica, ispirante e profondamente riflessiva. Mi spiace per i tuoi momenti di solitudine, credo di poterti capire… Ti ringrazio per l’opinione sulla foto della sigaretta, mi ha fatto un estremo piacere 🙂
Ps. posso chiederti una curiosità dal tuo nome? Sei nato il 19 ottobre?
Eheh può darsi quest’estate sono andato anche lì a fare il bagno parecchie volte Si, il 10/10 : ) Per questa ragione il nick, non sapevo che altro nome mettere!
Pensa! Anche io sono nato a ottobre, il 20 però, tutti e due Bilancia! Scusami ma trovo sempre interessanti le coincidenze e i piccoli dettagli! Non spaventarti, non sono così freak 🙂 Sì la scelta del nick è sempre problematica sob
Finalmente l’ho letto… ed è uno dei più belli, soprattutto nella parte finale 😀
Grazie mille 🙂 Alla fine ho trovato il coraggio, hai visto? 🙂